Famiglie Storiche di Ponzano Veneto
La famiglia: Sartori
Sartori
ORIGINE DEL COGNOME
Dalla voce Sartore - Sarto.
FRAZIONE DI PROVENIENZA | Ponzano e Paderno
Della famiglia Sartori esistono tre rami che discendono tutti da S. Bona (Borgo Furo).
Questi hanno 3 soprannomi: Vettorel, Romani e Massio.
PSSE: Uno di questi rami giunse a Ponzano nella 1a metà del ’700, in quell’epoca Francesco Sartori svolgeva la professione di agente-fattore della villa Minelli, nel 1759 il figlio di Francesco Arcangelo proseguì la professione paterna e nel 1766 sposò Lucia Piovesan di Treviso, “un buon partito” con una dote proporzionale alle esigenze della famiglia benestante dei Sartori.
Dalla coppia nacquero 14 figli, di questi soltanto sei raggiunsero l’età adulta.
Inoltre è datato al 1803 l’atto di fede di sepoltura di Antonio Sartori di Ponzano emesso dal medico Baldasso su richiesta del Comitato di Sanità di Treviso.
Sappiamo dai documenti che il dott. Pietro Baldasso era di Treviso, ma risiedeva a Ponzano.
APPO: Nel 1815 viene nominato il possidente Sartori Giuseppe, nel 1843 il sarto Sartori Valentino, nel 1845 il possidente Sartori Arcangelo Pietro Giuseppe di Giovanni Battista e nel 1846 il maestrocomunale Luigi Sartori.
È da ricordare poi la figura di Giovanni Antonio Sartori nato nel 1817 e morto all’età di 93 anni nel 1910, che era il decano dei segretari comunali della Provincia di Treviso. Molto stimato dai compaesani, dagli amici e dai colleghi, fu funzionario esemplare reggendo il segretariato del Co- mune di Ponzano Veneto per oltre 40 anni.
Come si legge nel Gazzettino di Venezia del 10 febbraio del 1910, egli diede prove di purissimo patriottismo durante la dominazione austriaca, fu benemerito per le sue prestazioni durante le epidemie coleriche e concorse validamente alla redenzione agricola delle terre comunali provvedendo alla loro irrigazione.
Il ramo dei Sartori - Vettorel
PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
AC: La famiglia di Felice Sartori di Adamo, nato nel 1842, di professione lavorante, è iscritta al foglio numero 7257 dei registri anagrafici di Paderno per gli anni 1873-1878.
Felice nasce a Santa Bona di Treviso nel 1842 e si trasferisce con la famiglia a Paderno nel 1870.
CAPOSTIPITE | Adamo
SOPRANNOME | Vettorel
NOTIZIE E CURIOSITÀ
Tra il 1888 e il 1897 sono emigrati a Santos e a S. Paolo del Brasile 7 componenti della famiglia Sartori: Agata, Angelo, Eugenio, Giovanni Crisostomo, Luigi, Luigia e Maria.
Tra il 1923 e il 1993 sono emigrati verso il Belgio, la Bulgaria e la Francia altri 8 componenti della famiglia Sartori.
Hanno partecipato alla Seconda Guerra Mondiale 6 figli della famiglia di Eugenio Sartori di Lodovico:
Egidio, Ferdinando prigioniero in Grecia, Angelo disperso in Russia, Pietro invalido di guerraprigioniero in Africa e in America (USA) , Vittorio, Luigi prigioniero in Sicilia, mutilato di guerra.
Caduto nella Seconda Guerra Mondiale: Sartori Angelo (classe 1911).
Soldato 8° Rep. Salmerie-3°Artiglieria Alpina “Julia” deceduto 31-1-1943.
Sartori Bruno (classe 1931) ha ricoperto la carica di Consigliere dal 1960 al 1964.
Dai ricordi di Bruno Sartori (classe 1931) di Adamo (Damo-classe 1901)
Ignazio Sartori di Felice morì giovane lasciando la moglie Rosa Zanin e i tre figli Adamo, Angelo e Maria.
Adamo, che allora aveva 8 anni, venne allevato, assieme ai fratelli, dal nonno Felice.
Angelo emigrò in Belgio nel 1957, Maria (Cursora)* emigrò in Francia assieme al marito Gaetano Annibale Baseggio, rientrati a Paderno andarono ad abitare nel Borgo Ruga, Adamo, all’età di 15 anni, lavorò alla costruzione delle strade utili per gli spostamenti delle truppe in previsione della Prima Guerra Mondiale e poi in Francia alla costruzione delle ferrovie.
La famiglia Sartori abitava, ai margini del Borgo Ruga, nelle casette destinate ai mezzadri dei signori Serena, ovvero in quel complesso ristrutturato di proprietà comunale che oggi chiamiamo Casa dei Mezzadri.
Lì appunto, vicino all’altra famiglia di mezzadri i Geromin, abitavano Adamo Sartori, la moglie Maria Massolin di Merlengo, i figli Bruno, Ignazio (Gnassio), Giovanna (Rosetta) e la nonna Rosa Zanin, mamma di Adamo. I Sartori coltivavano le terre dei Serena che si trovavano in via Volpago Sud che erano seminate a mais e a frumento e potevano contare anche su quattro vacche da latte nella stalla vicino alla casa.
I figli di Adamo col tempo si dedicarono ad altri lavori, infatti Ignazio diventò fornaio lavorando sempre a fianco di Lino Pavan nel vecchio panificio che si trovava di fronte all’attuale “Non solo pane” di via Roma.
Giovanna (Rosetta), dopo essere emigrata in Svizzera, si sposò e fece la casalinga.
Bruno, da piccolo faceva parte del coretto dei bambini che cantavano in chiesa e aveva il compito di suonare le campanelle dell’oratorio di villa Serena il 23 gennaio, festa dello Sposalizio della Vergine.
Era chiamato “quatro oci”, perché già dall’età di otto anni portava gli occhiali da vista.
All’età di 20 anni, nel 1951, fece il militare a Roma arruolato nella polizia militare.
Tornato a casa nel 1953, lavorò come manovale, muratore nell’impresa Povegliano di Treviso, “leva vetro” su mosaico per la ditta Dalla Valle di Ponzano, come camionista, cavatorista, operaio addetto alla stiratura alla S. Remo e infine ha gestito, assieme alla moglie Speranza, la sua azienda agricola di 3 ettari in via La Storta dove coltivava pesche.
Nel 1961 è andato ad abitare nelle INA casa in via Talponera e dal 1971 vive nella sua nuova casa di via Generale Pennella sempre a Merlengo.
Oggi si riposa coltivando il suo orto che si trova sempre in via La Storta.
* Maria Sartori (Cursora) ricordava “In piassa de rugheta”, una canzoncina popolare tipica del Borgo Ruga cantata all’epoca da tutti i “rugarioi” e oggi quasi dimenticata.
Questa allegra canzone allude ad una pompa d’acqua presente nel Borgo, alle belle ragazze del Borgo Ruga e ai soldati visti come “angiolin del Paradiso che portano le piume sul cappello”.
In tempi più recenti, nel 2012, per ricordare la vecchia pompa, Mario Caramel ha ideato una piccola fontana, leggermente spostata rispetto alla “piassa de rugheta” di una volta, proprio all’imbocco di via Ruga, in quello che oggi si chiama “Largo Ruga”.
Dalla voce Sartore - Sarto.
FRAZIONE DI PROVENIENZA | Ponzano e Paderno
Della famiglia Sartori esistono tre rami che discendono tutti da S. Bona (Borgo Furo).
Questi hanno 3 soprannomi: Vettorel, Romani e Massio.
PSSE: Uno di questi rami giunse a Ponzano nella 1a metà del ’700, in quell’epoca Francesco Sartori svolgeva la professione di agente-fattore della villa Minelli, nel 1759 il figlio di Francesco Arcangelo proseguì la professione paterna e nel 1766 sposò Lucia Piovesan di Treviso, “un buon partito” con una dote proporzionale alle esigenze della famiglia benestante dei Sartori.
Dalla coppia nacquero 14 figli, di questi soltanto sei raggiunsero l’età adulta.
Inoltre è datato al 1803 l’atto di fede di sepoltura di Antonio Sartori di Ponzano emesso dal medico Baldasso su richiesta del Comitato di Sanità di Treviso.
Sappiamo dai documenti che il dott. Pietro Baldasso era di Treviso, ma risiedeva a Ponzano.
APPO: Nel 1815 viene nominato il possidente Sartori Giuseppe, nel 1843 il sarto Sartori Valentino, nel 1845 il possidente Sartori Arcangelo Pietro Giuseppe di Giovanni Battista e nel 1846 il maestrocomunale Luigi Sartori.
È da ricordare poi la figura di Giovanni Antonio Sartori nato nel 1817 e morto all’età di 93 anni nel 1910, che era il decano dei segretari comunali della Provincia di Treviso. Molto stimato dai compaesani, dagli amici e dai colleghi, fu funzionario esemplare reggendo il segretariato del Co- mune di Ponzano Veneto per oltre 40 anni.
Come si legge nel Gazzettino di Venezia del 10 febbraio del 1910, egli diede prove di purissimo patriottismo durante la dominazione austriaca, fu benemerito per le sue prestazioni durante le epidemie coleriche e concorse validamente alla redenzione agricola delle terre comunali provvedendo alla loro irrigazione.
Il ramo dei Sartori - Vettorel
PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
AC: La famiglia di Felice Sartori di Adamo, nato nel 1842, di professione lavorante, è iscritta al foglio numero 7257 dei registri anagrafici di Paderno per gli anni 1873-1878.
Felice nasce a Santa Bona di Treviso nel 1842 e si trasferisce con la famiglia a Paderno nel 1870.
CAPOSTIPITE | Adamo
SOPRANNOME | Vettorel
NOTIZIE E CURIOSITÀ
Tra il 1888 e il 1897 sono emigrati a Santos e a S. Paolo del Brasile 7 componenti della famiglia Sartori: Agata, Angelo, Eugenio, Giovanni Crisostomo, Luigi, Luigia e Maria.
Tra il 1923 e il 1993 sono emigrati verso il Belgio, la Bulgaria e la Francia altri 8 componenti della famiglia Sartori.
Hanno partecipato alla Seconda Guerra Mondiale 6 figli della famiglia di Eugenio Sartori di Lodovico:
Egidio, Ferdinando prigioniero in Grecia, Angelo disperso in Russia, Pietro invalido di guerraprigioniero in Africa e in America (USA) , Vittorio, Luigi prigioniero in Sicilia, mutilato di guerra.
Caduto nella Seconda Guerra Mondiale: Sartori Angelo (classe 1911).
Soldato 8° Rep. Salmerie-3°Artiglieria Alpina “Julia” deceduto 31-1-1943.
Sartori Bruno (classe 1931) ha ricoperto la carica di Consigliere dal 1960 al 1964.
Dai ricordi di Bruno Sartori (classe 1931) di Adamo (Damo-classe 1901)
Ignazio Sartori di Felice morì giovane lasciando la moglie Rosa Zanin e i tre figli Adamo, Angelo e Maria.
Adamo, che allora aveva 8 anni, venne allevato, assieme ai fratelli, dal nonno Felice.
Angelo emigrò in Belgio nel 1957, Maria (Cursora)* emigrò in Francia assieme al marito Gaetano Annibale Baseggio, rientrati a Paderno andarono ad abitare nel Borgo Ruga, Adamo, all’età di 15 anni, lavorò alla costruzione delle strade utili per gli spostamenti delle truppe in previsione della Prima Guerra Mondiale e poi in Francia alla costruzione delle ferrovie.
La famiglia Sartori abitava, ai margini del Borgo Ruga, nelle casette destinate ai mezzadri dei signori Serena, ovvero in quel complesso ristrutturato di proprietà comunale che oggi chiamiamo Casa dei Mezzadri.
Lì appunto, vicino all’altra famiglia di mezzadri i Geromin, abitavano Adamo Sartori, la moglie Maria Massolin di Merlengo, i figli Bruno, Ignazio (Gnassio), Giovanna (Rosetta) e la nonna Rosa Zanin, mamma di Adamo. I Sartori coltivavano le terre dei Serena che si trovavano in via Volpago Sud che erano seminate a mais e a frumento e potevano contare anche su quattro vacche da latte nella stalla vicino alla casa.
I figli di Adamo col tempo si dedicarono ad altri lavori, infatti Ignazio diventò fornaio lavorando sempre a fianco di Lino Pavan nel vecchio panificio che si trovava di fronte all’attuale “Non solo pane” di via Roma.
Giovanna (Rosetta), dopo essere emigrata in Svizzera, si sposò e fece la casalinga.
Bruno, da piccolo faceva parte del coretto dei bambini che cantavano in chiesa e aveva il compito di suonare le campanelle dell’oratorio di villa Serena il 23 gennaio, festa dello Sposalizio della Vergine.
Era chiamato “quatro oci”, perché già dall’età di otto anni portava gli occhiali da vista.
All’età di 20 anni, nel 1951, fece il militare a Roma arruolato nella polizia militare.
Tornato a casa nel 1953, lavorò come manovale, muratore nell’impresa Povegliano di Treviso, “leva vetro” su mosaico per la ditta Dalla Valle di Ponzano, come camionista, cavatorista, operaio addetto alla stiratura alla S. Remo e infine ha gestito, assieme alla moglie Speranza, la sua azienda agricola di 3 ettari in via La Storta dove coltivava pesche.
Nel 1961 è andato ad abitare nelle INA casa in via Talponera e dal 1971 vive nella sua nuova casa di via Generale Pennella sempre a Merlengo.
Oggi si riposa coltivando il suo orto che si trova sempre in via La Storta.
* Maria Sartori (Cursora) ricordava “In piassa de rugheta”, una canzoncina popolare tipica del Borgo Ruga cantata all’epoca da tutti i “rugarioi” e oggi quasi dimenticata.
Questa allegra canzone allude ad una pompa d’acqua presente nel Borgo, alle belle ragazze del Borgo Ruga e ai soldati visti come “angiolin del Paradiso che portano le piume sul cappello”.
In tempi più recenti, nel 2012, per ricordare la vecchia pompa, Mario Caramel ha ideato una piccola fontana, leggermente spostata rispetto alla “piassa de rugheta” di una volta, proprio all’imbocco di via Ruga, in quello che oggi si chiama “Largo Ruga”.
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