Famiglie Storiche di Ponzano Veneto
La famiglia: Mestriner
Mestriner
ORIGINE DEL COGNOME
Cognome diffuso nel Trevigiano (Silea, Preganziol, Breda di Piave) e nel Veneziano.
Dal toponimo veneto Mestrino (comune del Padovano) o da mestrino, originario di Mestre con suffisso -er.
FRAZIONE DI PROVENIENZA | Ponzano
PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
APPA VR: Il 3 febbraio 1577 viene battezzato Apollonio figlio di Battista Mestriner.
APPO:1834 Viene nominata Mestriner Maria di Angelo del fu Silvestro (detti Verdon.)
AC: La famiglia di Mariano Mestriner di Francesco, nato nel 1827, di professione colono, è iscritta al foglio numero 7411 dei registri anagrafici di Ponzano per gli anni 1863-1867. Mariano nasce a Paese nel 1827 e si trasferisce una prima volta a Casella d’Asolo, dove il 30-11-1865 nasce il figlio Giuseppe.
La famiglia passa definitivamente da Asolo a Ponzano il 30-11-1865
CAPOSTIPITE | Battista
SOPRANNOME | Verdon
Nel 1922 emigrò in Argentina Mestriner Angela di Ferdinando.
Nel 1931 emigrò in Francia Mestriner Giuseppe di Giuseppe.
Nel 1957 emigrò in Brasile Giovanni fu Angelo (6 persone in totale).
NOTIZIE E CURIOSITÀ
Dai ricordi di Irma Massolin Mestriner e di Tiziana Mestriner
La famiglia Mestriner che, fino al 1967, quando lasciò le adiacenze di villa Minelli, era conosciuta quasi esclusivamente con il soprannome Verdon, abitava nell’edificio rustico ad archi che ancora oggi possiamo vedere alla destra della villa e che, secondo quanto afferma don Antonio Dal Colle* apparteneva fin da tempi antichissimi ai monaci Nonantolani che in quel luogo avevano edificato un monastero-ospizio per l’assistenza ai malati, ai poveri e ai pellegrini.
Come testimoniano le foto, di fronte all’edificio vi era un grande cortile e il pozzo con la pompa al quale attingeva la famiglia. Nel cortile confluivano per giocare un po’ tutti i bambini del borgo: dai Benetton Paeassoni, ai Rossi Fermi, dai Faccin agli Zanatta Marcolin, dai De Rossi Fermeti, ai dalla Toffola, alle Duronio. Un festoso luogo di ritrovo per i più piccoli, così come la stalla era il punto d’incontro per il filò degli adulti.
Con tanta nostalgia, Irma, con la figlia Tiziana, ricordava quei tempi carichi di allegria, solidarietà e voglia di stare assieme in semplicità.
Ma vi erano altri luoghi di ritrovo… uno era sicuramente il lavatoio che si trovava dove oggi possiamo vedere il parcheggio interrato di villa Minelli.
Irma ricordava che prima della costruzione del lavatoio le donne sciacquavano i panni nella canaletta e che questo lavoro era molto pesante. Inoltre d’ inverno il lavatoio diventava al bisogno la ghiacciaia del borgo.
L’altro luogo di ritrovo si trovava presso le peschiere davanti alla villa: le ragazze da marito si sedevano lì e guardavano passare i ragazzi in bicicletta e tra furtivi sorrisi e occhiate nasceva anche qualche simpatia….
Su questi luoghi… strategici incombeva la villa che allora nessuno chiamava “villa Minelli”, ma Paeasso de Gaspari: palazzo dei Gaspari dal soprannome della famiglia Dalla Toffola.
I Mestriner Verdon erano contadini e lavoravano a mezzadria i terreni della Pia Casa degli Esposti di Venezia, avevano animali da cortile, 6 vacche da latte, un cavallo prima e un asino poi per il trasporto del carretto. Irma ricorda che Nonna Maria detta Bia portava a Treviso il latte con il carretto.
In occasione della vendemmia e della trebbiatura, lavori agricoli, ai quali partecipava tutta la comunità del borgo, venivano organizzate nel cortile delle grandi feste accompagnate da abbon- danti mangiate con minestra di fagioli, pollo, tacchino con patate, tegoine e polenta.
Dopo aver ben mangiato e ben bevuto s’intonavano, allietate dalla fisarmonica, allegre canzoni come “marieta monta in gondoea” o “quel mazzolin di fiori”.
La famiglia era composta oltre che dai nonni, dagli zii, dai genitori e rispettivi figli, anche da Vittoria (detta Mora) “figlia d’anima” e da Ugo Zago detto Tamburei per la sua simpatia contagiosa.
Questi ragazzini, entrambi orfani, provenivano da famiglie bisognose e secondo l’uso del tempo, vennero, per così dire, adottati dai Mestriner che potevano aiutarli accogliendoli nel loro nucleo famigliare.
In verità Ugo Zago, inizialmente affidato ai Dalla Toffola, aveva finito per accasarsi dai Verdoni rimanendo amico e riconoscente verso questa famiglia per tutta la vita.
Inoltre, dopo il bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944, la famiglia Mestriner ospitò, da sfollata, anche la famiglia di Gianni Ambrogio, futuro noto pittore trevigiano, che ricordava sempre con molta gratitudine l’accoglienza ricevuta dai “Verdoni”.
* don Antonio Dal Colle, Ponzano Veneto e la sua Chiesa, 17-10-1922.
Cognome diffuso nel Trevigiano (Silea, Preganziol, Breda di Piave) e nel Veneziano.
Dal toponimo veneto Mestrino (comune del Padovano) o da mestrino, originario di Mestre con suffisso -er.
FRAZIONE DI PROVENIENZA | Ponzano
PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
APPA VR: Il 3 febbraio 1577 viene battezzato Apollonio figlio di Battista Mestriner.
APPO:1834 Viene nominata Mestriner Maria di Angelo del fu Silvestro (detti Verdon.)
AC: La famiglia di Mariano Mestriner di Francesco, nato nel 1827, di professione colono, è iscritta al foglio numero 7411 dei registri anagrafici di Ponzano per gli anni 1863-1867. Mariano nasce a Paese nel 1827 e si trasferisce una prima volta a Casella d’Asolo, dove il 30-11-1865 nasce il figlio Giuseppe.
La famiglia passa definitivamente da Asolo a Ponzano il 30-11-1865
CAPOSTIPITE | Battista
SOPRANNOME | Verdon
Nel 1922 emigrò in Argentina Mestriner Angela di Ferdinando.
Nel 1931 emigrò in Francia Mestriner Giuseppe di Giuseppe.
Nel 1957 emigrò in Brasile Giovanni fu Angelo (6 persone in totale).
NOTIZIE E CURIOSITÀ
Dai ricordi di Irma Massolin Mestriner e di Tiziana Mestriner
La famiglia Mestriner che, fino al 1967, quando lasciò le adiacenze di villa Minelli, era conosciuta quasi esclusivamente con il soprannome Verdon, abitava nell’edificio rustico ad archi che ancora oggi possiamo vedere alla destra della villa e che, secondo quanto afferma don Antonio Dal Colle* apparteneva fin da tempi antichissimi ai monaci Nonantolani che in quel luogo avevano edificato un monastero-ospizio per l’assistenza ai malati, ai poveri e ai pellegrini.
Come testimoniano le foto, di fronte all’edificio vi era un grande cortile e il pozzo con la pompa al quale attingeva la famiglia. Nel cortile confluivano per giocare un po’ tutti i bambini del borgo: dai Benetton Paeassoni, ai Rossi Fermi, dai Faccin agli Zanatta Marcolin, dai De Rossi Fermeti, ai dalla Toffola, alle Duronio. Un festoso luogo di ritrovo per i più piccoli, così come la stalla era il punto d’incontro per il filò degli adulti.
Con tanta nostalgia, Irma, con la figlia Tiziana, ricordava quei tempi carichi di allegria, solidarietà e voglia di stare assieme in semplicità.
Ma vi erano altri luoghi di ritrovo… uno era sicuramente il lavatoio che si trovava dove oggi possiamo vedere il parcheggio interrato di villa Minelli.
Irma ricordava che prima della costruzione del lavatoio le donne sciacquavano i panni nella canaletta e che questo lavoro era molto pesante. Inoltre d’ inverno il lavatoio diventava al bisogno la ghiacciaia del borgo.
L’altro luogo di ritrovo si trovava presso le peschiere davanti alla villa: le ragazze da marito si sedevano lì e guardavano passare i ragazzi in bicicletta e tra furtivi sorrisi e occhiate nasceva anche qualche simpatia….
Su questi luoghi… strategici incombeva la villa che allora nessuno chiamava “villa Minelli”, ma Paeasso de Gaspari: palazzo dei Gaspari dal soprannome della famiglia Dalla Toffola.
I Mestriner Verdon erano contadini e lavoravano a mezzadria i terreni della Pia Casa degli Esposti di Venezia, avevano animali da cortile, 6 vacche da latte, un cavallo prima e un asino poi per il trasporto del carretto. Irma ricorda che Nonna Maria detta Bia portava a Treviso il latte con il carretto.
In occasione della vendemmia e della trebbiatura, lavori agricoli, ai quali partecipava tutta la comunità del borgo, venivano organizzate nel cortile delle grandi feste accompagnate da abbon- danti mangiate con minestra di fagioli, pollo, tacchino con patate, tegoine e polenta.
Dopo aver ben mangiato e ben bevuto s’intonavano, allietate dalla fisarmonica, allegre canzoni come “marieta monta in gondoea” o “quel mazzolin di fiori”.
La famiglia era composta oltre che dai nonni, dagli zii, dai genitori e rispettivi figli, anche da Vittoria (detta Mora) “figlia d’anima” e da Ugo Zago detto Tamburei per la sua simpatia contagiosa.
Questi ragazzini, entrambi orfani, provenivano da famiglie bisognose e secondo l’uso del tempo, vennero, per così dire, adottati dai Mestriner che potevano aiutarli accogliendoli nel loro nucleo famigliare.
In verità Ugo Zago, inizialmente affidato ai Dalla Toffola, aveva finito per accasarsi dai Verdoni rimanendo amico e riconoscente verso questa famiglia per tutta la vita.
Inoltre, dopo il bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944, la famiglia Mestriner ospitò, da sfollata, anche la famiglia di Gianni Ambrogio, futuro noto pittore trevigiano, che ricordava sempre con molta gratitudine l’accoglienza ricevuta dai “Verdoni”.
* don Antonio Dal Colle, Ponzano Veneto e la sua Chiesa, 17-10-1922.
Copyright © 2001, 2018 - All Rights Reserved / Tutti i Diritti Riservati - Ponzano Veneto Com
Template by OS Templates