Famiglie Storiche di Ponzano Veneto
La famiglia: Marchetto
Marchetto
ORIGINE DEL COGNOME
Cognome tipicamente veneto dal nome Marco con suffisso -etto
FRAZIONE DI PROVENIENZA | Ponzano
PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
APPO: Il 18 agosto 1695 Menega de Valentin Marchetto di Ponzano va sposa ad Antonio di Zuanne di San Pelagio E: 1719, Ponzano, vengono citati Nadal q.m Vendramin Marchetto e Vendramin q.m Paulo Marchetto.
AC: La famiglia di Angelo Marchetto di Pasqualino, nato nel 1778, di professione agricoltore, è iscritta al foglio 6471 dei registri anagrafici di Ponzano per gli anni 1835-1838.
CAPOSTIPITE | Valentino
SOPRANNOME | Marchettin, S-ciosoi, Creponi
NOTIZIE E CURIOSITÀ
PSSE: La famiglia di Vendramin Marchetto nel 1719, come risulta dall’Estimo dello stesso anno conservato all’Archivio di Stato di Treviso, pagava all’Abbazia di Nervesa, per un livello (canone che i coltivatori del fondo versavano ai proprietari della terra) sussistente su alcuni campi, “stara 6 di formento, stara 1 di avena, pollami para 1; contadi (contanti) lire 12:8”.
Antonio Marchetto, dall’elenco delle professioni svolte a Ponzano nel 1807, risulta esercitare l’arte del falegname d’edifizj (marangon-carpentiere) e così il figlio Francesco nel 1822.
Sono emigrati: Marchetto Domenico di Giuseppe (classe 1839) in Austria nel 1871, Marchetto Domenico di
Matteo (classe 1855) in Austria nel 1873, Marchetto Pietro di Sante (classe 1868) a Porto Alegre (Brasile) nel 1891, Marchetto Santo di Antonio (classe 1845) in Austria nel 1871, Marchetto Domenico And fu G. in Francia nel 1933, Marchetto Domenico Giov fu G. in Francia nel 1933, Marchetto Luigi Catterino in Argentina nel 1931, Marchetto Renato in Svizzera nel 1972, Marchetto Severino di Domenico in Francia nel 1932. (Nel ‘900 17 membri di questa famiglia)
Prima Guerra Mondiale: Marchetto Antonio, 55° Fanteria, disperso nel siluramento della nave “Principe Umberto” l’8-6 1916.
Bertilla Marchetto aprì in via Pioppe a Paderno un moderno salone di parrucchiera per signora.
Spirito libero, un po’ ribelle, ma generoso e sincero, si spostava con una motoretta e per questo suscitava in paese un piccolo scandalo. (tratto da Compagni di viaggio di Luisa dalla Toffola. Ed. DIPRO, Roncade 2009)
Eugenio Marchetto (classe 1872, S-ciosoi) nel 1925 trovò, mentre scavava, assieme al figlio Edoardo, in un terreno a 500 metri a sud della strada Postumia, un’anfora segata dell’epoca della colonizzazione romana usata come tomba funeraria. (si veda Il dottor Gastaldo medico di Giovanni Gastaldo e AA.VV. a cura dell’AIRDA, grafiche DIPRO 2018, pp. 180-181)
Angelo Marchetto (classe 1933) ha ricoperto la carica di Assessore dal 1960 al al 1970.
Dai ricordi di Silvia Baldo di Noemi Marchetto (S-ciosoi) e Giannino (Fantino) Baldo
Renzo Marchetto (S-ciosoi) era carabiniere a cavallo a Roma e raccontava in famiglia di aver spesso scortato il generale Romano Dalla Chiesa ( padre di Carlo Alberto) che, dopo aver combattuto nella guerra italo-turca, nella 1ᵃ e nella Seconda Guerra Mondiale, fu decorato con la medaglia di bronzo al valor militare, raggiunse il grado di Generale di Divisione e fu Vicecomandante generale dei Carabinieri.
Con l’avvento del Fascismo nel 1927 viene istituita la tassa sul celibato, quindi Renzo decide di sposarsi e nel 1933 convola a nozze con Prima (Luigia) Massolin. Dal loro matrimonio nasceranno Noemi (classe 1936), Anna Maria (classe 1938 detta Gostina) e Mariella (classe 1940).
In seguito alle ripetute richieste della moglie Luigia che fatica a sostenere il peso di una famiglia impegnativa e anche perché la figlia più piccola Mariella stenta a riconoscere il padre sempre lontano, Renzo decide di congedarsi dall’Arma e di rientrare, tra la metà degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, a Merlengo in via Cal di Campagna.
Una volta tornato al paese di origine si dedicherà alla famiglia e al lavoro dei campi.
Di recente la famiglia ha trovato un piccolo notes dal quale si deduce che Renzo leggesse i giornali e ascoltasse la radio, perché annotava fatti di cronaca dai quali si nota grande interesse per le notizie di attualità.
Noemi Marchetto in Baldo esercitò per diversi anni la professione di sarta su misura.
Iniziò a 11 anni subito dopo aver terminato le Scuole Elementari, lavorò a Postioma e per parecchi anni in un prestigioso atélier di Treviso dove ebbe modo non solo di imparare l’arte sartoriale, ma anche di trattare con una clientela esigente che faceva vita di società.
Fu così che si specializzò in abiti da sera e da sposa ispirandosi ai più importanti stilisti del momento.
Invitata, alla fine degli anni ’90, a far parte del laboratorio abiti d’epoca “Paolina Rubbi”, che si prefiggeva la ricostruzione documentata della storia di Ponzano attraverso i costumi, Noemi accettò con entusiasmo diventando subito, per la sua competenza e professionalità, un punto di riferimento per tutte le componenti del gruppo.
Numerosi i costumi di personaggi storici da lei realizzati assieme alle altre valenti sarte del paese: dai Paleoveneti oggi nel museo “Una chiave per il tuo passato”, alle damigelle delle Contrade del Palio, dal Sindaco Niccolò Longo, a Paolina Rubbi e Gian Rinaldo Carli fino alla Marchesa Ricci.
Per la sua passione e competenza nel lavoro, nel 2000, le fu assegnato il “Mastro d’Oro” dal Gruppo “Milo Burlini”, entrando così a far parte, unica donna, del mondo dell’artigianato artistico ponzanese.
Dai ricordi di Luisa Dalla Toffola di Costantino e Anna Maria Marchetto (Marchettini)
Luisa ricorda la mamma come una guida per i suoi preziosi insegnamenti e un vero punto di riferimento per la famiglia. Severa e nello stesso tempo molto dolce, riusciva ad equilibrare questi due aspetti del carattere regalando amore a figli e nipoti. Era nata a Faenza nel 1920, dove in quel momento si trovavano i suoi genitori Rocco, maresciallo dei carabinieri, e Luigia Tanari.
Rientrati a Ponzano verso la metà degli anni ’20, andranno ad abitare in una casa di via Fontane -angolo via del Mason e poi nella casa di via Santandrà di fronte all’oratorio Gobbato. Anna Maria frequenterà le scuole a Ponzano e a Treviso e dopo il diploma magistrale, lavorerà per un breve periodo al Comune di Ponzano come impiegata addetta al servizio razionamento consumi (tessere annonarie).
Inizierà poi ad insegnare, prima facendo supplenze nei paesi limitrofi, poi, dalla metà degli anni ’50 fino alla fine degli anni ’70, come insegnante elementare di ruolo.
Molto attiva in parrocchia, impegnata nel campo del volontariato e sempre disponibile verso le persone in difficoltà, diventerà Presidente delle donne dell’Azione Cattolica.
Ecco infine come la “dipinse” Luisa nel luglio 2012:
Me mama
Te si deventada proprio veceta,
na bea veceta.
El viso ingrespà,
a boca in dentro
i oci tondi
che me varda meravijai.
Te si bona, tranquia,
te passi el tempo a far gnente,
come che no te gavaressi mai pensà.
Te domando:
me vutu ben?
Te me rispondi, co un fil de voxe:
tanto tanto tanto,
te baso e
te me dà tanti basi.
Te vardo e me domando...
dove xea me mama
Cognome tipicamente veneto dal nome Marco con suffisso -etto
FRAZIONE DI PROVENIENZA | Ponzano
PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
APPO: Il 18 agosto 1695 Menega de Valentin Marchetto di Ponzano va sposa ad Antonio di Zuanne di San Pelagio E: 1719, Ponzano, vengono citati Nadal q.m Vendramin Marchetto e Vendramin q.m Paulo Marchetto.
AC: La famiglia di Angelo Marchetto di Pasqualino, nato nel 1778, di professione agricoltore, è iscritta al foglio 6471 dei registri anagrafici di Ponzano per gli anni 1835-1838.
CAPOSTIPITE | Valentino
SOPRANNOME | Marchettin, S-ciosoi, Creponi
NOTIZIE E CURIOSITÀ
PSSE: La famiglia di Vendramin Marchetto nel 1719, come risulta dall’Estimo dello stesso anno conservato all’Archivio di Stato di Treviso, pagava all’Abbazia di Nervesa, per un livello (canone che i coltivatori del fondo versavano ai proprietari della terra) sussistente su alcuni campi, “stara 6 di formento, stara 1 di avena, pollami para 1; contadi (contanti) lire 12:8”.
Antonio Marchetto, dall’elenco delle professioni svolte a Ponzano nel 1807, risulta esercitare l’arte del falegname d’edifizj (marangon-carpentiere) e così il figlio Francesco nel 1822.
Sono emigrati: Marchetto Domenico di Giuseppe (classe 1839) in Austria nel 1871, Marchetto Domenico di
Matteo (classe 1855) in Austria nel 1873, Marchetto Pietro di Sante (classe 1868) a Porto Alegre (Brasile) nel 1891, Marchetto Santo di Antonio (classe 1845) in Austria nel 1871, Marchetto Domenico And fu G. in Francia nel 1933, Marchetto Domenico Giov fu G. in Francia nel 1933, Marchetto Luigi Catterino in Argentina nel 1931, Marchetto Renato in Svizzera nel 1972, Marchetto Severino di Domenico in Francia nel 1932. (Nel ‘900 17 membri di questa famiglia)
Prima Guerra Mondiale: Marchetto Antonio, 55° Fanteria, disperso nel siluramento della nave “Principe Umberto” l’8-6 1916.
Bertilla Marchetto aprì in via Pioppe a Paderno un moderno salone di parrucchiera per signora.
Spirito libero, un po’ ribelle, ma generoso e sincero, si spostava con una motoretta e per questo suscitava in paese un piccolo scandalo. (tratto da Compagni di viaggio di Luisa dalla Toffola. Ed. DIPRO, Roncade 2009)
Eugenio Marchetto (classe 1872, S-ciosoi) nel 1925 trovò, mentre scavava, assieme al figlio Edoardo, in un terreno a 500 metri a sud della strada Postumia, un’anfora segata dell’epoca della colonizzazione romana usata come tomba funeraria. (si veda Il dottor Gastaldo medico di Giovanni Gastaldo e AA.VV. a cura dell’AIRDA, grafiche DIPRO 2018, pp. 180-181)
Angelo Marchetto (classe 1933) ha ricoperto la carica di Assessore dal 1960 al al 1970.
Dai ricordi di Silvia Baldo di Noemi Marchetto (S-ciosoi) e Giannino (Fantino) Baldo
Renzo Marchetto (S-ciosoi) era carabiniere a cavallo a Roma e raccontava in famiglia di aver spesso scortato il generale Romano Dalla Chiesa ( padre di Carlo Alberto) che, dopo aver combattuto nella guerra italo-turca, nella 1ᵃ e nella Seconda Guerra Mondiale, fu decorato con la medaglia di bronzo al valor militare, raggiunse il grado di Generale di Divisione e fu Vicecomandante generale dei Carabinieri.
Con l’avvento del Fascismo nel 1927 viene istituita la tassa sul celibato, quindi Renzo decide di sposarsi e nel 1933 convola a nozze con Prima (Luigia) Massolin. Dal loro matrimonio nasceranno Noemi (classe 1936), Anna Maria (classe 1938 detta Gostina) e Mariella (classe 1940).
In seguito alle ripetute richieste della moglie Luigia che fatica a sostenere il peso di una famiglia impegnativa e anche perché la figlia più piccola Mariella stenta a riconoscere il padre sempre lontano, Renzo decide di congedarsi dall’Arma e di rientrare, tra la metà degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, a Merlengo in via Cal di Campagna.
Una volta tornato al paese di origine si dedicherà alla famiglia e al lavoro dei campi.
Di recente la famiglia ha trovato un piccolo notes dal quale si deduce che Renzo leggesse i giornali e ascoltasse la radio, perché annotava fatti di cronaca dai quali si nota grande interesse per le notizie di attualità.
Noemi Marchetto in Baldo esercitò per diversi anni la professione di sarta su misura.
Iniziò a 11 anni subito dopo aver terminato le Scuole Elementari, lavorò a Postioma e per parecchi anni in un prestigioso atélier di Treviso dove ebbe modo non solo di imparare l’arte sartoriale, ma anche di trattare con una clientela esigente che faceva vita di società.
Fu così che si specializzò in abiti da sera e da sposa ispirandosi ai più importanti stilisti del momento.
Invitata, alla fine degli anni ’90, a far parte del laboratorio abiti d’epoca “Paolina Rubbi”, che si prefiggeva la ricostruzione documentata della storia di Ponzano attraverso i costumi, Noemi accettò con entusiasmo diventando subito, per la sua competenza e professionalità, un punto di riferimento per tutte le componenti del gruppo.
Numerosi i costumi di personaggi storici da lei realizzati assieme alle altre valenti sarte del paese: dai Paleoveneti oggi nel museo “Una chiave per il tuo passato”, alle damigelle delle Contrade del Palio, dal Sindaco Niccolò Longo, a Paolina Rubbi e Gian Rinaldo Carli fino alla Marchesa Ricci.
Per la sua passione e competenza nel lavoro, nel 2000, le fu assegnato il “Mastro d’Oro” dal Gruppo “Milo Burlini”, entrando così a far parte, unica donna, del mondo dell’artigianato artistico ponzanese.
Dai ricordi di Luisa Dalla Toffola di Costantino e Anna Maria Marchetto (Marchettini)
Luisa ricorda la mamma come una guida per i suoi preziosi insegnamenti e un vero punto di riferimento per la famiglia. Severa e nello stesso tempo molto dolce, riusciva ad equilibrare questi due aspetti del carattere regalando amore a figli e nipoti. Era nata a Faenza nel 1920, dove in quel momento si trovavano i suoi genitori Rocco, maresciallo dei carabinieri, e Luigia Tanari.
Rientrati a Ponzano verso la metà degli anni ’20, andranno ad abitare in una casa di via Fontane -angolo via del Mason e poi nella casa di via Santandrà di fronte all’oratorio Gobbato. Anna Maria frequenterà le scuole a Ponzano e a Treviso e dopo il diploma magistrale, lavorerà per un breve periodo al Comune di Ponzano come impiegata addetta al servizio razionamento consumi (tessere annonarie).
Inizierà poi ad insegnare, prima facendo supplenze nei paesi limitrofi, poi, dalla metà degli anni ’50 fino alla fine degli anni ’70, come insegnante elementare di ruolo.
Molto attiva in parrocchia, impegnata nel campo del volontariato e sempre disponibile verso le persone in difficoltà, diventerà Presidente delle donne dell’Azione Cattolica.
Ecco infine come la “dipinse” Luisa nel luglio 2012:
Me mama
Te si deventada proprio veceta,
na bea veceta.
El viso ingrespà,
a boca in dentro
i oci tondi
che me varda meravijai.
Te si bona, tranquia,
te passi el tempo a far gnente,
come che no te gavaressi mai pensà.
Te domando:
me vutu ben?
Te me rispondi, co un fil de voxe:
tanto tanto tanto,
te baso e
te me dà tanti basi.
Te vardo e me domando...
dove xea me mama
che a fassea a maestra,
che a ndava sempre in bicicleta,
na mama a volte severa,
ma spesso allegra,
che a contava storie ai nevodi,
che a ndava a messa tuti i giorni,
che a jera sempre vissin a me papà,
che a ghe lexeva quando che nol ghe vedeva più,
che a diseva sempre el rosario co a so amica,
che a fasseva dottrina,
che a rideva, a pianseva, a schersava...
dove xea?
Quea me mama là a xe tuta qua.
A xe da drio e grespe del viso,
in fondo ai oci tondi,
dentro i basi che a me dà.
Mama, te si deventada proprio na bea veceta.
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