Famiglie Storiche di Ponzano Veneto
La famiglia: Rizzo
Rizzo
ORIGINE DEL COGNOME
Variante di rizzo per riccio. Nome o soprannome per indicare persona dai capelli ricci (dal lat. Ericium: porcospino - riccio).
FRAZIONE DI PROVENIENZA | Paderno
PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
APPA VR: Il 6 febbraio 1641 Adamo del q. Antonio Rizzo contrae matrimonio con Antonia del q. Valentin Visentin. Il 15 ottobre 1647 viene battezzato Anzolo di Francesco Rizzo e Catterina.
AC:La famiglia di Giuseppe Rizzo di Francesco, nato nel 1815, di professione agricoltore, è iscritta al foglio numero 6288 dei registri anagrafici di Paderno per gli anni 1835-1838.
CAPOSTIPITE | Antonio
Variante di rizzo per riccio. Nome o soprannome per indicare persona dai capelli ricci (dal lat. Ericium: porcospino - riccio).
FRAZIONE DI PROVENIENZA | Paderno
PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
APPA VR: Il 6 febbraio 1641 Adamo del q. Antonio Rizzo contrae matrimonio con Antonia del q. Valentin Visentin. Il 15 ottobre 1647 viene battezzato Anzolo di Francesco Rizzo e Catterina.
AC:La famiglia di Giuseppe Rizzo di Francesco, nato nel 1815, di professione agricoltore, è iscritta al foglio numero 6288 dei registri anagrafici di Paderno per gli anni 1835-1838.
CAPOSTIPITE | Antonio
NOTIZIE E CURIOSITÀ
PSSE: Dall’elenco delle professioni esercitate a Paderno nel 1807 risulta che Francesco Rizzo esercitasse l’arte del fruttarol da anni 7 (1800) nella casa e bottega di Paderno, e nei mercati. Esercitava inoltre l’arte del mercante di biade, commerciante di granaglie all’ingrosso nella sua casa e bottega di Paderno e dichiarò di non saper scrivere.
Gerolamo Gandiol dichiarava nel 1807: “23 genaro 1807 Paderno. Atesto io sottoscritto che Francesco quondam Gaetano Rizo esserzita larte di frutariol che sono sette o otto anni che fano il detto mistier e vano con tre o quatro somareli che vano per le sagre e merchati e in casa anno piccole cose di detto arte e sono di ditta villa (Paderno)”.
Alla fine dell’ ’800 emigrarono Rizzo Giovanni Maria e Paolo in Austria nel 1871, nel 1896 Giustina a San Paolo (Brasile).
Nel 1925 emigrarono Rizzo Assunto di Pietro in Argentina (3 persone), nel 1957 Rizzo Alfredo fu Luigi in Belgio, nel 2009 Rizzo Elanio in Brasile.
Hanno partecipato alla Prima Guerra Mondiale 4 figli della famiglia di Pietro Rizzo di Giuseppe: Natale, Luigi, Assunto, Caterino.
Caduto nella Seconda Guerra Mondiale: Rizzo Antonio (classe 1925).
Candido Rizzo, figlio di Guglielmo (Jelmo-Rizeto) e di Stella Pretotto (Bartota) esercitava il mestiere di sarto nell’edificio con la scritta SARTORIA, oggi demolito, in via Roma, all’angolo con vicolo Bachelet. L’edificio era di proprietà di Piero Polon da Povegliano, lì andarono a scuola Piero Pizzolon Sartor e Maria Nanda Sota.
Dai ricordi di Saveria Rizzo (classe 1938)
Antonio Rizzo (classe 1852), nonno di Saveria, era detto “Geometra dea Comun”, perché era solito dire che “da Marchi al Baston c’è una differenza di pendenza”.
Si sposò 2 volte: dalla 1a moglie ebbe 3 figli, una di questi, Carminia (Nanea), sposò un Rizzo che non era parente. Il loro figlio Paolo, che lavorava come guardia carceraria, era il papà del maestro Aldo Rizzo.
Dalla 2a moglie Giovanna Zanata ebbe Giovanni (classe 1897). La famiglia di Giovanni Rizzo (Moca Risso) visse prima a Paderno nella casa in via Morganella Est dove abitava Luciano Carniato (L’Orbo Pasquaeoto) e poi a Merlengo in via Talponera 13, poco prima dell’osteria Miceon, vicino alla cosiddetta simisera, in una casa di proprietà della famiglia Serena.
Giovanni Rizzo e Mattea Pretotto (Nea del Borgo Ruga, classe 1899), ebbero 10 figli, 7 femmine e 3 maschi.
Tra questi Fulvio lavorò come falegname, aveva una vena artistica, tanto che imparò da autodidatta a suonare il clarinetto e il sassofono, infatti era soprannominato “il Maestro Rizzo”.
Giovanni faceva l’imbianchino e lavorò per le Belle Arti di Venezia, dove imparò l’arte del disegno decorativo su muro. Lavorò anche con un Mattiazzo di Ponzano (Paesan) che era il padrino di Saveria (“Santolo”).
Saveria lavorò come cameriera e baby sitter presso l’osteria Miceon dall’età di 11 anni fino ai 18.
Nel 1956 emigrò in Svizzera dove lavorò come operaia.
Nel 1961 sposò Domenico Zanatta (Silvano Pierasso del Marcà Vecio di Antonio detto “Toni Grinta”).
Nel 1962 è nato il loro figlio Walter. Sono rientrati in Italia nel settembre del 1968.
Saveria ha raccontato la sua felice esperienza di lavoro all’estero nel libro di Luigino Righetto Le rondini di Ponzano, Ass. Trevisani nel Mondo, sez. di Ponzano 2012 alla p. 179 e segg.
PSSE: Dall’elenco delle professioni esercitate a Paderno nel 1807 risulta che Francesco Rizzo esercitasse l’arte del fruttarol da anni 7 (1800) nella casa e bottega di Paderno, e nei mercati. Esercitava inoltre l’arte del mercante di biade, commerciante di granaglie all’ingrosso nella sua casa e bottega di Paderno e dichiarò di non saper scrivere.
Gerolamo Gandiol dichiarava nel 1807: “23 genaro 1807 Paderno. Atesto io sottoscritto che Francesco quondam Gaetano Rizo esserzita larte di frutariol che sono sette o otto anni che fano il detto mistier e vano con tre o quatro somareli che vano per le sagre e merchati e in casa anno piccole cose di detto arte e sono di ditta villa (Paderno)”.
Alla fine dell’ ’800 emigrarono Rizzo Giovanni Maria e Paolo in Austria nel 1871, nel 1896 Giustina a San Paolo (Brasile).
Nel 1925 emigrarono Rizzo Assunto di Pietro in Argentina (3 persone), nel 1957 Rizzo Alfredo fu Luigi in Belgio, nel 2009 Rizzo Elanio in Brasile.
Hanno partecipato alla Prima Guerra Mondiale 4 figli della famiglia di Pietro Rizzo di Giuseppe: Natale, Luigi, Assunto, Caterino.
Caduto nella Seconda Guerra Mondiale: Rizzo Antonio (classe 1925).
Candido Rizzo, figlio di Guglielmo (Jelmo-Rizeto) e di Stella Pretotto (Bartota) esercitava il mestiere di sarto nell’edificio con la scritta SARTORIA, oggi demolito, in via Roma, all’angolo con vicolo Bachelet. L’edificio era di proprietà di Piero Polon da Povegliano, lì andarono a scuola Piero Pizzolon Sartor e Maria Nanda Sota.
Dai ricordi di Saveria Rizzo (classe 1938)
Antonio Rizzo (classe 1852), nonno di Saveria, era detto “Geometra dea Comun”, perché era solito dire che “da Marchi al Baston c’è una differenza di pendenza”.
Si sposò 2 volte: dalla 1a moglie ebbe 3 figli, una di questi, Carminia (Nanea), sposò un Rizzo che non era parente. Il loro figlio Paolo, che lavorava come guardia carceraria, era il papà del maestro Aldo Rizzo.
Dalla 2a moglie Giovanna Zanata ebbe Giovanni (classe 1897). La famiglia di Giovanni Rizzo (Moca Risso) visse prima a Paderno nella casa in via Morganella Est dove abitava Luciano Carniato (L’Orbo Pasquaeoto) e poi a Merlengo in via Talponera 13, poco prima dell’osteria Miceon, vicino alla cosiddetta simisera, in una casa di proprietà della famiglia Serena.
Giovanni Rizzo e Mattea Pretotto (Nea del Borgo Ruga, classe 1899), ebbero 10 figli, 7 femmine e 3 maschi.
Tra questi Fulvio lavorò come falegname, aveva una vena artistica, tanto che imparò da autodidatta a suonare il clarinetto e il sassofono, infatti era soprannominato “il Maestro Rizzo”.
Giovanni faceva l’imbianchino e lavorò per le Belle Arti di Venezia, dove imparò l’arte del disegno decorativo su muro. Lavorò anche con un Mattiazzo di Ponzano (Paesan) che era il padrino di Saveria (“Santolo”).
Saveria lavorò come cameriera e baby sitter presso l’osteria Miceon dall’età di 11 anni fino ai 18.
Nel 1956 emigrò in Svizzera dove lavorò come operaia.
Nel 1961 sposò Domenico Zanatta (Silvano Pierasso del Marcà Vecio di Antonio detto “Toni Grinta”).
Nel 1962 è nato il loro figlio Walter. Sono rientrati in Italia nel settembre del 1968.
Saveria ha raccontato la sua felice esperienza di lavoro all’estero nel libro di Luigino Righetto Le rondini di Ponzano, Ass. Trevisani nel Mondo, sez. di Ponzano 2012 alla p. 179 e segg.
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