Famiglie Storiche di Ponzano Veneto

La famiglia: De Marchi

De Marchi

image Primi anni ’30. Barchessa di villa Caotorta: si riconoscono da sinistra Giuseppe, Lucia Pizzolon (moglie di Giuseppe), Rita Stefani (moglie di Arturo), Emma Benetton (moglie di Luigi) e la bambina Adriana De Marchi (classe 1938-sorella di Sante e di Augusto), a destra s’intravedono Luigi e Augusto con gli occhiali.

ORIGINE DEL COGNOME
Dal nome di persona Marco, patrono di Venezia affermatosi per il prestigio e il culto di S. Marco Evangelista. Preceduto dalla preposizione -de per dei, probabilmente per appartenenza alla famiglia dei Marchi.

FRAZIONE DI PROVENIENZA | Ponzano

PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
APPO: Nelle citazioni si alternano le diciture Marchi e De Marchi Nel liber matrimoniorum il 17 ottobre 1678 viene citato Alvise Marchi di Ponzano Come testimone di nozze di Giustina Piovesan di Marco (Mauro?) di Ponzano con Piero Bisegato d° Zallon.

APPA VR: Il 20 febbraio 1708 Anzolo de Marchi contrae matrimonio con Anzola Figlia di Piero Zanata.

APM: 1796 Anzolo dÈ Marchi (pisnente); 1798 Angelo de Marchi, Antonio De Marchi vengono citati tra i capifamiglia.

AC: La famiglia di Biagio De Marchi di Giuseppe, nato nel 1848, di professione contadino, è iscritta al foglio numero 7929 dei registri anagrafici di Ponzano Veneto, lettera D, per gli anni 1901-1931.

Biagio nato a Povegliano, si trasferisce da Villorba a Ponzano il 13-09-1903.

CAPOSTIPITE | Alvise

SOPRANNOME | Teso e Tesi

NOTIZIE E CURIOSITÀ
Prima Guerra Mondiale. De Marchi Augusto deceduto in prigionia a Worny nel 1918.

De Marchi Giovanni deceduto nel 1917.

Di questi due membri della famiglia De Marchi, entrambi fratelli di Sante (classe 1877), si tramanda la memoria di due uomini molto forti e robusti, tanto da essere addetti al trasporto di cannoni.

Nel 1962 sono emigrati in Canada Rino e Pietro De Marchi di Arturo.

Simonetta De Marchi (classe 1974) di Sante ha ricoperto la carica di Assessore dal 2012 al 2014
e quella di Consigliere dal 2009 al 2014.

imageLuigi con Augusto.
image Sante (classe 1877).

Dai ricordi di Sante De Marchi (classe 1944) di Luigi
La famiglia De Marchi prima di arrivare a Ponzano abitava in quel casolare, chiamato “casa Gola” che si trova tuttora ai confini tra il Comune di Villorba e quello di Ponzano in via Colombero.

Le condizioni di vita nei primi anni del ’900 erano molto precarie, pertanto buona parte degli uomini della famiglia decisero di emigrare in America.

Sante ricorda che i “vecchi” raccontavano di aver fatto i boscaioli e che erano talmente poveri da mangiare dal “ghebo” (truogolo) dei maiali.

Ma la situazione dev’essere cambiata se, rientrati in Italia, con la fortuna accumulata, ebbero la possibilità di acquistare 10 campi (5 ettari) di terra e quella che oggi chiamiamo villa Caotorta, ma che all’epoca, comprese le due barchesse, era semplicemente detta Paeasso.

Tra le due guerre la villa, era adibita ad abitazione della famiglia, mentre una barchessa era occupata dai fittavoli e l’altra dalla cantina e dalla e scuderia dei cavalli.

All’epoca, annessi alla villa, vi era ancora il piccolo oratorio che sarà demolito e smembrato nel 1913 e il pozzo al quale si attingerà fino agli anni ’60 del ’900.

I figli di Sante Giuseppe, Arturo e Luigi parteciparono alla Seconda Guerra Mondiale, ma dei tre i più sfortunati furono Giuseppe, perché ferito da ben tre pallottole e Arturo che, destinato in Nord Africa, combattè per undici anni. Luigi invece che apparteneva al Corpo della Cavalleria ebbe maggior fortuna e riuscì a tornare a casa in tempi brevi.

Il Paeasso in tempo di guerra era occupato da un Comando Fascista.

Quando Treviso fu bombardata (7aprile 1944), Sante aveva 7 giorni e la mamma Emma Benetton gli raccontava che, per paura che bombardassero anche la villa e le barchesse, lo aveva nascosto nel pagliaio sperando di salvarlo. Nel dopoguerra (1943-44), dopo la morte del padre Sante, i figli Giuseppe, Arturo e Luigi si dividono la proprietà: a Luigi e ad Arturo andranno le barchesse più 3 campi ciascuno, a Giuseppe la villa con stalla annessa più 3 campi,il resto della proprietà andrà alle sorelle Carlotta e Rosina. Col passare degli anni, i fratelli, tutti gran lavoratori, incrementeranno le loro proprietà oltre i 3 campi.

In tempi più recenti sarà venduta la villa e una barchessa, rimarranno quindi i possedimenti di Luigi, padre di Sante. Attualmente è Sante appunto che cura con grande passione la proprietà agricola dei De Marchi, che conta 18 campi in buona parte coltivati a viti di Prosecco e Pinot grigio che fruttano diversi q. di uva.

Da giovane Sante ha fatto il metalmeccanico lavorando per più di vent’anni, dal 1958 al 1979, presso la ditta Perissinotto, ma la grande passione per la terra dimostrata fin da bambino, lo porterà in seguito a dedicarsi esclusivamente alla sua proprietà.

image Villa Caotorta e le due barchesse viste da sud.
Villa Caotorta
Possiamo ricavare notizie sulla villa Caotorta nella relazione allegata alla richiesta di vincolo (1990), infatti in essa si legge che la villa fu commissionata da Alvise Caotorta q. Michele all’architetto Preti nel 1760 circa.

Vi è poi l’ipotesi sia stata edificata nel XVIII secolo dalla famiglia veneziana degli Stua per passare poi ai Caotorta e in seguito ad altre famiglie (Zanco, Rossi e De Marchi-Pizzolon).

Interessante il foglio 19 della mappa acquerellata di Angelo Prati in cui è rappresentata la villa e indicata come “ca’ Stua” ai limiti dell’abitato di “Ponzano Capo d’Acqua”.

In quel periodo la villa era sicuramente più ridotta nelle dimensioni, ma venne ampliata con molta probabilità quando venne acquisita dai Caotorta che vi aggiunsero due piccole barchesse simmetriche staccate dalla villa e l’oratorio dedicato alla Beata Vergine del Rosario.

L’oratorio venne demolito nel 1913 (Ponzano note storiche, Grafiche Vianello 1981, pp. 72-73, si veda anche Tracce di Dio nel paesaggio dell’uomo, Grafiche Antiga 2015 p. 135. Nel 1916 l’ultimo discendente dei Caotorta Andrea cedette la villa ai suoi gastaldi De Marchi per 20.000 lire, come documentato dall’atto del notaio Cappeller conservato nell’archivio di don Angelo Trevisan. (ville venete 1999).

Nel tempo la villa passò a vari proprietari, sempre contadini del luogo, che apportarono modifiche sia alla villa che alle barchesse.

Negli anni ’90 iniziò il restauro della villa e in seguito anche di una barchessa, mentre l’altra è in stato di degrado.