Famiglie Storiche di Ponzano Veneto
La famiglia: Girotto
Girotto
ORIGINE DEL COGNOME
Con suffisso in -otto da collegare o ai nomi GIRI, GERI, GEROTTI, o al soprannome dal termine giro (ghiro),
o forma accorciata di Ruggero, o da gera (ghiaia). Oppure da Girot, militare delle truppe napoleoniche.
FRAZIONE DI PROVENIENZA | Merlengo
PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
AC: La famiglia di Liberale Girotto di Domenico, nato nel 1773, di professione fittaiuolo, è iscritta al foglio numero 6151 dei registri anagrafici di Merlengo per gli anni 1835-1838.
Liberale del 1773 e il figlio Sante del 1806 nascono a Caonada, Montebelluna e giungono a Merlengo in data imprecisata ma dopo il 1831, anno di nascita a Caonada di Luigi, fratello di Davide e prima del 1839, anno di nascita a Merlengo di Davide.
CAPOSTIPITE | Domenico
SOPRANNOME | Biraleto
NOTIZIE E CURIOSITÀ
Ha ricevuto l’onorificenza della Croce di Cavaliere di Vittorio Veneto Girotto Sante (classe 1898).
Caduto nella Seconda Guerra Mondiale: Girotto Giuseppe (classe 1913).
Alla fine dell’800 sono emigrati 11 membri di questa famiglia con destinazione San Paolo (Brasile), Svizzera e Austria. Nel ’900, a partire dal 1906 fino al 1968, emigreranno in 25 verso Francia, Perù, America, Argentina, Germania, Venezuela e Canada.
Dai ricordi di Adriana Girotto di Giuseppe (classe 1941)
I Girotto discendono tutti da un unico ceppo che fa capo a Domenico che nacque probabilmente alla metà del 1700, da Liberale (classe 1773) e da Sante (classe 1806), antenato dal quale si dipartono 2 rami, quello di Davide e quello di Luigi suoi figli. Come detto prima arrivano a Merlengo tra il 1831 e il 1839.
I ricordi di Adriana risalgono al nonno Domenico (classe 1869, figlio di Luigi classe 1831) che era soprannominato Biraleto, nome di un suo servitore che era più conosciuto del padrone perché era spesso in osteria.
Domenico aveva 3 fratelli: Mattia (Matteo-classe 1872), Giovanna e Rosa (classe 1878).
Domenico, Mattia (Matteo) e Liberale Bianchin marito di Giovanna acquistarono nel 1926 dal sig. Innocente Baggio la casa colonica di via Capitello al civico 22 con appezzamenti di terreno annessi. La casa fu divisa sostanzialmente in tre parti: la parte a sinistra fu destinata a Matteo, la parte centrale a Domenico, quella a destra alla famiglia di Giovanna.
Nel 1933 Matteo è emigrato a Tolosa in Francia con moglie e figli, ha venduto la sua parte di casa a Giulio Pavan (Voeo) che faceva il fabbro.
Domenico si sposò con Natalina Feltrin e da lei ebbe 7 figli: Albina (classe 1898), Giosuè (classe 1900), Irma (classe 1902), Maria Giuseppina (classe 1906), Giovanna (classe 1908), Ines Natalina (classe 1911) e Giuseppe (classe 1913-padre di Adriana e di Natalina detta Tina).
Albina sposò Santo Canazza e visse a Carceri, una frazione di Este in provincia di Padova. Papà Domenico andava spesso a trovare lei e altre famiglie Girotto che abitavano da quelle parti.
Giosuè emigrò nel 1935 in Francia e lì rimase fino alla morte.
Irma sposò Giovanni Martinelli di Castagnole e i loro due figli emigrarono in Canada.
Maria Giuseppina si fece suora con il nome di suor Natalina e, forse influenzata da papà Domenico che ammirava l’operato di don Giovanni Bosco, si recò a Torino dove esercitò la sua missione presso il Cottolengo.
Giovanna sposò Cesare Mazzobel di Castagnole ed ebbe due figli oggi ancora viventi.
Ines Natalina si fece suora francescana con il nome di suor Gustava, esercitò la sua missione in Lombardia, Friuli e poi in Francia, prima a Parigi e poi a Lemans.
Giuseppe conobbe Maria Meneghetti, sua futura moglie, quando faceva il militare in una caserma a Lovadina vicino alla casa di Maria. Si sposarono nel 1940, nel 1941 nacque Adriana e l’anno dopo Natalina (Tina). Nel 1942 Giuseppe fu richiamato alle armi e mandato in Russia con il 3° Reggimento Bersaglieri, 25a Brigata, 11a Compagnia, P.M.40.
Adriana conserva una raccolta di lettere “sporche di sangue”, indirizzate alla moglie e al padre, nelle quali chiedeva ai famigliari e al suo grande amico d’infanzia don Angelo Panziera se fosse stata inoltrata al Tribunale la richiesta di congedo.
Infatti Giuseppe non sarebbe dovuto partire, perché aveva un padre anziano, la moglie, una bambina in tenera età ed una in arrivo: era quindi l’unico sostegno per la famiglia.
Ma purtroppo la richiesta e la relativa documentazione non furono mai inoltrate, perché il padre di Giuseppe, Domenico, era un antifascista piuttosto “vivace”, uno che esprimeva liberamente le proprie idee e che non stava certo con la bocca chiusa e quindi non era ben visto dalle Autorità.
Nelle stesse lettere Giuseppe scriveva anche che alcuni soldati nelle sue condizioni erano tornati a casa, infine nell’ultima lettera non scritta da lui, perché la grafia è diversa, informa i famigliari di essere stato ferito.
Purtroppo la Campagna di Russia fu fatale a Giuseppe che morì assieme a tanti altri Italiani in quell’orribile campo di battaglia. La famiglia per tanti anni non seppe nulla, fu solo per interessamento del procuratore della Repubblica dott. Antonio Fojadelli se, dopo il 2000, il certificato di morte presunta fu ufficializzato dichiarando che: “GIROTTO Giuseppe è morto a Konovaloff (Ucraina) il 19-2-1942 perché dopo quella battaglia nessuno lo ha più visto”.
Durante la guerra Domenico nascose due suoi nipoti che erano scappati e quindi considerati disertori: dormivano nel solaio il figlio della figlia Albina Romeo Canazza e il figlio della sorella Rosa Ruggero Bianchin detto Toni. Pro- babilmente qualcuno aveva fatto la spia dicendo che dai Girotto si nascondevano due giovani.
Quando arrivarono i Tedeschi per controllare, per fortuna non riuscirono a scovarli e i due si salvarono.
Dopo il bombardamento a Treviso del 7 aprile 1944 in casa Girotto fu ospitata una famiglia sfollata che aveva perso la casa. Adriana ricorda che, dopo la guerra, ogni tanto queste persone tornavano a Merlengo e per riconoscenza portavano dolci alle bambine della famiglia che li aveva accolti nel momento della difficoltà.
Domenico era molto religioso tanto che ogni sera recitava inginocchiato il Rosario alla Madonna perché gli concedesse una buona morte: morirà il giorno dell’Immacolata Concezione.
Andava spesso a confessarsi presso la chiesa Votiva di Treviso dal frate Samuele Girotto, che affermava essere suo parente e ritornava a Ponzano a piedi, così, diceva lui, aveva modo di riflettere.
Prendeva in giro la nuora perché amava molto i fiori e spesso le diceva: “Maria, oggi magnemo fiori?”, ma era contento che fosse amante del giardino e che tenesse bene la casa.
Del resto Maria era vissuta in una casa molto curata a Lovadina ed era abituata ad una certa agiatezza.
Avrebbe voluto diventare insegnante, ma in una famiglia di tutti maschi dovette aiutare la madre in casa.
Organizzava gite e feste con le amichette vicine di casa e le compagne di scuola delle figlie.
Ha fatto enormi sacrifici per far studiare la figlia Adriana che è diventata insegnante.
La seconda figlia Natalina invece ha lavorato come sarta in vari laboratori e anche da Benetton.
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