Famiglie Storiche di Ponzano Veneto

La famiglia: Povegliano

Povegliano

image 1950, via Ruga. Casa di Iseo Piovesan (Tirondeo). La famiglia di Povegliano Giuseppe, da sinistra: Alfeo, Danilo, mamma Emilia, Renzo, Laura, Mattea e Elio.
ORIGINE DEL COGNOME
Con molta probabilità da Poveglia, isola della laguna di Venezia denominata Poveggia nelle antiche mappe cinquecentesche.

APPA VR: Il 19 agosto 1663 Antonio di nd.(abbr. di quondam) Mattio Poveian contrae matrimonio con Madalena di nd. Paolo Fav(a o e) ro.

APPA VR: Il 26 marzo 1669 viene battezzato Anzolo di Antonio Poviian e Madalena.

Il 16 settembre 1716 viene battezzata Anzola figlia di Francesco Povegian e di Mattia.


CAPOSTIPITE Osvaldo | Povegliano

FRAZIONE DI PROVENIENZA | Paderno

PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
La famiglia di Giuseppe Povegliano di Osvaldo, nato nel 1761, di professione muratore, è iscritta al foglio numero 633 dei registri anagrafici di Paderno per gli anni 1835-1838.

Il soprannome Capozzolo, comune anche alla famiglia di Povegliano Antonio, fa pensare a un capostipite comune che non è stato possibile riscontrare dai registri anagrafici.

SOPRANNOME | Capozzolo (Capossoi)


CAPOSTIPITE Arcangelo | Povegliano

FRAZIONE DI PROVENIENZA | Paderno

PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
La famiglia di Antonio Povegliano di Arcangelo, nato nel 1808, di professione muratore, è iscritta al foglio numero 6335 dei registri anagrafici di Paderno per gli anni 1835-1838.

Il soprannome Capozzolo, comune anche alla famiglia di Povegliano Giuseppe, fa pensare a un capostipite comune che non è stato possibile riscontrare dai registri anagrafici.

SOPRANNOME | Capozzolo (Capossoi) - Campaneri


image Povegliano Giuseppe e Benedetti Emilia.
image Luigi Povegliano (1872-1937) di Giuseppe e Costanza Girolama Barbisan, coniugato con Francesca Piovesan. Di professione muratore (particolare tratto dalla foto dei primi del ‘900 qui di seguito).

image Treviso, primi ‘900. Capicantiere e maestranze. Al centro Luigi Povegliano (nonno di Elio).
NOTIZIE E CURIOSITÀ
Nel 1871 sono emigrati in Austria Povegliano Angelo, Antonio, Carlo, Giovanni e Luigi.

Dal 1923 al 1993 sono emigrati 23 membri di questa famiglia con destinazione Belgio, Canada, Svizzera, Argentina, Francia e Brasile.

Prima Guerra Mondiale: Povegliano Albino Candido (classe 1887) disperso il 27-10-1917 e Povegliano Primo deceduto come prigioniero di guerra a Sigmundscherberg il 19-4-1917.

Albino Candido era il 1°marito di Antonia Maria Bianchin (Tonina-classe 1888) e papà di Romeo qui sotto citato.

image Elio Povegliano.
Tonina sposò in 2ᵉ nozze Candido Povegliano e da loro nacque Albina (1921-2009) che portava il nome del padre.

Seconda Guerra Mondiale: Povegliano Romeo (classe 1913) di Albino e Antonia Bianchin (Tonina) disperso in mare il 28-3-1942 nel siluramento della nave Galatea al largo delle coste Albanesi. Nel Borgo Ruga abitava, come detto prima, Antonia Bianchin (Tonina) che sposò in prime nozze Albino Povegliano (classe 1887), disperso durante la Prima Guerra Mondiale nel 1917 e da lui ebbe Romeo.

In seconde nozze sposò Candido Povegliano (Gasparo) e da lui ebbe Albina e Pierina.

image 1961. Carla Povegliano (seduta con scamiciato bianco) assieme alle compagne e all’insegnante del Corso di Economia Domestica.
Albina (classe 1921) sposò nel 1944 Emilio Povegliano (classe 1917), figlio del fruttivendolo ambulante Giuseppe e di Carlotta Massolin.

Da loro nascerà Carla (classe 1945) che vivrà nel Borgo Ruga fino a 11 anni.

Emilio lavorò in Questura a Venezia e per questo era detto Memi Questuroto.

Era molto amico di don Remigio Tessarolo e, assieme a Bepi Campaner, era considerato il suo autista personale, perché lo accompagnava anche in piacevoli gite tra le colline trevigiane. In tempi più recenti ha guidato il pulmino dell’Asilo di Paderno.

Albina negli anni ’50 lavorò per la fabbrica
image1950. Da sinistra Antonia Maria (classe 1888-Tonina) Bianchin in Povegliano, Carla Povegliano e Albina Povegliano.
Tonina Bianchin era sorella di Gerolamo, mamma di Albina e nonna di Carla. Carla, figlia di Emilio Povegliano (Memi Questurotto) e di Albina Povegliano, sposò Elio Giacomel (del Posso), di Antonio e Genoveffa Giacomel.
Rubazzer di Borgo Cavalli a Treviso che produceva pantofole (scalfaroti ovvero papusse).

La sorella Pierina sposò Mario Michielin di Sante (Forner) e da lui avrà Sonia e Romeo che porta il nome dello zio materno disperso nel 1942 durante la Seconda Guerra Mondiale.

La famiglia Povegliano è committente dell’affresco dell’Annunciazione di M.V. tra S.Giuseppe e S. Antonio situato in Borgo Ruga all’interno del cosiddetto “palazzin dei Povegliano” (1876).

I fratelli Ettore e Mario di Giovanni Povegliano Campaneri, valenti intagliatori, realizzarono i portali della chiesa di Paderno, sui quali vennero scolpiti all’esterno quattro blasoni in legno di noce: 9 luglio-CG-BM-1937 che si riferiscono a Carlo Galli e alla moglie Bianca Médral.

image Albina Povegliano (1921 - 2009) in Povegliano.
Carlo Galli era ambasciatore di S.M. il re d’Italia ed era figlio di Emilio e di Clotilde Lucich, proprietari della villa Barbaro a Paderno prima della marchesa De Morpurgo. L’opera era stata commissionata con molta probabilità da Carlo Galli che aveva la madre sepolta nella tomba gentilizia dei nobili Lucich che negli anni successivi fu purtroppo smembrata e fatta scomparire.

Dai ricordi di Elio Povegliano
Elio racconta che la famiglia del padre era costituita da papà Luigi, da mamma Francesca Piovesan e da 8 figli: Giuseppe, Ermenegildo, Giovanni (Berto), Ettore, Antonio, Arturo, Rita e Elena.

I maschi, rispettando un’antica tradizione, erano tutti muratori, infatti si diceva che il lavoro più diffuso nell’isola di Poveglia, da dove proveniva la famiglia, fosse quello di tagliapietra, collegato appunto con il mondo dell’edilizia. Infatti sappiamo per certo che Giuseppe Povegliano (classe 1761-antenato di Elio) era un valente muratore da un’iscrizione su lapide, oggi perduta, che si trovava nel cimitero di Paderno, segnalata da Francesco Scipione Fapanni* e da una citazione dell’Agnoletti* che testimonia la sua collaborazione nella ricostruzione della chiesa di Paderno nel 1806.

image Belgio. Pierina Povegliano con il marito Mario Michielin e il figlio Romeo.
Inoltre la tradizione vuole che con i resti lapidei di tale lavoro si sia costruito il famoso Palazzin del Borgo Ruga. Giuseppe Povegliano e Emilia Benedetti, genitori di Elio si sposarono nel 1933 e dal loro matrimonio nacquero 6 figli: Alfeo, Danilo, Renzo, Laura, Mattea e Elio.

Nel borgo vi erano tantissimi bambini, una banda di almeno 30 ragazzini che giocavano per strada senza alcun pericolo dato che il traffico era praticamente inesistente.

I giochi più diffusi erano il pito, i bussoeoti, nascondi cucco, salta moreri, il pallone, la fionda e el zogo dei morti coe sgiapare (un misto tra booling e curling dei nostri tempi). Da grandi molti emigrarono, infatti Danilo andò nel 1955 in Canada dove lavorò come tappezziere, Renzo emigrò nel 1957 in Canada dove fece l’imbianchino e Alfeo emigrò nel 1960 in Canada dove lavorò come muratore.

Elio invece rimase in Italia e lavorò prima come idraulico per varie ditte e poi come autista ACCT.

La famiglia abitò dapprima in via Ruga e poiché dentro al Borgo non vi era spazio sufficiente per tutte le numerose
image fine anni’40. Matrimonio per procura di Pierina Povegliano con Mario Michielin. Alla destra della sposa il cognato Domenico, più in basso il suocero Sante.
famiglie, in seguito parte della famiglia si spostò in una casa in via Cicogna e infine in tempi più recenti nell’edificio che oggi ospita la Banca di Credito Cooperativo.

In queste due ultime abitazioni la mamma di Elio avviò i negozi di merceria, attività commerciale che fino all’inizio degli anni ’60 aveva esercitato come ambulante, spostandosi nel territorio comunale prima con un carretto e poi con la moto.

In particolare l’ultimo negozio rimase aperto dal 1984 fino al 1994, poi il locale fu messo in affitto.

Molti erano a quell’epoca gli ambulanti che vendevano articoli di merceria e biancheria intima, ma non si intralciavano l’uno con l’altro, perché c’era tanta richiesta e evidentemente la concorrenza era di là da venire!

Oltre ad Emilia ci si poteva imbattere in Caterina Genovese (Catina Biasona), Clara Pivato (Clara), Santina Pizzolon (Catina Caramel), Augusto (Gusto) Migot (Carniel) che si spostava con un asinello.

image Romeo Povegliano (1913 - 1942).
Mamma Emilia, donna pratica ed oculata, insegnava ai figli a non rincorrere i facili guadagni, ma li spronava ad apprendere un mestiere che avrebbe dato loro comunque la sicurezza economica.

Era lei che amministrava il danaro guadagnato dai figli e lo distribuiva a seconda delle necessità della famiglia e dei singoli figli.

* Il 21 ottobre 1855 Francesco Scipione Fapanni copiò dal pavimento del cimitero di Paderno questa iscrizione su lapide

Qui
giaciono le ceneri
di Giuseppe Povegliano
valente muratore
nato in Paderno
morì lì XIV giugno
MDCCCXXXVIII
di anni LXXVII mesi IV
i figli dolenti
questo monumento eressero
al proprio genitore
ed a se stessi


image Paderno 1960. Da destra Gesuino P., Emilio P. (Memi), la sposa Ernestina figlia di Caterina Gasparini (Katy) e Antonio Martini (d° Massolin), Albina P., Carla P. e Teodolindo (Nino) P.
tratto da Congregazione di Ponzano Memorie storiche raccolte da Francesco Fapanni
Nell’anno 1861 Volume XIV (Biblioteca Civica di Treviso-manoscritto n. 1363)

* Carlo Agnoletti in Treviso e le sue pievi Merlengo, Paderno, Ponzano, 1897-1898, scrive alla p. 616 del capitolo riguardante Paderno “di Campagna”:

Nel 1752 si attendeva di alzar il campanile; nel 1790 si riconobbe il bisogno di chiesa nuova, e fu ripetuto l’ordine di costruirla nel 1796; ma solo il 3 marzo 1806 se ne imprese il lavoro con disegno simile alla Fava di Venezia, dirigendolo Gius. Poveglian e ben meritando, con altri, Luigi Giacomelli che offrì un tabernacolo di ferro fuso della sua fabbrica di battirame, e vi stabilì una mansioneria.

image Carlotta Massolin, mamma di Emilio Povegliano.
Dai ricordi di Mariella Sanson
Luigi Povegliano (classe 1935- Capossoi - Ijo Barbier) iniziò a 8 anni a maneggiare forbice e pettine, attrezzi che lo avrebbero accompagnato per tutta la vita.

Infatti metà giornata andava a scuola, l’altra metà la trascorreva nella bottega di Rodolfo Zanatta (Biasoni Barbier). Finite le Elementari cominciò, in sella ad una vecchia bicicletta, ad andare a Treviso, dove fece l’apprendistato, quando di sera tornava a casa, tagliava i capelli a domicilio guadagnando al massimo un uovo o poco più.

Nel 1955 Ceceta Giacomel, il barbiere di via Pioppe, decise di emigrare in Svizzera e gli lasciò il locale, così Luigi iniziò la sua nuova avventura con il 1° negozio.

Il locale era praticamente vuoto, tanto che per il primo cliente fu costretto a chiedere in prestito una sedia all’osteria di fronte alla bottega.

Dopo sette mesi dovette partire per il servizio militare, fu costretto così ad interrompere l’attività.

image Albania 13-6-1943. Assunto Povegliano.
Dopo la naja, arrivarono le prime poltrone e qualche nuovo attrezzo da lavoro e due brocche per scaldare l’acqua sulla stufa a legna, una grande per i lavaggi dei capelli ed una piccola per fare la barba.

La domenica pomeriggio faceva le ultime pettinature per i ragazzi che andavano a trovare la morosa.

Nel 1959 il matrimonio con Mariella Sanson, sua preziosa collaboratrice, e poi l’arrivo delle figlie Emiliana e Assuntina che diventeranno entrambe estetiste molto note in paese.

Nel 1966 arriva il 1° riconoscimento a livello provinciale, infatti Luigi vincerà il 1° premio al Concorso Provinciale di acconciatura maschile, modello per l’occasione Vittorio Badesso.

Successivamente si sposterà nel suo 2° negozio in piazza Aldo Moro e avrà con sé i primi lavoranti.

Il lavoro comincia veramente a dare delle soddisfazioni, ma la sua grande aspirazione è quella di fondare una scuola per acconciatori maschili. Il suo sogno si realizzerà tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 quando nascerà la CATAM (Centro artistico trevigiano acconciatori maschili, aderente all’ Associazione nazionale ANAM).

Assieme ai suoi colleghi, Luigi contribuì a rendere conosciuta e
image Tessera dell’U.S. “Ricci Ponzano” dell’atleta Luigi Povegliano di Assunto.
meritoria l’Associazione che, dal 1972 al 1982, ottenne prestigiosi risultati sia a livello nazionale che internazionale.

Inoltre come giudice di gara, portò alla qualifica con un titolo mondiale tutti gli allievi alle sue dipendenze.

Nel 1987 si trasferisce con quattro nuovi dipendenti nel nuovo salone in via Barbaro che comprenderà anche una sezione di estetica dove lavorano le figlie.

Nel 1994 riceve dal Gruppo “Milo Burlini” il Premio Mastro d’Oro per la sua lunga esperienza e perizia in campo artigianale.

Nel 2007 la Camera di Commercio gli conferisce il Premio Fedeltà al lavoro e Progresso economico.

Dai ricordi di Pierina Piovesan e Antonella Povegliano
Antonio Povegliano, a tutti noto in paese come Toni Ciucia, ha iniziato a lavorare a 13 anni: al mattino seguiva nel commercio ambulante Chechi Zanchetta nei vari mercati e il pomeriggio faceva cappelli di paglia nel laboratorio di via Pioppe sempre di Zanchetta. Era molto abile nella lavorazione della paglia di Firenze, tanto che insegnava alle altre lavoranti e occupava il banco decorazioni floreali dove dipingeva i cappelli con grande maestria. I clienti a quell’epoca erano prevalentemente i contadini che, lavorando nei campi, indossavano sempre il cappello di paglia per ripararsi dal sole.

Dal 1958 Toni subentra a Chechi Zanchetta continuando l’attività di ambulante che, specialmente nei periodi della mietitura e della vendemmia, si prolungava anche di pomeriggio, perché nei paesi tutti aspettavano l’arrivo del cappellaio.

Oltre ai cappelli di paglia, Toni cominciò a vendere berretti, cappelli in feltro da uomo, tipo Borsalino, e ombrelli.

In quegli anni tutti gli uomini portavano il cappello e questo sia in città che in campagna senza distinzione
image1964. Da sinistra Tarcisio Lorenzin, Antonio Povegliano (Toni Ciucia), Ciso Menin, Luigi Povegliano (Ijo barbier) e Giacomel (?).
di classe sociale. Diverso era il discorso per le donne che in campagna portavano il fazzoletto e il cappello di paglia da lavoro, invece in città le donne, specialmente quelle di una certa posizione sociale, si recavano dalla modista.

Toni, quando rientrava dai mercati, vendeva in paese, quasi per scherzo, scarpe comprate all’ingrosso e ben presto da questa specie di divertente passatempo nacque l’idea di aprire un negozietto di scarpe.

Nel 1962, assieme alla moglie Pierina, Toni avviò questo esercizio in una stanzetta in via Pioppe, poco distante da dove abitava con la famiglia, a fianco al casoin di Mario Pretotto, di fronte all’attuale erboristeria.

image1940. Da sinistra Luigi, Bruno e Antonio Povegliano.
La moglie Pierina ricorda che il negozio era arredato in maniera alquanto modesta con scaffali posticci e un bancone rosso da macellaio.

Verso la fine degli anni ’60 il negozio si trasferì in piazza Aldo Moro, se ne occupava soprattutto Pierina, mentre Toni continuava prevalentemente con l’attività di ambulante.

Nel 1986 il salto di qualità con un nuovo negozio in via dei Fanti dove collaborerà anche la figlia Antonella che, assieme alla madre Pierina, porterà ottime marche, qualità e buon gusto nella scelta delle calzature e dei cappelli.

Negli anni infatti il negozio sarà frequentato da un’ottima clientela proveniente sia dai paesi limitrofi che dalla città. Nonostante il successo dell’attività, nel 2003 il negozio chiuderà i battenti per scelte di carattere famigliare.

Nel frattempo il figlio di Toni Roberto inizierà ad
image11-5-1959. Luigi e Maria (Mariella) al momento dello scambio delle fedi con la benedizione di don Remigio Tessarolo.
aiutare il padre nei mercati, attività che continuerà anche dopo la sua morte. Infatti tuttora Roberto e Antonella Povegliano portano avanti con dedizione e passione il lavoro di Toni Ciucia nei mercati di Treviso, S. Donà, Montebelluna, Visnadello e S. Biagio.

Nel 2009 Antonio Povegliano ha ricevuto dal Comune di Ponzano Veneto, sotto l’Amministrazione Niero, un riconoscimento per i suoi 40 anni di attività commerciale e nel 2013 l’Associazione Confesercenti lo ha premiato per i 50 anni di attività nel mondo del Commercio.

Importante personaggio della famiglia Povegliano fu il prof. Bruno Povegliano, nato nel Borgo Ruga nel 1939 da Ettore e Norma Pretotto, infatti era
image11-5-1959. Foto di gruppo davanti alla chiesa di Paderno. Da sinistra Bruno e Assunto Povegliano, la sposa Maria (Mariella) Sanson, lo sposo Luigi Povegliano, Antonio Povegliano con la fidanzata Pierina Piovesan e Silvano Povegliano.
chiamato Bruno dea Norma. Frequentate le scuole, prima a Paderno e poi a Treviso, conseguì la maturità classica presso il Liceo Canova.

Approdato all’Università degli Studi di Padova, si laureerà in Ingegneria Elettronica.

Si dedicò per buona parte della sua vita all’insegnamento, educando e trasmettendo a diverse generazioni di ragazzi il valore della Scienza.

Da giovane coltivò come hobby il lavoro a traforo, infatti costruì, con mirabile perizia, una stupenda torre Eiffel alta più di un metro, che la famiglia amava illuminare al passaggio della processione del Venerdì Santo.

Da adulto invece ebbe due grandi passioni: la fotografia e la musica. Nell’ambito della fotografia
image Assunto Povegliano e Ida Baseggio.
prediligeva come soggetti: i paesaggi, i volti e le ville, ma anche la foto scientifica servendosi dei macrobiettivi.

In ambito musicale, fu un fine intenditore di musica organistica e raggiunse un buon livello come pianista, tant’è che si recava spesso a suonare dall’amico Giovanni Chiozzi nella villa Manolesso-Ferro, nella villa Gosetti e l’organo nella parrocchiale di Merlengo.

Morì nel 1999 a Castelfranco Veneto e tumulato a Selva del Montello dove si era trasferito con la moglie Gabriella Alessi.

Molto noto in paese era anche Luigi Povegliano (Capossoi) da tutti conosciuto come Pinella-Pinea Tapessier, tappezziere appunto e materassaio che aveva il suo piccolo laboratorio nel Borgo Ruga.

image 1966. Concorso provinciale di acconciatura maschile. Modello Vittorio Badesso.
image In salone...

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image Sopra: Luigi nel salone di via Biscaro con la famiglia e i collaboratori.
sinistra: 1969. 2° negozio. Da sinistra, Emiliana, Luigi, Giuseppe Massolin, Roberto Marzo e ?.
image Mastro d’oro 1994.
image30 giugno 2007. Premio Fedeltà al Lavoro.

image 2010. I 3 “mafiosi”. Da sinistra Antonio Povegliano (Toni Ciuccia), Giannino (Fantino) Baldo, Luigi Povegliano (Ijo Barbier).
image 1955. Luigi davanti al primo negozio in via Pioppe.
image Paderno 1955 - Bepi Campaner e Rita Bunisioea sposi.


Toni e Pierina morosi.

A sinistra: Silvio Povegliano Campaner al matrimonio di Gigetta Marcuzzo e Angelo Martignago.

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image Sopra: Toni Ciucia al mercato di Treviso (foto di Giuseppe de Pieri)

anni ‘90. Toni con una cliente.

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image primi anni ‘60. Borgo Mazzini a Treviso. Da destra Chechi Zanchetta, Toni Ciucia, Memi Zanchetta, sig. De Zotti commerciante di articoli sportivi.

image da sinistra Pierina con Antonella, Stella Dal Col con Paola, Lina Pavan con Lorenza.

image Da sinistra Pierina con Antonella e Stella Dal Col con Paola.
imageEttore Povegliano (Campaner) intagliatore, autore della grande cornice dorata della tela di Bartolomeo Orioli “Fuga in Egitto” degli inizi del ‘600 che si trova nel secondo altare a sinistra della chiesa di Paderno. La cornice venne intagliata nel 1938..

image Fine anni ‘60. Da destra Bruno Povegliano in un momento conviviale con Gino Gola e il daziere Benito Giacomini.
image Anni ’50 Davanti al portone del magazzino Zanchetta a Paderno. Da sinistra Pierluigi Pretotto, Vito Vacariol (?), Remigio Zanatta, Antonio Povegliano, Ceceta Giacomel, Romano Pivato e Gineto Zanatta.

sinistra: Toni e Pierina sposi.

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