Famiglie Storiche di Ponzano Veneto

La famiglia: Giacomel

Giacomel

image In piedi da sinistra Mario, Iseo, Dino, Virgilio e Guerrino, seduti da sinistra Giuseppe, Candida e Maria (sorella di Giuseppe), accosciato davanti Sante, manca Amalia.
ORIGINE DEL COGNOME
Dal nome Giacomo con suffisso diminutivo -ello.

La forma con caduta di vocale finale è veneta e in particolare di Ponzano Veneto.

Giacomo: dal lat. Jacomus variante tarda di Jacobus da cui è derivato Giacomo (sciocco, semplicione).

FRAZIONE DI PROVENIENZA | Paderno

PRESENZA DOCUMENTATA NEL TERRITORIO
AC: La famiglia di Domenico Giacomel di Gio Batta, nato nel 1758, di professione agricoltore, è iscritta al foglio numero 6307 dei registri anagrafici di Paderno per gli anni 1835-1838.

CAPOSTIPITE | Giobatta

SOPRANNOME | Jacomel

image 1954, Paderno. Una delle case storiche dei Giacomel in zona via Croce.
image1955. Francesco Giacomel (Keki) e Teresa Tonon, genitori di Ciccio, scherzano davanti a casa.

NOTIZIE E CURIOSITÀ
Dal 1885 al 1968 sono emigrati 24 membri di questa famiglia con destinazione: Francia, Australia, Svizzera, Canada, America, Belgio, U.S.A. e Uruguay.

Prima Guerra Mondiale
Giacomel Luigi deceduto nel 1918.

Ha ricevuto l’onorificenza della Croce di cavaliere di Vittorio Veneto Giacomel Albino (1896).

image 1935. Giuseppe e Candida Pretotto (Nana).
image Nanea e Maria Giacomel.
imageSante e Elisabetta Romano.

image Primi anni ’50. Sante e Amalia.
Seconda Guerra Mondiale

Giacomel Casimiro deceduto a Tripoli il 7-12-1942.
Francesco Giacomel (classe 1940) ha ricoperto la carica di Consigliere dal 1970 al 1980.
Remo Giacomel (classe 1961) ha ricoperto la stessa carica dal 1990 al 1992.

Giacomel Pietro (Ciccio) classe 1929, ha vissuto in Canada dal 1954 al 1966.

Dopo tanti sacrifici, si è affermato diventando un piccolo imprenditore con venti operai alle sue dipendenze. Costruiva case in legno e poteva mandare soldi a casa per aiutare i vecchi genitori e i fratelli più piccoli.
(v. RPV p. 213 e segg.).

Tornato a casa a 37 anni, ha gestito per un periodo l’osteria “da Biscaro” e in seguito, assieme alla moglie Aurelia Milanese, ha seguito con successo fino alla pensione l’osteria “da Ciccio” in via Croce.

Pietro (Ciccio) è stato il committente della Croce in ferro di via Croce (1977) e costruttori Dino e Sante Giacomel. Riguardo a questa Croce, si veda Tracce di Dio nel paesaggio dell’uomo Grafiche Antiga 2015 p. 47.

image Anni ’40. Angelo Giacomel (Ceceta con due amiche.
image Anni ’40. Angelo Giacomel (Ceceta) al lavoro.

Angelo Giacomel (Ceceta) di Catterino era il barbiere di Paderno negli anni ’40.

Emigrò in Svizzera e lasciò la bottega di via Pioppe a Luigi Povegliano (Capossoi) a metà degli anni ’50.

Tra gli anni ’40 e ’50 a Paderno si costituì un’orchestrina, che allietava le feste soprattutto durante i matrimoni, suonando il liscio e canzoni popolari come: “lo sai che i papaveri son alti, alti, alti e tu sei piccolina….”!

Il complesso era composto da: Angelo Giacomel (Ceceta-barbier) al violino, Giacomo Giacomel (“Meto” - becher e saeader norcino) alla batteria, Antonio Giacomel (Toni) alla chitarra e in seguito da Olivo Carniato (l’Orbo Pasquaeoto) alla fisarmonica e Ampelio Micein da Castagnole al violino.

image Enrichetta G. (del Posso) negli anni ’50.
Tra i personaggi della famiglia Giacomel è sicuramente da ricordare Maria detta Bia che fu per diversi anni la domestica della maestra Bice Carretta. Morì, nel 1997, senza mai aver avuto gravi malattie, all’età di 104 sempre amata e ben voluta da tutti.

Piero Pizzolon scrisse su di lei un divertente racconto nel quale la descriveva nel momento in cui, facendosi spazio tra gli alunni vocianti, portava il caffè di mezza mattina all’anziana maestra Bice.
(si veda Abbecedario ponzanese -Grafiche Tintoretto 2005 p. 35).

Dagli archivi comunali, di questa numerosa famiglia, risultano 3 rami, tutti derivati da un unico ceppo che fa capo a Giobatta (nato con molta probabilità attorno al 1730) e a suo figlio Domenico (classe 1758).

image 1941. Da destra Antonio, Dino e Iseo Giacomel.
image 1945 circa. Urbano.


image Gli sposi Erminia Giacomel e Orlando (Nino) Guglielmin con nonna Rosina Rotino e Giacomo Giacomel (zio Meto)
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image 1961. Giuseppe G. con la cugina Angela di fronte alla trattoria da Miotto a Ponzano.
Un ramo deriva dal figlio di Domenico, Giobatta (classe 1793) che porta il nome del nonno.

Gli altri 2 derivano da Giacomo (classe 1790), un altro figlio di Domenico e fratello di Giobatta sopra citati, e più precisamente dai suoi figli Sante (classe 1815) e Antonio (classe 1827). In paese, semplificando, si distinguono 3 rami Giacomel: quello di via Roma, detto “del Posso” (del Pozzo), quello di via Croce e quello di via Ruga.

Di questa famiglia numerosa alquanto ramificata abbiamo raccolto documentazione da Guerrino di Giuseppe (classe 1901) fu Sante (classe 1865) figlio di Antonio (ramo via Croce), da Maria Guglielmin (classe 1940), di professione sarta, sposata con Urbano Giacomel (classe 1938) di professione cameriere (ramo via Ruga) e da Elio Giacomel di Antonio (classe 1944, ramo del Posso di via Roma).

Dai ricordi di Guerrino Giacomel (classe 1944), ramo via Croce
La famiglia dei nonni Sante e Elisabetta Romano di Visnadello era costituita da 7 figli: Giuseppe (classe 1901) papà di Guerrino, Giovanni (classe 1895) che sposò Angela Massolin (del ramo del Borgo Ruga), Valentino morto nel 1921 all’età di 12 anni, Maria che, rimasta nubile, amministrò la famiglia del fratello Giuseppe come una vera e propria padrona di casa, Domenica che sposò Angelo Marcuzzo, “Nanea” che emigrò a Louvière in Belgio e Vittoria, morta a 13 anni nel 1915.

image 1962-63, Neuchatel (CH). A sinistra Urbano con il fratello Giuseppe.
Giuseppe sposò l’11-11-1933 Candida Pretotto (Nana Bartota), figlia di Alfonso Pretotto e Amalia Michielin. Giuseppe e Candida ebbero 7 figli: Antonio (classe 1935 detto Mario), Iseo (classe 1937), Dino (classe 1939) di professione metalmeccanico, Virgilio (classe 1941) idraulico, Guerrino (classe 1944) imbianchino, che sposò Gelsomina Piccolo di Visnadello, Amalia (classe 1946 che morirà a 33 anni) e Sante (classe 1950).

I primi figli, fino a Virgilio, nacquero nella casa dei Trentin, da Bepi Maran, in via Roma, dove oggi troviamo il B&B “La Rinascita” gestito da Susanna Trentin, a partire da Guerrino invece nacquero nella casa di sassi in via Croce, costruita dai Pizzolon, di proprietà all’epoca di Mario Pizzolon (detto Oco) e diventata poi dei Giacomel. In questa casa la famiglia di Giuseppe Giacomel andava solo a dormire, per mangiare si recava da Mario Pizzolon (detto Beka) in via Cavalieri di Vittorio Veneto.

La famiglia, prima di trasferirsi in via Croce, fece la spola dal 1933 al 1944 e poi si spostò definitivamente alla fine degli anni ’50 nell’attuale casa di fronte alla casa di sassi sempre in via Croce.

Guerrino ricorda che la sua famiglia lavorava le terre di Cicogna e di Liberali, più 20 ettari di sua proprietà. Morto Giuseppe il 1°giugno 1969, Guerrino continuò l’attività del padre diventando in seguito anche “terzista”. Infatti negli anni ’60 comprò il trattore BUSATO, con accensione a manovella, con seminatrice e sega e lavorava per i contadini che non avevano questi macchinari.

Fino a 10 anni fa Guerrino e Gelsomina possedevano circa 30 vacche da latte, poi hanno smesso questa attività per dedicarsi solo ai vitelloni da ingrosso.

image928. Pietro G. (Pipa).
image Anni ’30. Rosina Rotino.
image Anni ’30. Alberto G.
image Da sinistra Giuseppe G., Romano figlio di Erminia G. e Orlando Guglielmin (Nino).
Dai ricordi di Maria Guglielmin in Giacomel, ramo via Ruga

La vecchia casa dei Giacomel di via Ruga, abbattuta non molti anni fa, era detta casa rossa e si trovava poco prima dell’attuale Centro Anziani, era divisa a metà tra la famiglia di Alberto e quella di Albino (Sbrate) e Elisabetta Zanatta (Beta). La parte della casa di Alberto passerà poi al figlio Pietro.

Il granaio dei Giacomel si trovava nella barchessa di villa Cicogna, vicino al campo sportivo e alle scuole.

Alberto Giacomel sposò Rosa (Rosina) Rotino e da lei ebbe 5 figli: Pietro, Gaetana (Francesca), Antonia, Massimina e Gioconda.

Pietro, oltre che contadino, era anche commerciante di legna che andava a prendere sul Montello con un carretto trainato dall’asino.

Era detto Pipa, appunto perché fumava la pipa, ma siccome sua sorella Antonia non voleva che fumasse, la nuora Maria, per evitare discussioni, la nascondeva in tasca. Possiamo immaginare con quale risultato! SCARSEE BRUSAE DAEA PIPA!!

Le tasche di Maria erano tutte bucate e la sua mamma Agnese ebbe un bel daffare a rammendargliele!*

Dal matrimonio di Pietro (Piero pipa) ed Enrichetta Giacomel (del Posso) nacquero 5 figli: Erminia (classe 1931), Caterina (Mercede - classe 1932), Pierina (classe 1934), Urbano (classe 1938) e Giuseppe (classe 1943).

I Giacomel di via Ruga erano fittavoli dell’onorevole Cicogna che spesso si recava a casa loro: si presentava indossando il tabarro (baracan) e portava il piccolo Urbano a fare delle passeggiate fino a Ponzano nei pressi del torrente Giavera. Infatti Giovanni Cicogna avrebbe desiderato adottare Urbano come figlio d’anima, ma il nonno Alberto non glielo consentì.

Il primo lavoro svolto da Urbano fu quello di operaio addetto all’imbottigliamento di acque minerali presso una ditta di S. Pelaio e contemporaneamente lavorava come cameriere al “Cuor” di Treviso.

Aveva 14 anni e si muoveva in bicicletta 2 volte al giorno. All’età di 19 anni Urbano emigrò in Svizzera, a Neuchâtel, dove fece il cameriere assieme al fratello Giuseppe.

Nel 1957, al matrimonio della sorella Erminia, conobbe Maria Guglielmin che diventerà sua moglie.

Si sposarono il 19 agosto 1961 a Monigo (TV), per il pranzo di nozze, fu portato presso l’osteria “da Remo” un carretto pieno di polli e galline, tutti provenienti da casa Guglielmin di Monigo.

Poi Maria seguirà Urbano in Svizzera e resterà con lui a Neuchâtel due anni e mezzo.

Quando Urbano rientrerà dalla Svizzera sarà assunto a Paderno presso le Confezioni Comunello, dove svolgeva la mansione di stiratore industriale.

Nel dopolavoro andava in vari ristoranti a svolgere il servizio di sala: al “Cuor” dove aveva lavorato da giovane, da “Oro” sulla Feltrina, al “Camin”, al “Fogher”, da “Celeste”, gestito allora dai genitori del celebre Celeste Tonon, alla “Magnolia”, ai “Due Ragni”, al “Bolognese”, da “Miron”, in tanti altri ristoranti rinomati e in ville tra le quali villa Manin e villa Lattes, in occasione di importanti ricevimenti.

Andato in pensione nel 1992 continuò a lavorare nei ristoranti e preparò rinfreschi per matrimoni, lauree, compleanni con l’aiuto della moglie Maria e della figlia Denise.

image Paderno 1958. Pierina G. sposa Luigi Tosato.

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imageSopra 1955, via Ruga.Urbano e Pierina sullo sfondo la vecchia casa Giacomel.
A sinistra : 1965, via Ruga. Nonno Pietro con il nipotino Stefano e la cagnetta Lilly.

image Genoveffa Giacomel con i pronipoti.
Dai ricordi di Elio Giacomel di Antonio (classe 1893) e Genoveffa Giacomel, ramo via Roma
La famiglia di Francesco Giacomel (classe 1861) e Alba Cadda era soprannominata Dal Posso (Dal Pozzo), per distinguerla dagli altri rami Giacomel e abitava in una laterale di via Roma, in una casa colonica di colore rosso che tuttora possiamo vedere all’altezza del B&B La Rinascita di Susanna Trentin (Marani).

Questa casa fu acquistata dai figli di Francesco e Alba, Rinaldo, Antonio e Arcangelo negli anni ’20 del ’900 assieme ad alcuni campi di proprietà dell’ospedale S. Maria dei Battuti di Treviso.

Dei 3 fratelli sappiamo che Rinaldo (classe 1892- Ninee) era sposato con Assunta Cauduro di Selva del Montello, che Arcangelo (classe 1908) sposò Teresa Paronetto (classe 1910), sorella di Piero (Caseta) e che dal loro matrimonio nasceranno Alba che porta il nome della nonna e Francesco (Cesco) che porta quello del nonno.

image Venezia, 1964. Elio Giacomel.
Per quanto riguarda Antonio (classe 1893), sappiamo che sposò Genoveffa Giacomel (classe 1905), sorella di Giacomo (Meto) che, come già detto, era macellaio, aveva un negozio sulla Postumia che sarà gestito in tempi più recenti dal figlio Gualtiero (Walter).

Genoveffa che apparteneva ad un ramo Giacomel diverso da quello del marito, visse fino a 100 anni.

Antonio in gioventù faceva il venditore di latte a Treviso, infatti aveva 2 delle 8 vacche che possedevano
I tre fratelli.

Dal matrimonio di Antonio e Genoveffa nasceranno 5 figli: Elda sposata con il tappezziere Brugnera, Ettore, Mario, Eliseo che sposò Pierina Pretotto, sorella di Giuseppe e di Candido, che tra gli anni ’70 e ’80 avviò con il cognato Elio un lavasecco in via XXV aprile e Elio il più giovane. Elio (classe 1944) che non conobbe il padre morto nel 1945 per problemi al cuore, da adolescente, aiutava la madre nei campi, successivamente lavorò come fotografo a Treviso per alcuni anni.

Nel 1968 sposò Carla Povegliano e nel 1970 avranno una figlia, Marianna, che attualmente vive in Olanda con la famiglia.

* Maria sostiene che, negli anni ’70 Piero Pipa guarì da un tumore alla gola grazie all’intercessione di S. Leopoldo Mandic di Padova.
image1962. Urbano e Maria a Neuchâtel.
image Monigo,1961. Matrimonio di Urbano Giacomel con Maria Guglielmin.

image1961, Monigo. Da sinistra Giacomo Giacomel (zio Meto) macellaio con negozio sulla Postumia, Domenico Tasca (Sanser) mediatore di bestiame, Pietro Giacomel (Piero Pipa), “santoeo” Moreto (padrino di Urbano).
image Sopra: 1978. Urbano serve Giuseppe Mazzotti durante una cena a tema.
imageda sinistra Celeste Tonon, Giuliano Tonon, Urbano G. e la giuria di fronte al pasticcio di fagiano e al fagiano in bellavista.

image1931. I fratelli Giacomel di via Roma (Del Posso). Da sinistra Meto al violino, Amalia al mandolino, Ceceta e Gina alla chitarra, seduta la piccola Pierina Zago.