Ponzano : Note Storiche
CENNI SULLA STORIA DI PONZANO NELL'OTTOCENTO
La formazione dell’artigianato e del commercio locale
Un’importante caratteristica dello sviluppo della società rurale, in Ponzano, tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, fu la formazione di un ceto artigianale e mercantile, che venne ad incidere fortemente sull’organizzazione sociale ed economica locale, in precedenza basata sull’agricoltura.
La creazione di nuovi mestieri, fino ad allora esistenti solo nelle città vicine, comportò probabilmente una crescita dei redditi medi, ed un’apertura a nuove idee ed ambienti, che mutò la mentalità della popolazione del paese, rendendola più disponibile ai mutamenti in atto.
Aumentarono gli scambi tra paesi e si allargò l’orizzonte degli abitanti delle zone rurali: attraverso l’esame dei registri di matrimonio conservati negli archivi parrocchiali del Trevigiano, ho potuto constatare come, nell’Ottocento, i paesani iniziarono a scegliere la propria moglie al di fuori del luogo di residenza, e questo è indice di un’accresciuta mobilità e di comunicazioni più frequenti con le zone vicine.
Nel corso del Settecento, la popolazione di Ponzano era composta soprattutto di agricoltori, oltre ad un paio di osti e bottegai. Non è accertata, invece, fino alla metà dell’Ottocento, la presenza di professionisti, come medici ed avvocati, che si recavano a Ponzano solo per sporadiche vacanze, come Pier Alessandro Paravia, celebre professore di Torino, che verso la metà dell’Ottocento villeggiava spesso a Paderno, alla villa Carli-RubbiTraggo questa notizia dal testo di A. SANTALENA - “Vecchia gente e vecchie storie” - pubblicato a Treviso nel 1891..
Agli inizi del XIX secolo, la dominazione napoleonica introdusse un più severo controllo dello Stato nei confronti delle attività lavorative. Furono perciò compiute, negli anni compresi fra il 1805 ed il 1814, alcune rilevazioni statistiche, suddivise per categorie professionali, allo scopo di organizzare il sistema fiscale e contributivo.
Tavola dell’ “Arte dei Mureri”, cioè dei muratori. Fu dipinta nel secolo XVI ed ha la stessa prove- nienza bibliografica delle precedenti illustrazioni.
La documentazione relativa a Ponzano è conservata tra le carte della “Municipalità di Ponzano”, cioè l’odierno Comune, fondato nel primo decennio dell’OttocentoGli atti della “Municipalità di Ponzano” per il periodo napoleonico sono conservati all’Archivio di Stato di Treviso, Fondo Archivio Comunale, nelle buste 822-823-824-825, che contengono documenti per gli anni dal 1806 a 1808 inclusi. Evidentemente, è andata smarrita la documentazione per il periodo successivo del dominio napoleonico, fino al 1814., con l’attuale configurazione geografica. Fin dalle origini, esso incluse le tre frazioni di Paderno, Ponzano e Merlengo, che fino ad allora si erano mantenute distinte.
Nell’anno 1806 fu compilato un documento, intitolato “Nota dè venditori nel comune di Ponzano, con Paderno e Merlengo”, in cui era annotato:
“PONZANO - bottegaio Domenico Gobbato - (generi venduti): farina gialla; farina con semola; bigoli; riso; aglio; candele di sero; buttiro (= burro).
PADERNO - macellajo Angelo Belusso - (generi venduti): beccaria; pesce salato.
MERLENGO - bottegajo Giuseppe Gobbato; bottegaio Alessandro Scarparo.
PONZANO - oste Francesco Picciol.
PADERNO - oste Arcangelo Benedetti.
MERLENGO - oste Giacomo ZappalortoFoglio manoscritto intitolato “Nota dè venditori nel comune di Ponzano, con Paderno e Merlengo”, da- tato 2 ottobre 1806 e conservato nella cartella “Annona”, busta 823, Archivio Comunale, Archivio di Stato di Treviso.”.
Tra le diverse famiglie, appare evidente che i Gobbato ed i Picciol, già nominati, iniziarono la propria attività come commercianti, per divenire in seguito proprietari terrieri. In quell’epoca il mestiere di oste o “bottegajo” era molto stimato, e permetteva di svolgere un ruolo importante nella vita del paese: Giuseppe Gobbato e Francesco Picciol facevano allora parte del Consiglio Comunale ed erano tra i pochi a saper leggere e scrivere, sia pure non correttamenteCosì scriveva il Gobbato nel 1806"11 Giugno 1806 - Ho riceutto io sottoscritto dal signor Niccolò Longo sindaco ..il decreto sotto il N. 2779 di mia nomina di consilgere del sudetto Comune di Paderno Ponzan Merlengo - Io Giosepe Gobbato” - Documento conservato nella cartella “Amministrazione Comunale”, busta 824, Archivio Comunale, Archivio di Stato di Treviso..
Oltre alle persone suddette, altri consiglieri comunali erano dei benestanti, tra cui i Caotorta, proprietari della villa omonima, mentre il Sindaco era il nobile Niccolò Longo, trasferitosi a vivere a Ponzano da Venezia, e che perciò era trattato con il rispetto abitualmente concesso ai cittadini.
Nell’anno 1807 furono poste all’astale licenze per esercitare, in ciascuna frazione del Comune, le professioni di: “prestinaro di pane venale di frumento; fornaro per cuocere pane bianco ad uso dè particolari; oste, bettoliere e venditore di vino al minuto; macellaro di bestie bovine; macellaro di bestie pecorine; salsamentario, venditore al minuto di acquavita e rosolj…Documento emesso dall"Tntendenza dipartimentale del Tagliamento a Treviso,il 30 settembre 1807 e conservato nella cartella “Finanze”, busta 824, Archivio Comunale, Archivio di Stato di Treviso.. Ciò indica che queste attività non erano ancora praticate a Ponzano, ma si cominciava allora a sentirne la necessità, e per questo motivo l’amministrazione pubblica si preoccupava di regolamentarle.
Nello stesso anno fu compilato un elenco completo delle professioni svolte in Ponzano, al di fuori del settore dell’agricoltura. Esso è molto interessante, perché ci fornisce un quadro completo della società dell’epoca. Ne trascrivo la parte relativa a Ponzano, integrata da alcune note su Paderno e Merlengo:
” 1. Giuseppe Brunetta - Fabbricatore, e venditore di mobili, e lavori di legno, ossia carrer e botter dal 1799.
2. Gregorio Lazzari - idem “in bottega propria, a Ponzano, dal 1757” (il mestiere, cioè, veniva esercitato dalla sua famiglia da un cinquantennio).
3. Domenico Gobbato - (Esercita) il farinate, l’arte di grassina, pescarla, merceria e speziale da grosso nella sua casa, in parrocchia di Ponzano dal 1787.
4. Giovanni Bordignon - (Esercita) l’arte del muratore, o sia intraprenditore per conto di terzi di fabriche - giornaliero, dal 1777.
5. Girolamo Barbisan - (Esercita) l’arte dell’oste, e bettogliere nella osteria a Ponzano dal 1787.
6. Angelo Fontebasso - (Esercita) l’arte del falegname d’edifizj, ossia fabbricatore di lavori di legno (= carpentiere) dal 1777… dichiarò di non saper scrivere.
7. Fulgenzio Bianchin - (Esercita) l’arte del calzolajo in propria Bottega a Ponzan, dal 1795.
8. Antonio Marchetto - (vedi Angelo Fontebasso) ... dal 1796.
9. Giacinto Botteghin - (Esercita) l’arte del bettogliere, o venditore di vino al minuto, già da anni 3 (dal 1804) nella casa sua in Ponzano, alle Calnove.
10. Gaetano Bordignon - (Esercita) l’arte del muratore, o sia intraprenditore per conto di terzi di fabriche - giornaliero, dal 1774.
11. Giovanni Fontebasso - (Esercita) l’arte del calzolaio già da anni 12 (dal 1795) nella casa di PonzanoFascicolo intitolato: “Registro dei Tassati in causa del contributo delle Arti e del Commercio”, compilato in Ponzano il 4 luglio 1807 e conservato nella busta 825 - Archivio Comunale, Archivio di Stato di Treviso. Il documento di cui alla nota 214 fu emesso probabilmente in seguito a questo censimento, da cui risultavano assenti a Ponzano determinate attività artigianali e commerciali.. “
Insegna dell’ “Arte dei Tessitori di Seta”. Questa illustrazione è interessante, in quanto raffigura un tipo di telaio manuale, che continuò ad essere usato per la tessitura fino al secolo scorso. Provenienza bibliografica identica alla precedente illustrazione.
Sono necessarie alcune osservazioni, utili alla comprensione del testo: per determinati mestieri, vigeva la consuetudine di trasmetterli all’interno della famiglia, e per questo motivo si indica un lungo periodo di esercizio della professione; la nozione del tempo era piuttosto confusa, e probabilmete per questo ricorrono le date “1777-1787”: esse indicano un ventennio o un trentennio trascorso; scarse erano le botteghe nel senso odierno del termine, e molti mestieri erano praticati a domicilio o nella casa di abitazione.
È da notare anche che quasi tutti gli artigiani e bottegai nominati sapevano scrivere e “far di conto”, a differenza del resto della popolazione, analfabeta. Sarebbe lungo elencare tutti coloro che praticavano questi mestieri a Paderno e Merlengo: accennerò solamente ai più interessanti.
“Girolamo Gandiol - (Esercita) l’arte del fornasier di calcina, ossia fabbricatore e venditore di calce da anni 6 (dal 1801) in una fornace a Paderno.
Antonio Piovesan - Sartor nella sua bottega in Paderno, dal 1772.
Angelo Ceron - (Esercita) l’arte del tessitore, ossia fabbricatore di tele greggie, di lino e canape già da anni 18 (dal 1789) nella casa e contrada di Paderno - (Così egli sottoscrive la dichiarazione: “Angelo Ceron Teser”).
Francesco Rizzo - (Esercita) l’arte del fruttarol da anni 7 (dal 1800) nella casa e bottega di Paderno, e nei mercati. (Esercita anche) l’arte, e commercio del mercante di biade, commerciante di granaglie all’ingrosso nella sua casa e bottega di Paderno. Ha dichiarato di non saper scrivere.
Pietro Massolin - (Esercita) l’arte del commerciante di granaglie all’ingrosso da anni 10 (dal 1797) nella contrada di Paderno e (fa) ilnegoziante all’ingrosso di droghe (= spezie), di cera, di vini forastieri, d’acquavite, rosogli, birra, ed altri liquori, ossia fabbricatore e venditore d’aceto all’ingrosso. (Fa anche) il commerciante al minuto di rame, ottone e ferro già da anni 10.
Giovanni Renosto - (Esercita) l’arte di eriger tezze (= fienili) e casoni (= casali di paglia), ossia intraprenditore per conto terzi di fabbriche (= edifici) già da anni 20 (= dal 1787), giornaliero a Merlengo.
Giovanni Visentin - (Esercita) l’arte e commercio del mercante di biade, ossia commerciante di granaglie all’ingrosso già da anni 12 (dal 1795). Esercita questa arte nei mercati.
Alessandro Scarparo - (Esercita) l’arte del farinate, del casolino (= formaggi), del Selvaggiame, e Speziale da grosso già da anni 10 (dal 1797) in propria bottega, a Merlengo.
Modesto Antoniutti - (Esercita) l’arte del tornitore, ossia fabbricatore di pettini già da anni 15 (dal 1792) nella bottega di suo fratello Marco (che, a sua volta, faceva il tessitore dal 1787 e fabbricava “tele greggie di lino e canape”, pur essendo analfabeta)Seguito della trascrizione del documento di cui alla nota precedente.”.
In totale, quindi, vi erano a Ponzano 11 fra artigiani e bottegai, mentre a Paderno ve ne erano ben 27, con una popolazione di poco superiore, ed a Merlengo 18. Gli artigiani della zona erano quindi 56, su di una popolazione totale che, in quegli anni, si aggirava intorno alle 1300 unità. Calcolando che un nucleo familiare medio fosse composto di 5 persone, è possibile affermare che, nella prima metà dell’Ottocento, un quinto della popolazione di Ponzano traeva il proprio sostentamento dall’artigianato e dal commercio, ed il resto dalla agricoltura.
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Alcune delle dichiarazioni professionali presentate al Comune sono molto interessanti per l’analisi della vita delle popolazioni locali. Ad esempio, così scriveva Gerolamo Gandiol nel 1807: “23 Genaro 1807 Paderno. Atesto io sottoscritto che Francesco quondam (= fu) Gaetano Rizo esserzita larte di frutariol che sono sette o otto anni che fano il detto mistiere vano con tre o quatro somareli che vano per le sagre e merchati e in casa anno piccole cose di detto arte e sono di ditta villa.Dichiarazioni professionali manoscritte, contenute nella busta 825 - Archivio Comunale, Archivio di Stato di Treviso..” (vedi illustrazione a pag. 123).
Ancora, scriveva Domenico Gobbato: “Facci fede io sottoscritto come Antonio De Lazzari di questa villa vanno alla pesca de Ganberi delli quali detratto i l suo bisogno vanno vendondone quello(che) gli rimane di più e, questo non vanno, sonozze (?) qualche giorno della stagione in fede di che mi sottoscritto…Dichiarazioni professionali manoscritte, contenute nella busta 825 -Archivio Comunale, Archivio di
Stato di Treviso.”.
Dai personaggi fin qui descritti emerge il quadro dei mestieri svolti nel paese, agli inizi dell’Ottocento: probabilmente fu proprio lo sviluppo del’artigianato e del commercio locale, nel quadro di una prevalenza dell’agricoltura, a dare l’avvio al successivo sviluppo economico della zona, verificatosi in epoca assai più recente.
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