Ponzano : Note Storiche

L'EVOLUZIONE DEL PAESE DURANTE IL XVIII SECOLO

Lo sviluppo economico e sociale del paese nell’Ottocento

Abbiamo accennato, nel capitolo precedente, alla formazione di un artigianato e di un commercio locali in Ponzano: questo fenomeno fu il tratto più significativo nello sviluppo della società del paese.

È necessario accennare anche al fatto che, dopo la caduta della Repubblica Veneta, avvenuta nel 1797, il patriziato veneziano si ridusse notevolmente in termini quantitativi e di potere economico : gran parte delle terre e delle ville, che in precedenza erano appartenute ai nobili, passarono in mano alla borghesia nel corso del XIX secolo.

Ad esempio, la villa Minelli di Ponzano divenne di proprietà dell’Istituto degli Esposti di Venezia, in seguito all’estinzione della famiglia omonima; in quell’epoca cominciò la decadenza di numerosi palazzi, che solo in alcuni casi mantennero l’originaria funzione di case di villeggiatura.

Ad esempio, a Paderno la villa Serena passò dai nobili veneziani Rubbi-Carli in proprietà dei Paravia: il celebre studioso Pier Alessandro Paravia trascorse, negli anni precedenti il 1856, le proprie vacanze in quel luogoLa notizia è citata alla pag. 126 dell’opera di A. SANTALENA - “Vecchia gente e vecchie storie” edita a TREVISO nel 1891..

image Proclama della deputazione alle condotte militari di Treviso rivolto alla Municipalità di Paderno, Merlengo e Ponzano. Con esso si invitano gli abitanti del paese a fornire gratuitamente per tre giorni dodici carri tramati da cavalli, o da buoi. Durante il periodo napoleonico (questo documento è datato 3.2.1808) le popolazioni furono costrette a subire la presenza di truppe di occupazione, e a mantenerle in attività. Questa situazione continuò anche durante la successiva dominazione austriaca (1815-1866). Conservato in Archivio di Stato di Treviso, Fondo Archivio Comunale, Busta 826.

Durante tutto l’Ottocento la maggioranza della popolazione continuò ad esercitare attività agricole: come già indicato, non vi furono progressi sostanziali nelle tecniche di coltivazione e nelle forme di conduzione del suolo. Un documento del 1807 indica la presenza in Ponzano di greggi di pecore residenti stabilmente nel luogo, che “pascolando alle volte nei beni altrui, recano grave danno alle coltureDocumento manoscritto compilato dal Sindaco di Ponzano ed intestato “N. 409 - Regno d’Italia - Al Signor Prefetto del Dipartimento del Tagliamento”, conservato nell’Archivio di Stato di Treviso, Fondo Archivio Comunale, Busta 824. Esso consiste nella minuta della lettera in risposta al proclama citato nella nota seguente.; in quello stesso anno si escludeva che vi fossero nel paese persone esercenti il pensionatico, cioè l’antico diritto dei pastori di montagna di far pascolare i propri animali in pianura, durante l’invernoProclama a stampa emesso a Treviso il 21 novembre 1807, N. 5841 Sezione II - Polizia dipartimentale, relativo all’esistenza della “servitù attiva del pensionamento in codesta Comune”. Vi si rilevano i danni prodotti da tale consuetudine sulla “prosperità dell’agricoltura”. Collocazione archivistica attigua a quella del documento citato nella nota precedente..

La consuetudine del pensionatico, detto anche “posta pecore”, si esercitò a Ponzano sicuramente fino al Settecento: essa era legata all’esistenza di terre comunali, cioè utilizzabili dall’intera comunità di villaggio. Il fenomeno diede il nome ad alcune località della zona: in Ponzano, ricordiamo il torrente detto “Pegoril” o “Giavera”.

Nel corso del XIX secolo proseguì la tendenza ad attuare nuovi dissodamenti, per guadagnare terra arabile, al prezzo della perdita di prati e boschi e della crisi dell’allevamento bovino, conseguente alla mancanza di foraggi: questa situazione fu caratteristica dell’alta pianura trevigiana, zona agraria di cui fa parte Ponzano. Il Berengo riporta, per la pianura veneta, il rapporto di 5,46 ettari di superficie arativa per ogni ettaro di prato, valido durante la prima metà dell’OttocentoQuesto dato è contenuto alla pag. 229 dell’opera già citata di M. BERENGO - “L’agricoltura veneta dalla caduta della Repubblica all’Unità” edita a MILANO nel 1963..

Nella stessa epoca si completarono le vendite delle terre comunali, la cui privatizzazione era cominciata nella seconda metà del Seicento: nel 1806 fu promossa un’indagine volta ad accertare dove fossero, nel Trevigiano, le terre rimaste comunali. In risposta a tale richiesta, a Ponzano si accertò “non ritrovarsi nel Circondario della Comune medesima alcun Bene Comunale, Locale o DemanialeCircolare a stampa n. 1869 emessa a Treviso il 18 agosto 1806 e conservata, insieme alla risposta manoscritta della Municipalità di Ponzan, compilata dal sindaco Longo e dal Segretario Bottani, nell’Archivio di Stato di Treviso, Fondo Archivio Comunale, Busta 824.”.

imageInsegna della Deputazione Comunale di Ponzano, tratta da una lettera all’Imperiai Regio Commissario Distrettuale di Treviso, datata 17 agosto 1855. Conservata nell’Archivio di Stato di Treviso, Fondo Commissariato Distrettuale, Busta 26. Il Comune di Ponzano fu fondato all’inizio dell’Ottocento. Fino ad allora, le tre frazioni di Merlengo, Paderno e Ponzano si erano rette autonomamente.

La durata media delle affittanze agrarie si ridusse ad un periodo in genere inferiore ai dieci anni: ciò favorì la prosecuzione delle colture promiscue, che permettevano con i prodotti dei cereali e del vino di pagare il canone d’affitto e portò ad un progressivo depauperamento delle terre con conseguente regressione dei prati ed eccessivo aumento dei seminativiQuesti principi, validi per gran parte del Veneto, sono espressi a pag. 22 dell’opera di G. SCARPA - “L’agricoltura del basso Veronese nella I metà del XIX secolo” in: “Archivio Economico dell’Unificazione italiana” - Serie I - Volume XIV - Fascicolo I edita a TORINO nel 1966...

Importante, ai fini dello sviluppo del tenore di vita delle popolazioni locali, fu lo sviluppo della bachicoltura. Il gelso fu coltivato quasi ovunque, nel Trevigiano, per utilizzarne le foglie come alimento dei bachi da seta, il cui prodotto veniva poi lavorato nelle filande sorte nell’area pedemontanaRiferimenti in proposito sono contenuti nel volume di JACOPO ROSSI “Ricordo delle due Provincie di Treviso e Belluno” edito a Feltre nel 1886..  Nel descrivere Ponzano, nell’anno 1854, così si esprimeva il Dizionario Corografico Universale dell’Italia: “le sue campagne danno copiosi cereali ed abbondano pure di viti e gelsiNotizie contenute a pag. 550 dell’opera “Dizionario corografico universale dell’Italia”. Volume I - Veneto - pubblicato a MILANO nel 1854. Vi si descrivono anche Merlengo, a pag. 403, e Paderno, a pag. 463.”.

Durante i primi decenni dell’Ottocento il Veneto fu coinvolto in una serie di guerre, legate ai mutamenti di regime politico: dopo il decennio di dominio napoleonico vi fu il ritorno degli Austriaci. Il rapporto fra la popolazione e lo Stato divenne più vincolante, con gli obblighi di coscrizione militare per tutti i maschi adulti, che verranno descritti in seguito, e con l’imposizione di forniture all’esercito, da parte dei contadini, di carri, cavalli e buoi. Nell’illustrazione contenuta nella pagina seguente è riprodotto il proclama con cui si imponeva alla Municipalità di Paderno, Ponzano e Merlengo di fornire oggetti e animali destinati all’uso militare, che sarebbero stati requisiti per un lungo periodo. Ciò danneggiava i contadini, a cui venivano sottratti importanti strumenti di lavoro. È da notare che, nel testo, il termine “Comunisti” indica tutti gli abitanti del Comune. Esistono numerosi proclami come quello riprodotto, ad indicare l’importanza delle requisizioni militari nell’economia dell’epocaEssi sono conservati nel fascicolo intitolato “Oggetti Militari”, contenuto nella busta 826. Fondo Archivio Comunale. Archivio di Stato di Treviso.. Furono ancora gli avvenimenti politici ad incidere sulla vita della popolazione allorché si istituirono tasse straordinarie per la copertura delle spese militari: ad esempio, nel 1814, a causa del Blocco Navale di Venezia, ciascuno fu tenuto a pagare una nuova imposta. Si conserva una ricevuta di tale pagamento nell’Archivio Parrocchiale di PonzanoRicevuta N. 529, datata 14 giugno 1814, conservata nell’Archivio Parrocchiale di Ponzano tra le carte della Fabbriceria della Chiesa di S. Leonardo e Rocco. La documentazione della Fabbriceria è assai interessante, per chi possa studiarla attentamente, perché riporta l’annotazione delle spese sostenute dall’ente nella prima metà dell’Ottocento..

image Bolletta della Ricevitoria Comunale di Treviso, riferita a tasse pagate dalla Fabbriceria della Chiesa di Ponzano nel 1873. Conservata nell’Archivio Parrocchiale di Ponzano. Durante il Regno d’Italia (periodo napoleonico) il Veneto fu suddiviso, anziché in province, in dipartimenti, e Treviso fu posta a capoluogo del Dipartimento del Tagliamento. Disponiamo di un’abbondante documentazione archivistica riferita a questo periodo.

Negli anni 1815-1817 vi fu una serie di cattivi raccolti che condusse al rialzo del prezzo dei cereali e di altri generi di prima necessità, all’aumento della disoccupazione ed alla diffusione del pauperismo: si ebbe, perciò una grave carestia, che toccò in particolar modo le classi sociali meno abbienti, cioè i salariati agricoli giornalieri ed i piccoli affittualiUtili notizie sulle cause di questa carestia sono contenute nell’articolo di F. DELLA PERUTA - “Per la storia della società lombarda nell’età della Restaurazione” comparso in: Studi Storici, n. 2 -1975, pp. 305-339..

Il 1817 fu detto “anno della fame”: i decessi a Ponzano aumentarono notevolmente, ed è presumibile che molti di essi fossero dovuti a malattie collegate alla scarsità di alimentazione, come la pellagra, allora non chiaramente identificata. I dati sui prezzi del frumento e del mais in quegli anni dimostrano l’evoluzione della crisi: nel dicembre 1813 il frumento fu venduto, a Treviso, dalle 28 alle 31 lire venete lo staio, ed il mais dalle 18 alle 20 lire venete per staio. Nell’ottobre 1815 i prezzi salirono, rispettivamente a 58/64 ed a 28/34 lire venete.

La situazione si aggravò ulteriormente nel corso del 1816 e del 1817, a causa di ” una perversa stagione, che non permette che i raccolti si maturino e che i villici possano seminareTraggo questi dati dall’opera di MARCO PULIERI, pubblicata a cura di ANGELO MARCHESAN, “Miscellanea di memorie trevigiane dal 1813 al 1825”, edita a TREVISO nel 1911.1 dati sul dicembre 1813 sono a pag. 2, quelli sull’ottobre 1815 a pag. 35, la frase citata a pag. 49... Si giunse quindi a pagare, al mercato dei grani di Treviso, il frumento a 85 lire lo staio, con un aumento del 300% ed il granoturco a 89 lire lo staio, con un aumento di circa il 500%! Poiché i cereali, ed in particolare il mais, erano alla base dell’alimentazione contadina, “tutte queste disgrazie portarono una estrema miseria, perchè si (dovette) ad esse aggiungere… la mancanza di lavori, sia pubblici che privati, ed infine tutto ciò che può veramente dirsi carestia…”Ibidem, pag. 66., come scriveva il trevigiano Marco Puberi. Nei secoli scorsi, in genere, le epidemie erano immediatamente successive alle carestie, che avevano indebolito la popolazione.

Al di là di queste crisi periodiche, i prezzi dei cereali si mantennero, durante tutta la prima metà del secolo XIX, ad un livello piuttosto elevato, a causa della maggiore richiesta dovuta all’aumento della popolazione. Questo fenomeno stimolò l’aumento della produttività agricola e la messa a coltura di nuove terreVedi in proposito - B.H. SLICHER VAN BATH - “Storia agraria dell’Europa Occidentale” - opera citata, pag. 320...

Riguardo alla situazione urbanistica ed alla distribuzione della proprietà, utilizzo i dati del Catasto Napoleonico, rilevazione statistica eseguita nel 1810-11 e di cui è conservato il materiale relativo a PonzanoI documenti del Catasto Napoleonico sono conservati nell’Archivio di Stato di Venezia - Fondo Catasto Napoleonico - Ponzano n. 1116, Merlengo n. 1117, Paderno n. 1118..

Nella frazione propriamente detta “Ponzano” le cosiddette “case d’affitto” erano 32, le “case da massaro” erano 18: di esse, alcune venivano descritte con il tetto in paglia. Una sola era la “casa da fattore”, e 7 erano le “case di propria abitazione”, cioè quelle abitate dai rispettivi proprietari, che erano i Pessatori, Spadaccino Baldasso, Fontebasso, Picciol, Sartori, Gobbato e Longo. Le ultime quattro famiglie sono state già nominate nel capitolo precedente, facendo riferimento alla borghesia locale. Inoltre, le famiglie Sartori e Gobbato avevano la propria bottega nella casa di abitazione.

Vi era inoltre un’osteria, situata in località Stradazze, che veniva affittata a coloro che la gestivano: essi, in genere, non erano originari del paese. Seguiva poi la categoria delle “case di villeggiatura”, cioè le ville venete descritte in precedenza: nel Catasto Napoleonico sono ricordati, tra i nomi dei proprietari delle ville, i Caotorta,l’Istituto degli Esposti di Venezia ed i Longo. Ad ogni villa erano, in genere, annessi un “oratorio particolare, o chiesetta, un “giardino” ed un “brolo”, cioè orto.

Solo poche persone, a Ponzano, possedevano la casa in cui abitavano. I proprietari terrieri concentravano il possesso di case e terreni, questi ultimi adibiti soprattutto ad “aratorio vitato” ed “aratorio arborato”, cioè alla coltura di cereali, contornati da alberi e viti. Nel catasto si menziona la presenza di gelsi, che fa pensare ad un inizio di bachicoltura. Vi erano poi prati ed aratori semplici.

Le zone più abitate del paese erano quelle delle “Case Rosse” (12 case), della Chiesa (10 edifici), della “Berta” (8 case), seguivano le località “Magnaferri”, “Alla Croce”, “Levade” con 5 case ciascuna. Vi erano poi 4 costruzioni nel luogo detto “il Mason” ed altri edifici sparsi in località “il Pascoleto”, “i Frassinelli”, “le Stradazze” ed “i Piericucchi”. Nell’insieme, è possibile affermare che la frazione di Ponzano è sempre stata caratterizzata da un insediamento edilizio sparso, rispetto all’unitarietà dei borghi di Paderno e MerlengoTutti i dati qui riportati sono tratti dalle carte del Catasto Napoleonico, la cui collocazione archivista è reperibile nella nota precedente..

Uno studio compiuto sull’agricoltura veneta nella prima metà dell’Otto- cento riporta per Ponzano Veneto i seguenti dati sulla distribuzione delle coltureQuesti dati sono riportati nella tavola intitolata “Zona XVIII - Occidentale Superiore - Destra Piave” dell’opera già citata di G. SCARPA “L’agricoltura del Veneto nella I metà del XIX secolo”.:

               
Totale superficie agraria forestale (ettari) ha 2105,2 di cui:
  Aratorio ha 682,8
  Aratorio arborato e vitato ha 1013,9
  Orto ha 8,3
  Prato ha 395,8,9
  Pascolo ha 2,3
  Incolto produttivo ha 2,1

L’autosufficienza economica che caratterizzava i contadini del paese era la causa principale per cui, a Ponzano, venivano mantenuti a coltura cerealicola o promiscua anche i terreni che non erano adatti a questo scopo, e che ai nostri giorni vengono adibiti ad usi diversi da quello agricolo. Pochissimi erano i terreni definiti “adacquatori”, cioè irrigati: nella provincia di Treviso, solo il 2% del totaleIbidem, pag. 20.. Assolutamente inesistenti erano a Ponzano i boschi, già abbattuti durante i secoli precedenti.

imageDichiarazione professionale dell’anno 1807. Si certifica che Francesco Rizzo “esserzita larte di frutariol che sono sette o otto anni che fano ildetto mistier e vano con tre o quatro somareli che vano per le sagre e marchati…”. Archivio di Stato di Treviso, Fondo Archivio Comunale, Busta 825.

L’introduzione di nuove tecniche agrarie veniva ostacolata dalla struttura della proprietà fondiaria: l’unico tipo di impresa in grado di innovare real- mente la coltivazione del suolo era la grande conduzione, inesistente nelle zone in cui, come a Ponzano, la terra era frammentata in centinaia di piccoli appezzamenti, che spesso non erano in grado di consentire il mantenimento neppure ad una sola famigliaQuesti argomenti sono affrontati nell’interessante testo di G. ZALIN - “Aspetti e problemi dell’economia veneta (dalla caduta della Repubblica all’annessione)” edito dal Comune di VICENZA nel 1969.. Questo spiega il fatto che, nel corso dell’Ottocento, le condizioni di vita del ceto rurale spesso peggiorarono, conducendo all’emigrazione verso terre lontane, che tanto rilievo ebbe durante gli ultimi decenni del secolo. Tuttavia, la decadenza economica del patriziato veneziano nei suoi possessi in terraferma, iniziatasi nelle prime decadi dell’Ottocento, permise di sostituire l’assenteismo della nobiltà con le forze nuove della borghesia, coinvolte personalmente nella conduzione delle campagne.

Per concludere il capitolo relativo allo sviluppo sociale di Ponzano nell’Ottocento, desidero accennare ora al fenomeno della coscrizione militare obbligatoria, iniziata ai primi del secolo.

La popolazione rurale dell’epoca aveva una nozione dello Stato, e degli obblighi verso di esso, diversa da quella dei nostri giorni: nella prima decade dell’Ottocento chiunque poteva si sottraeva al servizio militare, e nella documentazione acclusa alle richieste di esonero venivano elencate le più tristi condizioni personaliDocumento emesso a Treviso il 14.1.1807: “Una nuova coscrizione deve aver luogo nei veneti dipartimenti…”. Segue “Lista degli individui… domiciliati di diritto nel suindicato Comune, i quali sono stati nati dal 1.10.1781 al 30.9.1782” - Coservato nell’Archivio di Stato di Treviso. Fondo Archivio Comunale. Busta 826. Fascicolo “Oggetti militari”.. A Ponzano (incluse Paderno e Merlengo), nella coscrizione del 1807 (riferita ai nati nel 1781 e 1782), su 54 giovani, 27 erano già sposati e dovevano provvedere al mantenimento di una famiglia. Alcuni altri avevano a carico la madre vedova, altri erano ammalati: tra essi, Dionisio Benedetti di Paderno viene definito “podagroso” (pellagroso?), e Vincenzo Zappalorto “inabile perchè scorbutico e mentecatto”. Tra le professioni elencate nel documento, sono numerosi i serventi, oltre ad un chierico, un campanaro ed un postiglione (= guidatore di carrozze).

Le campagne venete dell’Ottocento erano legate alla tradizione ed alle pratiche consuetudinarie; la dipendenza dei contadini dai proprietari e dai fittavoli era evidente, in un ambiente in cui circolavano poche idee nuove.

L’analfabetismo era presente tra la maggioranza della popolazione: le scuole elementari si diffusero nei paesi verso la metà dell’Ottocento, e nel 1856 abbiamo la prima testimonianza dell’esistenza di una scuola elementare nella parrocchia di PonzanoDevo premettere che, a causa delle scadenze di consegna del testo, non mi è stato possibile lavorare presso l’Archivio Comunale di Ponzano. Comunque, la testimonianza in oggetto è conservata presso l’Archivio della Curia Vescovile di Treviso. Visita Pastorale del 1856 (Vescovo Giovanni Antonio Farina), compiuta il 24.9.1856 alla parrocchia di Ponzano. Forania di Postioma. Busta 65.
Così il vescovo interroga il parroco: “Scholae elemetariae sunt ne apertae, et eas visitat per hebdo- madas Parochus?” Risposta: “Una tantum schola elementaria in Parocia…”.
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Fino alla fine del secolo XIX non vi erano a Ponzano né un ufficio postale, né un ufficio telegraficoedi in proposito l’opera già citata di JACOPO ROSSI “Ricordo delle due Provincie di Treviso e Belluno” - pag. 373.: un’opera del 1911, infatti, ribadisce la mancanza di un ufficio postale ed accenna alla presenza di un posto telefonico pubblico nella frazione di PonzanoGIOVANNI ZANIOL - “La provincia di Treviso -Atlante testo” - TREVISO, 1811 - Il dato è riportato nella Tavola VI..

Alla stessa data (1911) mancava a Ponzano qualunque industria, nono- stante il paese fosse più densamente popolato delle vicine località, con una densità compresa tra i 125 ed i 150 abitanti per chilometro quadratoIbidem, Tavola XI.Le notizie riportate nelle righe seguenti sono tratte dalla stessa opera, Tavole IX e X - L a “Cassa rurale di Ponzano” è descritta alla pag. 33 del libro.. Per fare un raffronto, a Villorba esistevano, in quegli anni, una filanda di seta ed un essiccatoio per bozzoli, un molino ed una cantina, oltre ad industrie per la produzione di laterizi, calci e cementi. Le industrie presenti a Paese, altro pae- se confinante, erano un mulino, un caseificio, una fabbrica di paste alimentari, oltre ad essiccatoi per bozzoli ed alla produzione di calci e cementi.

Sempre agli inizi del Novecento, a Ponzano esisteva, similmente agli altri paesi del Trevigiano, una “Cassa rurale di Ponzano”, operante a Merlengo, Paderno e Ponzano. Probabilmente essa raccoglieva le rimesse degli emigranti temporanei, che partivano ogni anno in primavera per la Germania, l’Austria, la Francia e la Svizzera, restandovi fino all’autunno. Coloro che emigravano verso l’America del Nord e del Sud vi si trasferivano, di solito, definitivamente.

imageParticolare di una mappa seicentesca di Ponzano, raffigurante una rosa dei venti con i quattro punti cardinali. Nell’originale a colori, sono evidenti i colori ad acquarello con cui essa fu dipinta.

In quell’epoca la vita a Ponzano scorreva quietamente: gli unici episodi di “disturbo dell’ordine pubblico” di cui ho trovato traccia si riferiscono a contese e litigi avvenuti all’osteria della Barucchella, probabilmente tra ubriachiFoglio manoscritto datato 9.10.1807 e compilato da Giacomo Benetton, vice-capo di pattuglia. Con- servato nell’Archivio di Stato di Treviso, Fondo Archivio Comunale, Busta 824, Fascicolo Polizia., e alla relazione sentimentale di un possidente che teneva “illecita corrispondenza con una sua servente”. Il sindaco rilevava la necessità che fosse “repressa tale procedura, per preservare l’onestà in codesta Parrocchia, a non compromettere la pubblica tranquillità”, poiché il comportamento in questione “eccita lo sdegno e la vergogna ... compromette l’innocenza e l’onestà che regna nelle campagne, e si ride, e si beffa dell’Autorità costituita”Nota manoscritta del sindaco Stefano Bonato, datata 3.3.1808 e conservata nell’Archivio di Stato di Treviso, Fondo Archivio Comunale, Busta 824, Fascicolo Polizia.. Un episodio del genere vale a dimostrare quale fosse la morale allora vigente nei paesi del Trevigiano, in un ‘epoca in cui il clero era il principale veicolo di trasmissione di valori culturali alle popolazioni rurali e la tranquillità sociale assai maggiore di quella attuale.

In genere si richiedeva ai Parroci di diffondere gli avvisi di interesse pubblico “inter missarum solemnia”, cioè nel corso delle messe domenicali: ciò si rendeva necessario in quanto solo una piccola parte della popolazione sapeva leggere i proclami a stampa. Questo avvenne, ad esempio, nel corso del 1806, in seguito all’“osservabile renitenza, che si rimarca per parte di alcuni dalla contribuzione dovuta del Dazio Macina e BoccaticoDocumento emesso a Treviso il 29.12.1806 dell’Intendente delle finanze del Dipartimento del Tagliamento e rivolto “al reverendo Parroco di Ponzano”. Conservatonell’Archivio di Stato di Treviso, Fondo Archivio Comunale, Busta 824, Fascicolo Finanze.”. In altri termini, gli abitanti di Ponzano erano restii a pagare una tassa personale, sussistente sulla quantità di grano macinato.

Questo capitolo, dedicato alla storia economica e sociale di Ponzano, si ferma alla fine dell’Ottocento. L’ampiezza della documentazione relativa al secolo successivo richiederebbe uno studio specifico: speriamo essa sia oggetto di future ricerche.


Note: