Ponzano : Note Storiche
VICENDE MEDIOEVALI A PONZANO
I primi insediamenti
Tra gli insediamenti più antichi nell’area di Ponzano di cui oggi ci resti traccia, è la chiesa di S. Vito di Merlengo, edificata sulla Via Postumia, strada che, nel corso del Medio Evo, aveva mantenuto la propria funzione di importante via di comunicazione. In particolare, il percorso che dal paese di Postumia giungeva all’odierna località di Castrette, si mantenne inalterato nei secoli, lungo l’originale tracciato rettilineo. Secondo studi recenti San Vito fu fondata nel secolo X dall’ordine dei Mercedari, che “aveva tra i suoi scopi anche quello dell’assistenza ai pellegrini… (furono costruiti), a fianco della Postumia, un convento ed un ospizio” MARTINI A. “La chiesetta di S. Vito di Merlengo” Ponzano 1980..
Un’importante testimonianza dell’esistenza della chiesa e di un nucleo abitato nelle sue vicinanze ci viene da un documento del 1021. In quell’anno l’imperatore Enrico II tenne “placito” (assemblea) a Verona, e assegnò all’abbazia di S. Zeno di quella città, respingendo le pretese del Conte di Treviso, alcune chiese, tra cui S. Vito di Merlengo. Alla chiesa appartenevano, secondo questo atto, quaranta campi di terra arabile, oltre a due campi coltivati a vigneto con case, “massaricie”, prati, selve e boscaglie. Evidentemente, nel luogo dovevano esistere insediamenti agricoli, cioè case coloniche con i poderi circostanti, anche se, come già appare nelle pagine precedenti, gran parte del terreno doveva essere invaso da boschi e da cespugli, e abbandonato dalle colture Il documento è riportato in vari testi, tra cui: . MONUMENTA GERMANIAE HISTOR. “Diplomatum regum ed imperatorum Germaniae” tomo III, n. 461, pag. 583 e seguenti • NUOVA RACCOLTA CALOGERÀ edita a Venezia nel 1773, tomo XXV, pag. 19 . MARCHE SAN “Treviso Medioevale” Treviso 1923, pagg. 373-374. Trascrivo alcuni passaggi del testo latino: “sexta ecclesia, quae est constructa in honore Sancti Viti in Postomia non multum longe a loco ubi dicitur Marlengo… habet terra(e) arabilis campos quadraginta, et sunt terris cum vineis in predicto loco campos duos cum casis, mas(s)ariciis, terris et vineis, pratis, silvis, cum buscaliis…”.
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L’Agnoletti, storico della Marca Trevigiana vissuto alla fine del secolo scorso, attesta l’esistenza storica di Ponzano nell’anno 992 d.C, accennando ad un documento di quell’anno col quale i Conti di Treviso, probabilmente i Collalto, donavano al Capitolo della Cattedrale o al Vescovo di Treviso, terre situate nel paese AGNOLETTI C. “Treviso e le sue pievi” Treviso 1898. Apparentemente, nel testo dell’Agnoletti si assiste ad una contraddizione: infatti, nel volume I, a pagina 187, lo Storico afferma che la donazione dei conti di Collalto dell’anno 992 fu rivolta al Capitolo della Cattedrale di Treviso; mentre nel volume II, a pagina 618, scrive: “il Vescovo cui donavansi campi nel 992, cedevali poi al Visdomino (— Vicario), d’onde il sito Prato Visdomino”. Come è noto, i Canonici che componevano il Capitale della Cattedrale di Treviso ed il Vescovo della città costituivano due realtà ben distinte dal punto di vista patrimoniale.. Lo storico, tuttavia, non ci precisa la collocazione archivistica del documento, di cui non è possibile, perciò, accertare l’esistenza.
Nell’anno 1000 tutto il territorio posto a nord di Treviso, e delimitato dalla Via Postumia e dalla Via Asolana (l’odierna Feltrina), veniva concesso dall’Imperatore al feudatario della zona e Conte di Treviso, Rambaldo di Collalto. L’area di Ponzano era inclusa in questa donazione Il documento appare nella raccolta: . MONUMENTA GERMANIAE HISTOR.-“Diplomatum regum et imperatorum Germaniae” tomo II, parte II pagine 807 e 808; e nel volume: • MURATORI L. “Antiquitates Italicas Maedii Aevi” Milano 1738/1742, volumi 6. Documento n. 688 Anno 1000. Ne trascrivo il regesto: “Otto III Imperator Heriberto Coloniensi Episcopo exorante, Raimbaldo fideli suo Tarvisiensi Corniti terram” sive demortivam, sive imperio pertinentem” et praedia quamplurima, quae sita sunt inter (viam) Postumian, viam Asolinam et viam “de Ruvigo” concedit”. Volume I, 577/8.. Nella stessa epoca, (secolo XI), terre di pertinenza di Paderno venivano donate al Monastero di Busco (diocesi di Ceneda, odierna Vittorio Veneto), eretto dai frati dell’Abbazia di Pomposa AGNOLETTI “Treviso e le sue pievi” opera citata, pag. 223..
Occorre precisare, a questo punto, la funzione svolta dagli ordini monastici durante tutto l’Alto Medioevo: abbiamo visto la presenza di diversi insediamenti religiosi nell’area di Ponzano, storicamente accertata a partire dai secoli X-XI. In quest’epoca, in tutta Europa, gli ordini monastici compirono una grande opera di bonifica e messa a coltura di terre rimaste abbandonate nei secoli precendenti, durante le invasioni barbariche: furono fondati conventi ed abbazie, ed intorno ad essi si svilupparono nuclei abitati. Questo dovette accadere, come vedremo, anche a Ponzano; le uniche testimonianze rimasteci dei primi secoli dopo il Mille si riferiscono, infatti, a traslazioni di terre e fondazioni di edifici ad opera di ordini religiosi.
Nell’anno 1077 si ha notizia di una vendita di terre in Ponzano da parte di Ezillo fu Arpone a Giovanni di Cavaso.
Il vocabolo “Ponzano” appare nel testo sotto la grafia di “Poncano”, vicina all’attuale denominazione LIZIER A. “Note intorno alla storia del Comune di Treviso dalle origini al principio del XIII secolo” Modena 1901, anno 1077. C.EC 5. Il documento porta la data del 1076, ma l’indizione prima dimostra la datazione reale del 1077. Ezillo di Aunara afferma di vivere sotto la legge salica..
“Ezillo” o “Ecelo” (notizie fra il 1074 e il 1091), figlio di Arpone, fu in realtà il fondatore della famiglia degli Ezzelini da Romano, che nei secoli successivi ebbero un ruolo determinante nella storia della Marca Trevigiana Utile in proposito: . VERCI G.B. “Storia degli Ecelini” Bassano 1779, tomo III, pagg. 7 e 8.. Traduco qui di seguito, alcuni passi dell’interessante documento: “In nome di Dio, nell’anno 1076 dall’incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo, giorno decimo del mese entrante di luglio, indizione prima L’indizione era uno strumento fiscale di datazione degli anni in epoca medioevale. Procedeva in cicli periodici, attribuendo ad ogni anno una numerazione progressiva da 1 a 13., risulta a me Ezillo, figlio del fu Arpone… di avere ricevuto in presenza di testimoni da te Giovanni… dieci libbre di buoni denari veronesi… per una masserizia Il termine “masserizia” indica una vasta estensione di terre circostanti un’azienda agraria e ad essa legate. Comprendeva le case di abitazione dei coloni e le aree, coltivate e non, che permettevano l’autosufficienza economica del podere. di terra con le sue pertinenze… che possiedo nel Contado Trevisano, nel luogo e fondo che viene detto Ponzano, che è nei pressi di Treviso e… nel suo territorio ed è la stessa masserizia condotta e lavorata dal massaro Minigo (= Domenico) Pezo… con terre… e vigne… con campi arabili, prati, pascoli, selve, rive… e paludi, mulini, (terreni) da pesca e da caccia, colti ed incolti…” L’Agnoletti afferma invece, alle pagine 372 e 373 della sua opera già citata, che in quest’anno Ezzelino fu Arpone donò alla parrocchia di S. Maria Maggiore di Treviso beni in Ponzano, “donde la padronanza sul luogo poscia diventato della Casa degli Esposti di Venezia”. Ci si riferisce qui alle terre della Villa Minelli di Ponzano, ora proprietà delle Maglierie Benetton. Notate il nome “Minigo Pezo”, che potrebbe essere stato il primo abitante di Ponzano a venire nominato in un documento. È stata avanzata l’ipotesi che la famiglia Pezo, che nelle successive grafie “Piziol Piciol Piciolj” continuò ad abitare a Ponzano fino ai nostri giorni, sia fra le antiche famiglie residenti nella zona.. -
Probabilmente, la fondazione della chiesa di S. Leonardo di Ponzano risale a quest’epoca; essa parrebbe derivare dal luogo di culto eretto in onore del monaco S. Leonardo, protettore dei carcerati, dagli stessi fondatori dell’Ospedale del Piave, posto in Lovadina. L’abbazia benedettina di S. Martino di Lovadina, infatti, possedeva terre in Ponzano già dal 1020. Questa ipotesi parrebbe confermata dal fatto che il parroco di S. Leonardo di Ponzano venne eletto, fino al 1490, dall’abate di tale monastero e, in seguito a passaggi di competenze, dopo tale data la sua elezione fu soggetta alla badessa del convento di S. Maria degli Angeli di Murano (Venezia), fino alla soppressione di quest’ultimo, avvenuta nella prima decade dell’Ottocento Così afferma Giovanni Brotto, in un suo articolo comparso su “Vita del Popolo” il 31.3.1963. La stessa circostanza è confermata dall’Agnoletti, alle pagine 618 e 619 della sua opera, nel II volume..
Al secolo XII appartengono altre notizie storiche pervenuteci su Ponzano: nel 1154 il capitolo della chiesa di S. Pietro di Treviso acquisì, tramite donazione, terre in Ponzano Vedi sopra. Ancora una volta, l’Agnoletti non fornisce indicazioni archivistiche utili per il rinvenimento della documentazione originaria. Il testo da lui pubblicato può considerarsi, a grandi linee, attendibile..
La stessa proprietà fondiaria parrebbe essere stata, alcuni anni dopo, fonte di liti: nel 1169 tale Wilfredino da Ponzano vantava dei diritti su di essa AGNOLETTI C. “Treviso e le sue pievi” opera citata, voi. II, pag. 618 . Vedi anche DAL COLLE “La villa di Ponzano Veneto e la sua chiesa” opera citata, pag. 11. Il Dal Colle, tuttavia, si limita alla trascrizione delle notizie già contenute nell’opera di Agnoletti.. Il nome “Wilfredino” è di derivazione tipicamente germanica, sintomatico di un’epoca in cui la dominazione imperiale derivava da una dinastia di quella nazione, in realtà, l’unico documento esistente in proposito, conservato nella Biblioteca Capitolare del Duomo di Treviso, accenna ad una controversia insorta tra Wilfredino ed altri a proposito di terre poste non in Ponzano, ma nella città di Treviso Biblioteca Capitolare, Treviso / Pergamena. Rotolo anno 1169, n. 55. Il documento è citato anche nella opera di Angelo Marchesan, “Treviso medioevale”, opera citata, a pagina 360. Ne trascrivo alcuni passaggi: “Nos… Hecelinus, Vivianus Iudex, et Franciscus de Riva… et alii plures vassalli canonicorum Tarvisin(a)e Ecclesi(a)e… de controversia, qu(a)e vertebatur inter canonicos predict(a)e ecclesi(a)e, nec non ex altera parte Wilfredinum de Ponzano, et eius fratres, videlicet de domibus, qu(a)e sunt in civitate Tarvisii…”. L’atto fu redatto il 15 Gennaio 1169 nella chiesa di S. Pietro di Treviso, il cui capitolo, come si è visto, deteneva beni in Ponzano: questo fatto potrebbe avere indotto in errore l’Agnoletti, e tutti coloro che, successivamente, fecero riferimento al suo testo . Anche LIZIER A. “Note intorno alla storia del Comune di Treviso dalle origini al principio del XIII secolo” Modena 1901, accenna a questa contesa a pagina 49 del suo testo, spostando erroneamente la datazione dell’episodio all’anno 1189..
In questi stessi decenni furono emesse due bolle pontificie in cui si faceva riferimento all’area di Ponzano (anni 1152 e 1181): esse sono descritte nella seconda parte di questo libro, (Ponzano Storia religiosa), nel primo capitolo
Il papa Alessandro III redasse un documento nell’anno 1170, con cui confermò i benefici ed i possessi dei canonici di Treviso: in esso si accenna a “mansi” (= poderi) posseduti in Ponzano, Paderno, Villorba, Maserada, Lovadina ed altre località del Trevigiano Il documento è datato 11 febbraio 1170 ed è riprodotto nell’opera “Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum Pontificum”. Dalmazzo (CN) 1859, tomo II, pagine 725-727. In questo documento il termine Ponzano è trascritto erroneamente come “Lonzano”..
In questo documento la località di Paderno venne citata per la prima volta: tuttavia, non è lecito affermare che il villaggio sia stato fondato in quest’epoca; più probabilmente, la sua nascita risale ad epoche più remote, e la sua evoluzione storica fu parallela a quella delle vicine frazioni di Ponzano e Merlengo. Ancora Papa Alessandro III, nella sua bolla datata 19 luglio 1181 Vedi “Bullarum Diplomatum et privilegiorum…” opera citata, tomo II, pagg. 825-826., fece esplicito riferimento ai possessi dei Canonici del Duomo di Treviso denominati “mansos de Paderno”, “possessiones de (G) Ponzano” ed altri.
Il termine “mansus” (traducibile in italiano come manso o maso, come già accennato nel capitolo precedente) indica un appezzamento di terre coltivate, su cui operava una famiglia di coloni. Esso ci introduce alla situazione economica delle nostre terre nel Medio Evo: l’agricoltura era la principale attività praticata nelle campagne, mentre nella città erano presenti soprattutto artigiani e commercianti che, insieme alle famiglie nobili, possedevano le terre del contado (= area rurale circostante la città) Utile, per chi fosse interessato all’approfondimento di questi problemi, è la consultazione di: • JONES P.J. “Per la storia agraria italiana nel Medioevo: lineamenti e problemi” in “Rivista storica italiana”, 1964 . BLOCH M. “La società feudale” Torino 1962 . BLOCH M. “Lavoro e tecnica nel Medioevo” Bari 1970.
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Note:
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