Ponzano : Note Storiche

PONZANO DURANTE L'ETA' MODERNA

(secoli XVI a XVII)

Le proprietà fondiarie del convento di S. Maria Maggiore in Ponzano

La rilevazione catastale del 1499, più volte citata in queste pagine, mostra la presenza a Ponzano di importanti possessi fondiari del Monastero di S. Maria Maggiore di Treviso. In essi erano contenute “caxe”, “teze” (= fienili) e “cortili” (= abitazioni coloniche con stalle). Per uno degli appezzamenti di terra descritti si indicano anche i generi in natura pagati al proprietario del terreno (in questo caso il monastero) da coloro che lo affittavano per coltivarlo1 Il documento appartiene al volumetto manoscritto intitolato “Libro della villa de Ponzan -1499”, conservato nell’Archivio di Stato di Treviso - Fondo Archivio Comunale Treviso - Busta 1078. . In questo caso, trattandosi di campi “aradori” e “prativi”, i contadini erano tenuti a versare ogni anno quattro carri di fieno, oltre a “formento” (= - frumento), legumi, alla metà del vino ed alle consuete onoranze. Queste ultime erano un’antica “donazione” contadina al proprietario della terra, resasi ormai obbligatoria, coll’uso secolare, ed erano costituite di animali da cortile, fieno e, talvolta, giornate di lavoro non retribuite. L e onoranze caratterizzavano la maggioranza dei contratti agrari, a mezzadria o in affitto, da corrispondersi in natura o in denaro, che venivano stipulati nelle campagne venete.

Tra i possedimenti del monastero di S. Maria Maggiore figuravano probabilmente anche le case coloniche (definite nel documento citato come “cortivo con teza” e “cortivo coi teti de copi”) che furono poi annesse alla villa Minelli ed ora, restaurate, sono la sede degli uffici della società Benetton. L’origine di questi edifici è molto antica, sicuramente medioevale: essi sono fra le case più vecchie di tutta l’area di Ponzano. La struttura romanica del porticato e lo spessore dei muri perimetrali ne farebbero risalire la costruzione ai secoli XI o XII.

Secondo questa ipotesi, le suddette case coloniche potrebbero essere state, durante l’Alto Medioevo, quel monasteriolo/ospizio per pellegrini, fondato dall’Ospedale del Talpon (che fu poi mutato nell’Abbazia di Lovadina), di cui si è già fatto cenno nel capitolo precedentePer l’evoluzione storica dell’Ospedale del Talpon, vedi la pag. 224 dell’opera di AGNOLETTI - “Treviso e le sue pievi” volume I. . Esse rappresenterebbero, cioè, insieme alla chiesa, il nucleo storico attorno a cui venne successivamente edificato il paese di Ponzano. Se ciò corrisponde al vero, è possibile supporre che, nei primi secoli dopo il Mille, si fossero stabiliti, nel luogo in cui sorgono le case coloniche divenute poi uffici, alcuni frati che fondarono un piccolo convento, luogo di sosta per coloro che percorrevano la strada da Treviso a Volpago, o per i viaggiatori provenienti dalla Via Postumia. Essendo in seguito decaduta l’Abbazia di Lovadina, le terre e le case passarono in dote ai frati di Santa Maria Maggiore.

Con la fine del Medio Evo, le campagne di Ponzano si erano ormai ripopolate ed erano ripresi i traffici commerciali. Gli edifici in questione mutarono destinazione d’uso, e divennero, a partire da allora, case coloniche, abitate da diverse famiglie contadine, che coltivavano i campi vicini. Tra la fine del secolo XVI e gli inizi del XVII gran parte delle proprietà del monastero furono cedute alla famiglia veneziana dei Minelli, che edificò la propria villa di campagna a fianco di questo antico complesso edilizio. Nell’archivio del convento di S. Maria Maggiore di Treviso è conservata una copia dell’atto con cui, il 20 aprile del 1621, Cristoforo Minelli, capostipite della famiglia, acquistò dal monastero stesso “una casa situata in faccia del suo Palazzo, e fabriche in villa di Ponzan, territorio di Treviso, coi cinque campi… sopra i quali è posta detta casa, e convenendo pienamente a detto acquisto… il reverendissimo Pulcheri… Abbate della canonica di Santa Maria Maggiore di Treviso”Il documento qui descritto è conservato nell’Archivio di Stato di Treviso - Fondo Archivio di S. Maria Maggiore di Treviso - Busta 19 - Carta 22 / Datato 20 aprile 1621. .

Cristoforo Minelli cedeva al convento, in cambio della casa nominata nel documento (cioè, in sostituzione degli edifici colonici facenti parte di villa Minelli), un appezzamento di dodici campi di terra situato a San Pelajo, sul quale avrebbe fatto edificare a proprie spese un’altra casa “dell’istessa grandezza, ordine, qualità, e condizione… e del bastante comodo di doi para di bovi, bovari, carro et instrumenti rurali, sopra l i campi da assignarsi…” Prosegue il testo dell’atto descritto nella nota precedente. .

Questo documento ci permette, quindi, di verificare l’originaria destinazione d’uso delle case coloniche che ora sono divenute gli uffici della Benetton: esse ospitavano, oltre alle famiglie dei contadini, anche i buoi che trainavano gli aratri e tutti gli attrezzi necessari per le coltivazioni agricole. Accanto ad esse sorgevano già, all’inizio del Seicento, la villa padronale con le barchesse.

Tratteremo più a lungo di questo argomento nei prossimi capitoli; è necessario aggiungere, però, che secondo questa stessa tesi l’oratorio di S. Giovanni Battista, annesso alla villa Minelli (ora Benetton), avrebbe anch’esso origini medioevali, essendo stato fondato come chiesetta dell’adiacente edificio conventuale. In effetti, il complesso della villa Minelli, rappresentato nell’illustrazione qui a fianco in un particolare tratto da una mappa seicentesca, includeva anche una torre di aspetto molto antico, di cui ora non sono rimaste tracce.

image Particolari di una mappa seicentesca del paese di Ponzano, conservata nell’Archivio di Stato di Treviso. Ne abbiamo tratto la raffigurazione della Villa Minelli (ora Maglierie Benetton) con diacenze e case circostanti (in basso) e della Chiesa Parrocchiale di Ponzano, con canonica e case (ora via Livello e via della Chiesa) (in alto).
image

 


Note: