Ponzano : Note Storiche

LE CONDIZIONI DI VITA DELLA POPOLAZIONE NEI SECOLI SCORSI

Abbigliamento

image Nell’anno 1807 Domenico Fuga, di Ponzano, subì un furto nella propria abitazione. Fu compilato un inventario dei beni rubati, che è riportato in questa pagina: esso è assai interessante perchè descrive gli abiti dell’epoca. Vi compaiono: “camise di canevella… Barette di setta… Fazzoletti coloriti… Calze di Bombaso e di Filo… Bragoni di panno blu… Bragoni di fella nanchin… Gilè di scarlato… Gilè di calanea…” Ho trascritto la scrittura dell’epoca, anche se con errori grammaticali. Conservato in Archivio di Stato di Treviso Fondo Archivio Comunale, Busta 824.

La povertà impediva ad una buona parte dei lavoratori di campagna di coprirsi con gli indumenti di lana che sarebbero stati loro necessari: essi ricorrevano, perciò, agli abiti di cotone, utilizzati tutto l’anno, e sovrapposti in più strati durante l’inverno.

L’illustrazione (a destra) ci mostra, attraverso l’inventario del furto subito da Antonio Fuga, abitante di Ponzano, quali potevano essere i vestiti più comuni nel secolo scorso: camicie, berrette, pantaloni (“bragoni”) e gilè. Ad essi si aggiungeva la classica mantella, o tabarro, di panno scuro, che fino a qualche decennio fa tutti i contadini indossavano durante l’inverno.

Le donne portavano, nella stagione più fredda, un pesante abito di stoffa tessuta in casa con un filato misto di lana ed altre fibre, da cui il nome di “medalana”. La gonna era pieghettata e lunga fino alla caviglia. Il corpetto era molto attillato in vita ed aveva maniche lunghe fino al polso, attaccate al busto con un largo sbuffo. Sulle spalle si portava uno scialle, ed in testa un fazzoletto per contenere i capelli, in genere portati lunghi e poi raccolti a crocchia.

L’abito estivo femminile era di tela di canapa tessuta a mano, a colori vivaci come quelli del vestito invernale o a righe e a quadri, ma il corpetto non aveva maniche e le braccia erano coperte dalle maniche della camicia di tela casalinga di lino, di solito bianca,

Anche il vestito maschile era di “medalana”, con i pantaloni che si restringevano sotto il ginocchio e le calze di diversi colori. Di sopra, si indossava la camicia di tela di lino ed un panciotto, o gilet. La giacca era portata solo nelle occasioni importanti, insieme al cappello. A i piedi, si indossavano zoccoli di legno, talvolta decorati, o pantofole di stoffa, con la suola di stoffa trapunta con lo spago, simili alle “friulane” ancora oggi in commercio.

image Figure di mendicanti. Incisione di Jaques Callot: illustrazione tratta dal volume V della “Storia d’Italia” edita da Einaudi. La forma degli abiti contadini dei secoli scorsi era simile a quella qui rappresentata, anche se gli abiti indossati erano in condizioni migliori.

  Gli abiti venivano consumati solo dopo parecchi anni d’uso, ed erano confezionati con le tele prodotte attraverso i telai casalinghi, dotate perciò di grande robustezza e durata. Naturalmente, il “vestito della festa” veniva conservato con cura ed utilizzato solo in circostanze particolari.

Anche i bambini erano vestiti in maniera da poter riutilizzare a lungo gli stessi abiti: i calzoni di cotone arrivavano poco al di sotto del ginocchio, ed erano di misura abbondante. Si indossavano con una giubba di tela pesante, in colori scuri.

Gli abiti delle bambine erano fatti anch’essi di cotone, in genere ricavati dalle vecchie gonne delle loro madri: per i giorni di festa, i vestitini erano confezionati con la tela acquistata al mercato di cittàNon mi è possibile fornire indicazioni bibliografiche specifiche su questo argomento. Valgono i testi elencati fin’ora sul tema delle abitudini di vita dei contadini..

image Contadini che portano un alberello. Illustrazione tratta dall’opera del coneglianese Francesco Gera, “Nuovo dizionario di agricoltura”, edita a Venezia nel 1834. Osservate gli abiti dei conta- dini: cappello, giacchetta e pantaloni, larghi e corti sopra la caviglia. Probabilmente, le persone qui raffigurate erano alle dirette dipendenze di un signore: in genere, i vestiti del popolo erano meno curati di questi.


 


Note: