Crisi nelle campagne trevigiane

Il comune di Ponzano Veneto

Non resta che definire nei dettagli l’oggetto di questa tesi. In questo lavoro si parlerà del comune di Ponzano Veneto, cercando di ricostruire la storia dell’economia e delle condizioni di vita della sua gente nel primo periodo unitario, indicativamente dal 1866 al 1900. Ho considerato in particolare i primi venticinque anni dall’annessione al Regno d’Italia, senza per questo evitare di ricorrere a fonti relative a periodi precedenti o successivi che potessero essere utili a spiegare le tendenze dei fenomeni nel periodo considerato.

Per iniziare a parlare dell’economia del comune è necessario fare una breve introduzione che spieghi l’ambiente in cui essa si è sviluppata, per motivare molte delle considerazioni che verranno fatte in seguito.In particolare, in un Comune in cui l’attività agricola è stata l’unica fonte di sostentamento, l’importanza di conoscere le condizioni di partenza in cui si è svolta l’attività umana è fondamentale.

Il comune di Ponzano Veneto è costituito da tre frazioni, Ponzano, Merlengo e Paderno, quest’ultima sede municipale. Si può inoltre citare la località Campagna, non una vera e propria frazione, ma segnalata anche nei documenti dell’ottocento; essa si trova a nord rispetto ai tre centri principali, oltre la strada Postumia.

Il comune di Ponzano Veneto si trova a nord di Treviso e ha una superficie di circa 22 chilometri quadrati. E’ disposto longitudinalmente su un asse che va da sud a nord ovest, con una forma romboidale. Confina a sud con il comune di Treviso, ad est con quello di Villorba, a nord con il comune di Povegliano ed a ovest con quello di Paese.

Geologicamente si trova subito a nord della linea delle risorgive, anche se una piccola parte della sua superficie ne viene interessata nella zona sud, in particolare nei pressi della località Pegorile.

Il comune si trova nell’area in cui sarebbe dovuta passare la cosiddetta rotta di Crocetta, ovverosia l’antico letto del fiume Piave prima che esso deviasse dietro alle colline del MontelloSi veda G. Polo, Ponzano Paderno Merlengo…, a cura del Comune di Ponzano Veneto. Nella prima pagina, tra le varie teorie, si fa riferimento all’ipotesi secondo cui un tempo il fiume Piave ed il fiume Sile fossero lo stesso fiume. In seguito ad un terremoto nell’anno 365 d.C. nei pressi di Capodimonte una frana dal monte Sochèro avrebbe spostato il corso del fiume Piave nella sua attuale locazione. Non è escluso che fino al XVI secolo in cui i veneziani arginarono il corso del fiume, il Piave non straripasse ancora nei momenti di piena seguendo l’antica rotta. . A dimostrazione di ciò, sparsi un po’ ovunque, ma prevalenti nella zona orientale del comune, scavando nel terreno si possono trovare molte lenti di sabbia. Queste sono tipiche della sedimentazione dovuta al passaggio della corrente di un fiume. Hanno avuto una notevole importanza nel passato, anche nei periodi di crisi, in quanto potevano essere utilizzate per la costruzione delle case. Sfruttare il materiale da costruzione presente in loco era per molti l’unica possibilità per avere un tetto sopra la testa. Le case con la tipica muratura di sassi, se ben costruite potevano anche rivelarsi confortevoliPersonalmente ho avuto occasione di dormire in una di queste costruzioni e pur non garantendo esse l’isolamento termico tipico delle attuali costruzioni, ritengo che si potessero definire più ce dignitose..

Il terreno arabile si presenta con una profondità variabile fra i quindici ed i sessanta centimetri, a seconda delle zone. Al di sotto di esso, come del resto per tutta la zona del conoide del fiume Piave, si trova uno strato ghiaioso che fa drenare l’acqua in modo molto rapido. Nonostante ciò si ha memoria di alcune piene eccezionali del fiume Piave che sono giunte fino a Treviso, per cui anche il comune di Ponzano ne è stato interessato. Considerando solo il periodo che ci interessa possiamo citare le piene del 1863, 1872, 1877, 1882 (per ben due volte), e 1896. Sempre in tema di calamità naturali grandi siccità non sono fortunatamente occorse in quel periodo (ma si erano presentati tre annate molto difficili negli anni 1852, 1855 e 1861). Purtroppo per quanto riguarda le grandinate, si può dire che “non si contano”, con effetti particolarmente rovinosi nella zona a nord della strada Postumia “ove i terreni risultavano poco alberati”G. Polo, Ponzano Paderno Merlengo… Le grandi calamità naturali sono riportate a pagina 147..

Il torrente Giavera attraversa il comune in tutta la sua lunghezza nella zona nord orientale. E’ un fiume a carattere torrentizio, la cui portata d’acqua è troppo irregolare per poter essere efficacemente utilizzato per irrigare i campi Anche se come risulta dal citato libro di G. Polo in passato più volte si era ventilata questa idea..

Anche se ai giorni nostri una sicura fonte d’acqua per l’agricoltura è il canale della Vittoria, e l’irrigazione non è più un problema, all’epoca le cose andavano molto diversamente.

Un’altra risorsa idrica da sempre sfruttata, ma non per l’agricoltura, sono i pozzi, che erano tuttavia scarsi nel secolo scorso, oltre che appannaggio di pochi. Erano solo i grandi proprietari che potevano permettersi di scavarli e si trovavano soprattutto all’interno dei giardini delle ville. Esistevano comunque anche pozzi pubblici.

La principale strada del comune è la Postumia romana, che divide orizzontalmente il comune in due tronconi. Fu costruita dai romani intorno al secondo secolo avanti Cristo, serviva a congiungere Genova ad Aquileia e Concordia. E’ importante a livello locale soprattutto come direttrice tra Padova ed Oderzo, anche se nel periodo considerato aveva perso gran parte della sua importanza. I centri abitati si sono sviluppati tutti a sud di essa, mentre a nord si trovano principalmente terreni agricoli. Strade antiche, che nel corso dei secoli persero la loro importanza sono anche la via Antiga e la via Morganella. All’incrocio delle stesse potrebbe essere stato posto l’umbelicum della centuriazione romana. In particolare la via Morganella congiungeva le sorgenti del fiume Sile, a Morgano, con il Passus Lupatine (in località Lovadina), uno dei punti più favorevoli per guadare il fiume Piave. In pratica resta evidente solo il tratto che congiunge Paderno con Paese. Storicamente sia la strada Postumia che la via Morganella hanno pesato sulla distribuzione dell’abitato. Basta prendere in mano una carta topografica per notare come sul loro corso siano sorte Paderno e Merlengo; Ponzano invece, più a sud, sorge sulla strada che congiunge Treviso al Montello, e risulta diviso dalle altre due frazioni proprio dalla strada Morganella.

I centri abitati sono molto antichi. Esistono tracce di insediamenti precedenti all’epoca romana, descritti in una recente pubblicazione della rivista “Le Tre Venezie”,“Le Tre Venezie”, Giugno 2002.
  che testimonia il passato di questo comune Sulla stessa rivista si parla delle piccole e grandi glorie sia dal punto di vista artistico e storico che dal punto di vista economico (quest’ultimo soprattutto in relazione alla situazione attuale)..

Dal punto di vista economico il comune di Ponzano Veneto conta oggi quasi mille imprese attive soprattutto nel tessile ed abbigliamento. E’ diventato un esempio di economia innovativa basata sull’impresa rete che ha iniziato a costruirsi a partire dagli anni sessanta attorno al fenomeno dell’impresa Benetton; il riscatto iniziò con la dichiarazione di zona depressa e l’insediamento a metà degli anni sessanta del maglificio. Dagli anni settanta si chiude anche il periodo dell’emigrazione all’estero. Il solo settore dell’abbigliamento si calcola che oggi occupi quasi 5.000 addetti, su una popolazione totale di 10.000 abitanti. Eppure ancora a metà degli anni sessanta contava appena il 7,7 per mille di addetti all’industria, il 20 per mille di emigrazione temporanea ed il 21 per mille di emigrazione permanente. Quello che oggi si rivela essere un comune all’avanguardia, nel passato recente ha dovuto fare i conti con enormi difficoltà a cui sembrava impossibile porre rimedio.

Ancora negli anni cinquanta e sessanta non era insolito trovare nelle stalle dei contadini antiquati aratri col vomere in legno; si trattava di attrezzi effettivamente impiegati nella produzione e non strumenti conservati con nostalgia a memoria del passato. Si può dire che per certi versi dal punto di vista produttivo si è passati nel giro di quarant’anni dal medioevo (o quasi) all’economia del nuovo millennio. Viene da chiedersi cosa sia successo prima del fatidico 1965, che cosa sia mancato nel comune per avviare uno sviluppo più graduale. E’ da qui che sono partito per cercare di analizzare la grande crisi agraria che colpì a partire dal 1870 la campagna veneta.

La mia ricerca si concentra su un periodo in cui non solo non c’erano prospettive per un rapido sviluppo, ma da un punto di vista sia economico che sociale si può parlare di profonda crisi. Una crisi agricola che significava per una popolazione quasi interamente occupata nel settore primario attraversare un periodo duro. E’ il periodo della grande emigrazione, sia verso i paesi europei (in particolare il nord Europa: la Germania, il Belgio, l’Olanda, la Francia) che verso il nuovo mondo (Argentina, Venezuela, Brasile). Il pericolo della morte per fame era reale. Una crisi sociale e morale, come testimoniano i dati dell’archivio comunale, molto probabilmente collegata al tremendo stato di disagio in cui versava la popolazioneAnche in relazione al fatto che l’indole della popolazione era sempre stata poco incline al creare problemi. Vedi G. Polo,Ponzano Paderno Merlengo… cit. pagina 157..  Un momento in cui le denuncie per furti e vandalismi registrati negli archivi conservati nel comune aumenta esponenzialmente.

Da un punto di vista politico ed amministrativo il comune di Ponzano, Paderno e Merlengo viene creato nel 1806 sotto il regime napoleonico. Il 26 settembre 1866 il Consiglio comunale deve deliberare circa l’aggregazione di altre frazioni confinanti o riguardo la disgregazione del Comune. Fu votato di mantenere la configurazione presente. Il nome Ponzano Veneto nasce in seguito ad un Regio Decreto del 5 gennaio 1868.


Note: