Crisi nelle campagne trevigiane

Gli Archivi

Risalendo a ritroso nel tempo si possono osservare le variazioni risalenti ai cambiamenti di governo. Le riforme amministrative che si sono succedute dalla Serenissima allo Stato Italiano hanno lasciato la loro impronta negli archivi comunali. I ritmi dei cambiamenti a livello di amministrazioni comunali non hanno però coinciso con i grandi cambiamenti di regime: si possono trovare numerosi casi in cui le amministrazioni locali in epoca italiana utilizzavano ancora una archiviazione basata sui criteri asburgici. Si trovano timbri, rubricari e registri del regime precedente.

Mentre il passaggio dall’epoca veneziana a quella napoleonica è stato molto traumatico, il cambiamento di regime dall’impero asburgico al regno d’Italia è stato molto meno radicale. Non si può osservare una vera e propria frattura come nel caso precedente, in cui il governo francese sconvolse un ordine basato su vicinie e podesterie anche molto antiche. Con l’annessione allo stato italiano la burocrazia del comune iniziò a svilupparsi enormemente. Vennero assorbiti sempre nuovi settori della vita comunale: dall’amministrazione in generale all’assistenza e beneficenza, dagli affari finanziari all’istruzione, dai lavori pubblici all’anagrafe, per finire alla pubblica sicurezzaUn elenco completo si trova in A.Gambasin, Comuni e parrocchie… (cit.): liste elettorali, regolamenti, deliberazioni del consiglio e della giunta ; per assistenza e beneficenza: elenchi dei poveri, opere pie ; alla spedalità, alla polizia urbana, alla sanità e igiene pubblica. Affari finanziari: dazi e tributi; istruzione pubblica; lavori pubblici: all’agricoltura industria e commercio; stato civile e anagrafe: fogli di casa, di famiglia e per individuo; pubblica sicurezza.<

Le leggi sull’unificazione amministrativa definirono e cambiarono a più riprese ruoli e funzioni dei singoli uffici. Ne derivarono modificazioni sostanziali e formali degli atti di ufficio, anche di ordinaria amministrazione, non solo in relazione agli indirizzi generali della politica dei governi, ma anche in rapporto ai destinatari dei servizi pubblici.

Solo un’assidua consuetudine di studio con repertori, rubricari, bollettari, referati, fascicoli, matricole, una meticolosa comparazione degli atti municipali fra di loro, consentono di capire la genealogia dei materiali documentari, e quindi il loro valore non solo giuridico-istituzionale, ma anche storico.

Per capire a fondo un archivio in molti casi è necessario conoscere i nomi dei segretari comunali. Con il loro lavoro hanno lasciato un’impronta della loro personalità nella gestione dell’archivio e nell’amministrazione.

Per un qualsiasi approccio, a fini storiografici, alle carte municipali per conoscere le vicende istituzionali del comune o della società inscritta entro i suoi confini è necessaria una selezione e una scomposizione dei documenti in corpi seriali. Negli archivi in cui non si è fatta la separazione tra parte storica e parte corrente, questo lavoro è facilitato dall’organizzazione continuativa dei materiali in categorie e serie, buste e fascicoli rubricati e protocollati. Questo è il caso del Comune di Ponzano. Tuttavia può anche capitare di imbattersi in una massa enorme e indistinta di carte, dall’epoca veneziana a quella italiana.

Per poter interpretare con rigore e spirito critico le carte municipali è necessario tenere conto delle variazioni degli aspetti giuridici ed istituzionali. Il linguaggio burocratico amministrativo delle circolari, dei questionari, dei registri, la divisione delle sezioni in referati nel periodo asburgico e in categorie durante l’epoca italiana, rispecchiano l’apparato dello stato. E’ lo stato che definisce il ruolo e la funzione del comune e della sua guida (si chiami esso sindaco o podestà). E’ proprio partendo dalle funzioni che lo stato ha assegnato al comune che bisogna interpretare i documenti in esso archiviati. Per poter essere confrontati i documenti devono avere la stessa matrice burocratica. Non si possono considerare allo stesso modo documenti scritti secondo una matrice asburgica o italiana. Basti pensare al caso delle anagrafi: nel giro di un secolo il loro scopo è cambiato quattro volte. Durante l’epoca veneziana erano tenute per tutelare le autonomie“…garantite dagli statuti, dalle regole e consuetudini delle scuole d’arte e mestieri, dei clan, delle reggenze, comunità e vicinie”A. Gambasin, Comuni e parrocchie… cit<

, sotto l’impero austroungarico per sottoporre i sudditi all’unica autorità riconosciuta, quella del sovrano. Dopo l’annessione venivano registrati invece come cittadini. Nel frattempo la Chiesa continuava la sua registrazione in base alle regole canoniche, nello stile di brevi cronistorie. Essendo interessati a comporre la storia della popolazione inscritta nei confini del comune bisogna considerare attentamente il diverso scopo per cui i documenti sono stati scritti, anche in una analisi di breve periodo.

Avendo a disposizione materiale sufficiente per una analisi di lungo periodo (in certi archivi si può determinare l’andamento demografico e delle malattie anche nell’arco di secoli) vanno attentamente valutate le costanti e le varianti dei soggetti storici. Soprattutto in un microcosmo rurale la situazione archivistica va valutata con cura. Le riforme, le crisi di governo, una politica interna ed estera particolarmente autoritaria, si ripercuoteranno inevitabilmente anche a livello di amministrazione comunale. Quello che si può verificare è come esse abbiano influito e quale è stata la loro applicazione ed in che tempi. Le ricerche fatte sembrano confermare che lo stato si sia mosso estendendo sempre più le sue funzioni, cercando di inglobare la vita dei cittadini. La mole delle carte che si trovano in archivio sembra confermare questa prospettiva.

Quello che ancora non si riesce a stabilire è se questo aumento del volume documentario possa essere ricondotto alla normale trasformazione del ruolo del comune, o se piuttosto faccia capo a situazioni contingenti. In particolare ad eventi traumatici come guerre, carestie e crisi economiche.
Certamente la logica dei referati austriaci e delle categorie italiane è profondamente diversaBasti ricordare il caso della pubblica istruzione, che rientrava sotto la dominazione asburgica entro i confini dell’assistenza e beneficenza.<

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Per studiare uno stesso argomento nei documenti archiviati non è quindi sempre immediato trovare la categoria corrispondente al referato.
Un altro fattore rilevante per la consultazione degli archivi comunali è lo stato di conservazione dei documenti e la loro disposizione. La sistemazione può essere stata definita dall’amministrazione locale, oppure essere la conseguenza di avvenimenti della macrostoria.

L’archivio del comune di Ponzano Veneto è interessato da queste considerazioni. Innanzitutto per quanto riguarda i grandi spartiacque storici. La documentazione presente parte dal 1817 ed arriva fino ai giorni nostri, senza una divisione tra la parte dell’archivio corrente con quella storica. La sistemazione delle carte è stata eseguita nei primi anni ottantaG.Polo, Ponzano Paderno Merlengo ieri e oggi, edito a cura del Comune di Ponzano Veneto, tipografia editrice trevigiana.
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ed ha interessato tutto l’archivio. I documenti sono stati organizzati in cartelle con indicato all’esterno il numero di categorie a cui fanno riferimento. Anche dopo l’annessione l’organizzazione dell’archivio rimane basata sul referato piuttosto che sulla categoria.

Dalla letteratura sappiamo che l’atteggiamento del governo asburgico era quello di inserire i sudditi in un sistema organizzato al fine di rendere efficace l’esercizio dei poteri centrali su di essi, soprattutto in relazione del consolidamento del regime, alla leva militare e alle esazioni fiscali.
La concatenazione di enti che veniva posta in essere mirava ad uniformare le molte realtà dell’impero, pur rispettando le consuetudini delle etnie. La robusta struttura amministrativa era coadiuvata dalla Chiesa, a cui erano stati trasferiti molti compiti tipici della struttura statale.

Con l’avvento del regno d’Italia gli organi del potere centrale ridefiniscono i ruoli ed i compiti dell’amministrazione comunale. Vengono stabiliti i diritti ed i compiti del sindaco e degli impiegati comunali, oltre a quelli dei cittadini. Seppur con le limitazioni relative al censo i cittadini divengono titolari del diritto di voto attivo e passivo, e possono intervenire nella vita del comune secondo uno schema identico a quello degli altri comuni del regno.

Queste differenze devono essere attentamente valutate se si vuole rispondere in modo corretto alle domande poste dalla storia locale. Attraverso lo studio dei documenti è possibile giungere alla definizione dei rapporti tra le classi sociali, e dei loro ruoli nella vita civile ed amministrativa.

Le permanenze e le variazioni delle trasformazioni economiche vanno esaminate nel lungo periodo.

Più ampio è l’intervallo che si riesce a prendere in considerazione, migliore sarà la portata dei risultati ottenuti. Per questo è necessario passare i documenti al setaccio di un’analisi che consideri passo passo le variazioni nell’organizzazione pubblica.

Bisogna considerare anche le caratteristiche peculiari di ogni Comune: la specificità con cui i documenti vennero realizzati può dare ad un esame attento molte informazioni non solo sulla mentalità e sulla sensibilità dell’autore, ma possono anche portare alla luce segni di dissenso verso le politiche definite a livello di amministrazione centrale.

La nobiltà cittadina e l’aristocrazia fondiaria non usufruirono degli stessi privilegi durante la dominazione austriaca e l’unificazione italiana. I ceti rurali, dai piccoli, medi e grandi proprietari si ritrovarono in condizioni differenti, dal lato pubblico, giuridico e da quello sociale economico, nella successione delle trasformazioni, dalla caduta della repubblica al primo novecento.

Chi si trovava in quei momenti alla guida del comune avrà certamente avvertito queste tensioni e le tracce di questi cambiamenti si possono trovare nei documenti archiviati.
Sta al ricercatore interpretare questi graffiti, cercando di risalire alle cause che li hanno portati ad emergere.


Note: