Crisi nelle campagne trevigiane

ASSISTENZA E BENEFICENZA

Un ultimo parametro che ho preso in considerazione per valutare le condizioni della popolazione nel periodo interessato è l’importanza del fenomeno della beneficenza ed assistenza pubblica. I dati che ho raccolto sono rilevanti perché danno una misura grezza dello stato di bisogno della popolazione. Inoltre permettono di verificare l’assunto dello Stato assenteista più volte denunciato da più fonti.

Sono partito dall’analisi dei bilanci del comune di Ponzano e dall’analisi dei documenti riguardanti eventuali iniziative poste in essere a livello governativo di cui ci fosse traccia nell’archivio.

Il risultato non è stato completamente appagante, in quanto i prospetti riassuntivi di bilancio non erano presenti per ogni anno, ed è assolutamente impossibile risalire ad un prospetto riassuntivo (sia in sede di previsione che consuntiva) o a risultati concreti partendo dai documenti rimasti.

Tuttavia per il periodo austriaco ed in seguito a partire dal 1880 tali prospetti esistono (almeno in parte) e permettono di tracciare un quadro del fenomeno. Come si vede dalle tabelle e dai grafici negli anni ottanta sono stati necessari molti interventi da parte del comune. Furono stanziate somme che arrivarono fino all’8% del passivo di bilancio per l’assistenza ai bisognosi. Questo nonostante la forte esigenza avvertita dall’amministrazione di ridurre nel tempo l’indebitamento.

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Le somme stanziate figuravano nelle spese straordinarie indifferentemente come assistenza pubblica o come beneficenza e non è chiara la distinzione al riguardo. Dai documenti che ho potuto consultare nell’archivio risulta che fossero comunque impiegate principalmente per sussidiare i bisognosi

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Questa relativa tranquillità dal punto di vista sociale che a Ponzano non era in discussione, altrove era al centro di accesi dibattiti come a MoglianoD. Polo, Socialismo in arte. (situazione morale ed economica delle campagne lungo il terraglio, Parte III), Mestre, 1879, p. 41. Tratto da Livio Vanzetto, I ricchi ed i pellagrosi. Costante Gris e la fondazione del primo pellagrosario italiano - Mogliano Veneto 1883. Francisci editore 1985.:

“ in questi mesi la miseria è giunta allo stremo e mancano i lavori. Come fanno allora i braccianti? Ricorrono ai municipi.[...] Ma guai se queste pretese diventano un uso, perché allora ai veri bisognosi, si associano i viziosi e i rovinati dai capricci, i quali con le loro idee imparate dagli amici del volgo, rovinano interamente l’onesto ed infelice bisognoso, istigandolo con la tirannia del ricco e delle leggi ed a violentare l’ordine naturale delle cose per rovinare l’edificio[...] forse in nome della libertà e del progresso! [...] Chi è dedito al vizio vedendosi una diecina di lire cadere dalle nuvole se la godrebbe santamente in omaggio della libertà nel tempio di Bacco per poi battere il giorno dopo alla porta di chi gliele ha rubate!!! No, o signori, continuando così non facciamo nulla. Mettiamo tutti a posto e cerchiamo con l’esempio di istruire il dipendente nella moralità e nella religione del dovere, del rispetto, dell’obbedienza…”

A Ponzano invece le figure dell’amministrazione comunale erano state da sempre inflessibili, soprattutto sulla condotta morale ed sul senso civico dei richiedenti. Più di una volta alla richiesta di aiuto venne data come risposta un secco rifiuto.  La gestione delle risorse veniva operata nel modo più oculato possibile. Non c’era spazio per le richieste di chi poteva provvedere in altro modo alle proprie esigenze.

Da sempre le richieste di aiuto provenienti da famiglie in cui esistevano degli sprechi di risorse ricevevano risposte negative. Veniva anche fornita nella risposta scritta la motivazione: “che il marito cessi di ubriacarsi e paghi con il denaro speso in alcolici la spesa” oppure “che i figli vengano mantenuti dai parenti oppure il padre vi provveda da solo, in quanto è sua precisa volontà non ricorrere ad essi”, “i fondi sono limitati e destinati a chi è veramente bisognoso”. Decisioni che in alcuni casi mi sono sembrate addirittura crudeli per quanto dure. E’ però vero che le scarse risorse venivano impiegate in altri modi più utili: per curare le spese ospedaliere delle molte famiglie che non potevano assolutamente permettersi un ricovero, per consentire alle famiglie al limite della sopravvivenza di giungere alla stagione del raccolto, e anche qualcosa per i materiali della scuola con cui far studiare i nullatenenti.

La quantità di materiale conservata nell’archivio sull’argomento è notevole, ed i singoli documenti dovrebbero essere decifrati con calma per poter avere una ricostruzione precisa dei singoli episodi. Io mi sono limitato a riportarne una breve lista relativa ad ogni anno che è allegato in appendice.

Questa realtà è particolarmente viva a partire dagli anni settanta, e dal 1874 in particolare. Sembra che quell’anno sia stato una specie di spartiacque storico. Infatti da questo momento in poi anche le richieste di soccorso provenienti da altri comuni verranno rifiutate con la motivazioni simili alla seguente:

“Siccome il Consiglio Comunale […] nella seduta autunnale non volle farsi carico di altre simili domande pervenute da altri Municipi, con la presente passi agli atti […] troppe le spese che questo Comune deve sostenere per conto proprio senza proventi straordinari […]
Il sindaco”

Insomma a partire dal 1874 ogni richiesta di aiuto da parte di altri comuni o organizzazioni (anche benefiche) fu categoricamente (e gentilmente per dire il vero) declinato. Possiamo quindi individuare a partire dal 1874 l’inizio della crisi nel Comune di Ponzano.

Iniziative private

Un contributo al miglioramento delle condizioni di vita potrebbe essere venuto dalle opere pie. Nel corso dell’ottocento questo tipo di iniziative è stato molto importante in tutto il Veneto.

Un accenno relativo alla beneficenza nel comune di Ponzano non può non toccare il Legato Gelmi. Questo legato era stato istituito a favore delle giovani donne di MerlengoComprendeva anche le giovani di altri paesi in cui Gelmi aveva vissuto. che dovevano sposarsi e non disponevano di una dote. Il parroco veniva incaricato di fornire ai gestori del legato tutte le notizie necessarie a valutare se le candidate possedevano i requisiti necessari. Purtroppo i bilanci non sono di alcuna utilità per riuscire a tracciare un quadro dell’intervento nella vita del Comune di questa Istituzione. L’unica cosa che si può fare è affidarsi alle rade testimonianze ancora conservate nell’archivio. Si trovano due documenti relativamente agli anni 1868 e 1870, ma non è chiaro se le 14 “donzelle capaci di percepire il legato” lo abbiano in realtà ricevuto. Nell’archivio esistono anche alcune cartelle specificamente dedicate al legato Gelmi, tuttavia al loro interno si trovano più che altro informazioni contabili slegate le une dalle altre che non permettono di risalire ad alcuna valutazione. Questo anche per il fatto che i documenti conservati si riferiscono ad anni molto distanti fra loro e mancano completamente informazioni per i periodi che intercorrono fra essi.


Note:

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