Crisi nelle campagne trevigiane

INTRODUZIONE

Questa tesi cerca di analizzare la crisi agraria e sociale che ha investito il mondo rurale nella seconda metà dell’Ottocento. Ovviamente non si tratta di un lavoro che tenta di avere una portata generale. Più modestamente si cerca di ricostruire i fatti principali che hanno interessato il comune di Ponzano Veneto dall’avvento dell’Unità d’Italia fino alla fine del secolo. Per fare questo si è ricorso allo studio dei dati ricavati dalla letteratura sull’emigrazione di quel periodo, con le opportune valutazioni sulla loro attendibilitàAntonio Lazzarini, Campagne Venete ed emigrazione di massa (1866-1900), Vicenza 1981, Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa, 31 e 32. Inoltre è stato utilizzato il copioso materiale che riguarda la crisi della campagna veneta per definire il contesto del fenomeno. Da qui si può pensare di risalire alle condizioni di vita nel comune di Ponzano Veneto di quell’epoca, dopo un attento confronto con i dati che è stato possibile reperire potendo accedere all’archivio comunale di Ponzano Veneto.

Fino a qualche anno fa la grande storiografia, quella ufficiale  Quella che si fa “nei laboratori di ricerca dentro e fuori l’università”. Angelo Gambasin, Comuni e parrocchie nella storia veneta fra Ottocento e Novecento. Vicenza 1983. Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa. Molti passi del testo successivi a questa nota faranno riferimento all’introduzione redatta dall’autore in questo testo , considerava con una certa sufficienza le ricerche che partivano dall’analisi e dallo studio dei documenti conservati negli archivi comunali e parrocchiali. Questo tipo di analisi veniva considerata storia minore. Una storia nata per ricostruire quelle che erano le condizioni di vita della popolazione che non entrava nei libri di storia, rimasta ai margini della società. Certamente lo studio di queste fonti non si presenta privo di difficoltà. Innanzitutto per chi come il sottoscritto non ha seguito corsi si archivistica, e sulle prime non sapeva proprio come cercare in un archivio. Tuttavia anche chi ha già avuto modo di lavorare in questo ambiente non sempre si troverà ad operare nelle condizioni ideali. Successivamente, anche dopo aver risolto questo problema di carattere “logistico”, nascono altri problemi e ritrosie di carattere scientifico e psicologico.

Ciononostante negli ultimi anni sono state pubblicate alcune opere che partono proprio da questo tipo di studioSi veda a titolo esemplificativo il lavoro pubblicato da A. Gambasin citato nella nota precedente. . La situazione degli archivi comunali è quanto mai variegata da comune a comune. Tuttavia in molti casi ci si trova ad affrontare una quantità enorme di documenti polverosi. Quasi sempre si tratta di un materiale inesplorato da altri ricercatori ed estremamente ricco. Da esso è possibile estrapolare una vasta gamma di informazioni, che in precedenza era possibile trarre solamente dalle statistiche ufficiali e dai censimenti. Gli esempi possono essere i più vari: si va dall’istruzione alla stratificazione sociale, dalla sanità pubblica all’assistenza e beneficenza finanziata dal comune. Senza contare che dall’esame diretto dei bilanci, ove ciò sia possibile, si possono ricavare alcuni dati sull’economia locale. Si può seguire passo passo l’andamento della mortalità rispetto alle sue cause, come l’alimentazione, le abitazioni, le condizioni igieniche e sanitarie. Si possono osservare l’aumento o il calo della popolazione in relazione sia al saldo naturale che in relazione al mutare delle condizioni appena esposte.

E’ stato scritto e studiato poco, e si sa ancora poco, per quanto riguarda l’assistenza da parte delle istituzioni:  dai sussidi, alle opere pie, per non parlare degli ospedali.

Un’altra pista che si può seguire riguarda gli elenchi elettorali. Si sa che il voto nell’ultima parte dell’ottocento avveniva per censo. Potrebbe dare molte indicazioni sulle condizioni economiche della popolazione, verificare quante persone votavano nei comuni e chi erano, per poter giungere a decifrare i rapporti di forza tra le varie classi sociali. Lo stato italiano, come del resto stavano facendo gli altri stati moderni in Europa, aveva imposto una serie di leggi e obblighi. Erano stati creati per poter verificare i diritti e poter imporre gli obblighi ai cittadini. Può essere interessante analizzare come e quando queste norme hanno trovato applicazione, per interpretare quello che era il clima che si respirava a livello locale“E’ noto che, a tutti i livelli, il moderno stato impose la sua normativa, dai timbri al protocollo, agli atti di stato civile. Dai primi sondaggi è risultato che in alcuni casi il municipio italiano continuò a seguire criteri di gestione amministrativa ed archivistica secondo il modello imperiale asburgico.” A. Gambasin, Comuni e parrocchie…. cit. .

Il Regno d’Italia dimostrò di essere molto più esigente dell’impero asburgico sotto il punto di vista della raccolta delle informazioniSi veda sempre Angelo Gambasin, Comuni e parrocchie.. cit. .  Dall’Unità in poi abbiamo infatti una nutrita serie di inchieste e censimenti mirate a conoscere i cittadini. Professione, età, censo, sesso, tipo di impiego (fabbrica, campagna, uffici) e leva militare. Per quanto riguarda il Veneto, un caso che si rivelò assai significativo fu quello dell’inchiesta Jacini sulle condizioni delle campagne. In generale le inchieste si fanno sempre più approfondite, arrivando a interessarsi dei bambini, dei malati e delle vaccinazioni. Viene costruita la mappa catastale di ogni contribuente e con essa si determina la cartella tributaria. Con l’inizio del novecento vengono censiti addirittura gli attrezzi agricoli, per possibili requisizioni in caso di guerra o per l’imposizione di nuove tasse. 

Gli archivi municipali sono zeppi dei documenti che sono stati necessari per arrivare ai dati sintetici custoditi nei capoluoghi di provincia o della capitale (ci si riferisce a censimenti generali, tabellari, libri di statistica, atti d’inchieste pubblicati).
Attraverso lo studio degli archivi locali è possibile risalire alla fonte dei dati che furono passati agli organi centrali dello stato. Questo materiale è in gran parte ancora inesplorato.

Volendo scrivere una storia amministrativa si potrebbero utilizzare gli archivi municipali per accertare i rapporti tra i prefetti ed i comuni, oppure andare a controllare le note e le discussioni sorte sulle applicazioni delle circolari del Ministero degli Interni o delle Finanze. Questo tipo di storia sarebbe anche una storia della legislazione comunale, ma anche della società civile.

In ogni caso si tratta di microstoria.


Note:

Sezione 3 di 47 sezioni  < 1 2 3 4 5 >  Last ›