Le Rondini di Ponzano Veneto

Orgogliosa di essere italiana

Maria Pizzolon è nata nel 1935 a Paderno da dove è partita per l’Australia.
Si è sposata a Sidney nel 1962. Abita tuttora a Bundaberg.
La lettera è inviata il 22 luglio 2011 al cugino Pietro Pizzolon.
Nella lettera che lei ha titolato “Orgogliosa di essere italiana”, ci sono alcune espressioni poetiche, segno di una grande sensibilità.

Non nascondo la nostalgia del mio bel paese e della terra nativa che porto sempre nel cuore.
Resta soltanto un sogno che è difficile dimenticare.
Il passato rimane ben vivo e ritorna come l’onda del mare.
Ricordo che a tredici anni andavo ad imparare a cucire e a diciannove nel 1955 sono emigrata in Svizzera per lavorare in una filatura.
Ero a Linthal nel cantone Glarus, ospite del convitto Regina Pacis che mi assicurava vitto e alloggio.
Eravamo tantissime ragazze seguite da quattro suore.
Nel convitto c’era una disciplina esagerata, nessun tipo di libertà.
Tutto veniva controllato dalle suore che certamente avevano la responsabilità di noi ragazze.
Il lavoro in fabbrica era duro, richiedeva sacrificio e si svolgeva in due turni.
Ricordo che i buoni momenti erano le passeggiate negli altri Convitti con le suore, tutte noi in fila tra i boschi e le valli.
Le uniche pause erano per le preghiere.
Quando desideravamo andare a dormire c’era il Rosario.
Sono contenta dei due bei anni trascorsi e dell’esperienza emigratoria veramente importante.
Nel 1958 tornai a casa per trascorrere qualche mese con la mia cara mamma e la famiglia perché avevo deciso di emigrare nella lontana Australia per raggiungere il mio fidanzato Bruno Bianchin da Castagnole, Provincia di Treviso, per unirci in matrimonio.
Passati i giorni di navigazione verso il South Queensland e dopo altre lunghissime ore di viaggio siamo giunti al paese di Inglewood abitato da molti Italiani. C’erano altre sette miglia per arrivare dove Bruno aveva la casa e il lavoro. Sembrava di essere in mezzo al mondo nella terra Australiana nella grande farm (fattoria, azienda agricola) di G. Giacomin dove si coltivava il tabacco.

Al nostro arrivo c’erano già sei giovani famiglie che abitavano lì e molti dei loro amici ci aspettavano per una grande festa.
Rimasi sorpresa nel vedere tanta allegria e canti di contrade d’altri tempi, che ti entravano come stilettate di emozione.

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Foto ricordo del matrimonio di Bianchin Bruno e Pizzolon Maria I testimoni Mario Baggetto,a sinistra e a destra Lina e Chiara

Alcuni giorni dopo, Bruno e tutti gli altri erano già al lavoro in un grande capannone.
C’era tanto entusiasmo e tanta voglia di costruirsi un futuro migliore.
Io nel vederli e sentirli contenti e allegri anche nel duro lavoro del tabacco e pur incontrando sacrifici, ho pensato di adattarmi a tutto benché in Italia non mi piacesse lavorare la terra e stare in casa.
Ho visto tanti canguri e avevo paura.
Gli otto anni trascorsi con quel gruppo è stato un tempo da non dimenticare.
C’erano Italiani, Friulani e Sardi e si festeggiava in molte occasioni con buoni pranzi e barbecue. Ancora oggi ricordo quei bei giorni.
A Inglewood sono nati i nostri due figli Luigi e Daniele.

Nel 1966 ci siamo trasferiti nel centro del Queensland a Bundaberg, una bella città circondata da campagne immense dove si coltivava la canna da zucchero e si raccoglieva frutta tropicale e vegetali di ogni tipo e qualità.
Nel tempo ci siamo sistemati acquistando del terreno e costruendo la casa e la macelleria che Bruno ha sempre sognato.
Abbiamo lavorato parecchi anni.
Grazie ai figli per il grande aiuto che ci hanno dato.
Al momento della pensione abbiamo lasciato a loro l’attività che ora stanno continuando.

Dalla loro unione abbiamo avuto la gioia di godere di quattro belle nipotine oramai grandi: Alexis, Ashley, Gianna e Loren.
Ora sono bisnonna di una beautiful pronipote Emily di tre anni, figlia di Alexis e Aaron.
La gioia di noi tutti.
Purtroppo tredici anni fa Bruno è deceduto.
La sua mancanza è ancora molto sentita.
Amava la famiglia come amava il lavoro.
Era amico di tutti.

Mille grazie Piero e i più cordiali saluti.
Ciao
Maria Pizzolon Bianchin