Le Rondini di Ponzano Veneto
Immigrati ed emigrati alcuni confronti
Pur essendo state elaborate, per motivi di spazio, non vengono riportate tabelle per gli immigrati, ma dal confronto fra elenchi e statistiche relative alle due categorie citate, sono possibili alcuni commenti su entrambi i fenomeni al fine di comprendere meglio gli avvenimenti.
14 - Tabella di raffronto emigrati/immigrati nei diversi periodi storici
Periodo storico | emigrati | mmigrati |
---|---|---|
Fino al primo conflitto mondiale (1863/1914) | 577 | 143 |
Fra le due guerre (1915/1945) | 609 | 89 |
Dopo la seconda guerra mondiale e fino agli anni settanta (1946/1979) | 725 | 525 |
Dagli anni ottanta ai giorni nostri (1980/2009) | 221 | 183 |
Totale generale | 2132 | 940 |
n questa tabella sono compresi i dati numerici di tutti i migranti, sia risultanti dagli elenchi nominativi che ricavati dall’Anagrafe.
Nel primo periodo considerato, dal 1863 al 1914, pur nella incertezza dei dati, si contano 577 emigrazioni contro solo 143 rimpatri.
Il numero degli emigrati è certamente sottostimato perché non c’è alcun riferimento ai 352 non censiti nel 1091, perché all’estero. Si deduce che la maggior parte dei partenti non aveva in progetto di tornare o non riusciva a farlo anche se ne aveva il desiderio.
Il periodo fra le due guerre è significativo delle condizioni socio economiche dell’Italia dell’epoca fascista.
Nonostante l’opposizione del regime e le restrizioni imposte all’emigrazione, sono state conteggiate 609 emigrazioni a fronte di soli 89 rimpatri. A onor del vero è opportuno evidenziare che la maggior parte delle partenze è avvenuta prima dell’avvento del Regime.
Ciò non di meno è evidente che in quel periodo la terra straniera forniva condizioni di vita sicuramente migliori di quelle che esistevano in patria. Non è da escludere che buona parte degli emigrati abbia scelto di rimanere all’estero perché costretti dal regime fascista o per scelta, non condividendone l’ideologia.
Il secondo dopo guerra è il periodo in cui c’è stata la più grande migrazione, concentrata quasi tutta negli anni dal 1946 al 1948.
E’ interessante evidenziare come a cominciare dagli anni settanta, con la diminuzione delle partenze, si è giunti a una inversione di tendenza.
Lentamente aumentavano i rimpatri rispetto agli espatri.
Nell’intero periodo considerato la statistica indica in 725 le emigrazioni a fronte di 525 immigrazioni.
Molti dei rimpatriati di questo periodo erano partiti prima della guerra e la maggior parte di essi sono tornati da paesi europei. Il fenomeno si giustifica con le mutate condizioni socio economiche dell’Italia intera e anche del nostro paese, grazie alla lenta ma costante industrializzazione.
Negli anni ottanta il fenomeno migratorio diventa quasi insignificante in rapporto alla popolazione residente. Sono mutate le motivazioni che portano ad emigrare. Chi parte torna dopo pochi anni e spesso va all’estero al seguito di imprese che si aggiudicano appalti di grandi opere.
Anche le cifre stanno a indicare che il fenomeno è diventato solo temporaneo e poco significativo.
Nei trent’anni considerati dal 1980 al 2009 ci sono 221 emigrati contro 183 rimpatriati.
Non solo il fenomeno è di modesta entità, ma si assiste anche alla quasi totalità dei rientri.