Le Rondini di Ponzano Veneto

I rapporti dei nostri migranti con il resto della popolazione

Sergio Pivato ricorda che la nostra comunità fu accolta con rispetto come forza lavoro.

A parte qualche piccola incomprensione dovuta a usi e costumi diversi ma simili, è stata aiutata ad inserirsi tramite agevolazioni sulla casa e contatti con mediatori che facevano da tramite fra belgi e italiani.

Nella fabbrica tenevano le relazioni fra la direzione e le maestranze, spesso in difficoltà con la lingua.

Nel più volte citato volume “Le Château des Italiens”, è ricordato un bergamasco di nome Nardo che, al suo arrivo in Belgio, fu subito notato dai dirigenti delle Forge per la sua conoscenza del Francese.

Era emigrato in Francia prima della seconda guerra mondiale e conosceva bene il Francese. Per questo fu assunto come intermediario fra la direzione della fabbrica e le maestranze.

Non ha mai lavorato in fabbrica ed è sempre vissuto nel castello assieme alle altre 32 famiglie, fino alla sua morte giunta a 83 anni.

E’ stata una figura molto importante perché accoglieva gli italiani al loro arrivo, li indirizzava sia per il lavoro che per l’abitazione e gli adempimenti burocratici. Il tutto avveniva in collaborazione e a spese della direzione della fabbrica. Un bel esempio di sistema di integrazione che ha svolto le funzioni di coloro che oggi chiamiamo “mediatori culturali”.

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