Tracce di Dio nel Paesaggio dell'Uomo

Le nostre mani per Katoma

Laura Gracis

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Il vescovo Metodio Kilaini celebra la Festa dell’Esaltazione della Croce con la Comunità di Merlengo, 14 settembre 2012.

All’interno del Gruppo Milo Burlini nacque nel 2004 l’idea di portare concreta solidarietà alla donne di Katoma (Tanzania), villaggio natale di Metodio Kilaini, amico dei nostri concittadini fin da quando, giovane chierico, studente di Teologia a Roma, trascorreva l’estate a Ponzano Veneto.

Conoscevamo il Patto di solidarietà sancito nel 1999 tra Ponzano e Katoma e avevamo avuto modo di partecipare nel 2003 alla suggestiva cerimonia che nominò Cittadino Onorario del nostro Comune Metodio Kilaini, nel frattempo diventato Vescovo Ausiliario di Dar Es-Salaam.

Parecchi aiuti erano stati inviati a sostegno sia della Scuola Primaria che Secondaria di Katoma, ma nulla era stato ancora predisposto per aiutare madri, bambine, ragazze di quella realtà che, intuivamo, le più svantaggiate. Con il sostegno della Provincia di Treviso, iniziò l’esperienza quanto mai entusiasmante del Progetto Le nostre mani per Katoma: si decise quindi di realizzare, sul territorio ponzanese, attività di volontariato, a carattere artigianale e culturale, il cui ricavato avrebbe incoraggiato la comunità femminile di Katoma verso attività remunerative e gratificanti. Suggerimmo l’avvio di un laboratorio sartoriale, grazie al quale le donne avrebbero potuto imparare un mestiere ed acquisire così dignità sociale all’interno della loro famiglia e della comunità. La proposta non tardò ad arrivare al Presidente e al Coordinatore di Katodea, società per lo sviluppo di Katoma nato nel 1992, nonché al Sindaco di Katoma, i quali aderirono entusiasticamente a questa proposta. In una lettera ufficiale ci confermarono che le donne erano svantaggiate: le donne adulte raccoglitrici di caffè, spesso sfruttate, le ragazze, impossibilitate a continuare gli studi dopo la Scuola Primaria a causa della tassa governativa e dei pregiudizi.

Poichè queste ragazze non sapevano dove andare, era necessario - parole testuali - trovare un modo per alzare la dignità e insegnare loro un mestiere. Il progetto Le nostre mani per Katoma sarebbe stata sicuramente una risposta!! Dopo aver ricevuto i nostri primi contributi, le donne di Katoma si diedero da fare per trovare il locale dove accogliere il laboratorio, le prime macchine da cucire, le maestre provenienti da Bukoba che avrebbero dato loro i primi erudimenti. Si formarono così con il tempo delle neo-sarte che insegnavano, a loro volta, alle giovani che mano mano entravano nel laboratorio, risparmiando così lo stipendio delle sarte provenienti da fuori. Decisero poi di affittare un banchetto al mercato per poter vendere la loro merce. Il laboratorio diventò anche il luogo dove poter apprendere nozioni di economia domestica, contabilità, igiene, educazione sessuale.

Titubanti all’inizio, le donne di Katoma in seguito cominciarono a capire che questo tipo di attività, da noi messo in moto, avrebbe potuto cambiare loro la vita. Ma il vero salto di qualità è avvenuto quando, hanno deciso di chiedere il microcredito in banca e quindi, con pochi dollari, ottenere dei prestiti per avviare attività a carattere agricolo-artigianale.

Infatti cominciando con un prestito di Tsh. 20,000 (10 €) e conducendo la propria piccola impresa con successo le donne di Katoma sono riuscite ad ottenere molto di più, tanto che, parecchie di loro, hanno ora le capacità per poter chiedere fino a Tsh. 500,000 (260 €). È nata così Siima (Gratitudine) la Cooperativa femminile di Katoma, oggi attiva, divisa in 4 gruppi fondamentali che comprendono più di 150 donne direttamente sostenute dal progetto Le nostre mani per Katoma, ma sappiamo che molte altre chiedono di poter entrare per poter migliorare la loro condizione.

Essendo il territorio di Katoma molto vasto e dovendo trasferirsi a piedi, le donne ora hanno decentrato il lavoro, si sono organizzate in modo da avere le macchine da cucire sparse in varie parti del villaggio e le attività agricole e di allevamento presso la loro casa, 1-2 volte al mese si ritrovano tutte assieme per scambiarsi le esperienze, per controllare i conti, per apprendere nozioni e acquisire informazioni. Metodio Kilaini ci ha fatto sapere che la Cooperativa è un forte sprone per le donne, infatti anche con piccoli crediti, riescono a sviluppare velocemente la loro attività acquisendo molta fiducia in se stesse.

Come conseguenza di tutto ciò, si riscontra un generale miglioramento dell’economia del villaggio e delle famiglie, un maggior rispetto nei confronti delle donne che adesso possono curare meglio i propri figli e far continuare gli studi anche alle figlie femmine, inoltre si nota un miglioramento nel modo di vestirsi, di curarsi che contraddistingue le donne “imprenditrici” e la voglia da parte delle altre di imitarle.

Negli ultimi tre anni la scolarizzazione femminile, grazie ai contributi comunali rivolti alla Scuola e grazie al nostro progetto, è migliorata, infatti molte più ragazze frequentano la scuola Superiore, mentre, prima del 2003, ci andavano meno di 7 ragazze. Negli ultimi anni su 356 alunni, 178 ragazze hanno terminato la Scuola Superiore – 9 sono andate all’Università – 109 alle Scuole Vocazionali (Professionali) – 61 non hanno continuato gli studi.

Proprio queste ultime, possono ora, grazie al nostro progetto, frequentare il corso di sartoria, dove si insegnano, come abbiamo visto, tante nozioni, ma anche a lavorare in gruppo e diventare piccole imprenditrici con progetti diversi. Questi dati fornitici da Metodio Kilaini sono certamente confortanti e ci invogliano a continuare nei nostri obiettivi di solidarietà,obiettivi che, se nel 2004, erano rivolti alla creazione di un semplice, seppur importante, laboratorio sartoriale, oggi, grazie alla Cooperativa Siima hanno subito un’evoluzione puntando decisamente verso la scolarizzazione femminile che rappresenta la premessa per l’emancipazione della donna e per scelte di vita libere, consapevoli e responsabili. Attualmente il Gruppo “ Milo Burlini “, oltre alla Cooperativa, sostiene Mechtilda Method, figlia di una vedova che, oltre al marito, ha perso anche una figlia uccisa da un fulmine.

Mechtilda, nonostante la difficile situazione famigliare, ha ottenuto ottimi risultati alla Scuola Superiore, tanto da meritarsi l’aiuto dello Stato e poter così frequentare una delle università più prestigiose di Dar Es Salaam. La nostra associazione che le garantisce vitto e alloggio per il triennio di studi economici da lei intrapreso, riceve periodici aggiornamenti sull’andamento degli studi e sugli esami da lei sostenuti.

Le ultime notizie sono incoraggianti, infatti Mechtilda ha superato brillantemente gli esami del 1º anno e si accinge ad affrontare il 2º, durante le vacanze è ritornata a Katoma dove, come da noi richiesto, ha portato il suo sapere, dando consigli e suggerimenti sulla contabilità, la gestione delle risorse e l’andamento generale della Cooperativea Siima. Fermamente convinti che l’Africa cammini con i piedi delle donne, vera spina dorsale che sorregge l’Africa, noi del Gruppo Milo Burlini, continuiamo dunque questo percorso intrapreso nel lontano 2004 sempre fiduciosi in un futuro migliore per l’Africa e per la sua popolazione.

(Tratto dal discorso pronunciato da Laura Gracis, alla presenza del Cittadino Onorario Metodio Kilaini, in occasione del Consiglio Comunale straordinario del 10 settembre 2012 per la conferma del Patto di solidarietà tra Ponzano Veneto e Katoma).

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Località Baruchella, Osteria “Bacheta”, processione della Madonna del Rosario con don Remigio Tessarolo, Paderno, anni ’50.

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Oratorio campestre della Sacra Famiglia e San Rocco, Merlengo, Borgo Pian,anni ’50.