Tracce di Dio nel Paesaggio dell'Uomo
1. Capitello Esaltazione Della Santa Croce
Via Capitello 29
Progetto
geom. Maurizio Sartori
Muratori
Bruno Baseggio, Giorgio Bianchin, Derio Visentin, Giuseppe Piovesan, Giuseppe Morandin
Dipinto
Moreno Favero
Pittura e Marmorino
Renato Feltrin. Cancello in ferro battuto con la croce dorata, stemma dei Cavalieri di Malta, opera di Claudio Rottin da Pezzan di Carbonera.
Nel XVIII secolo il viandante che usciva dalla città di Treviso per porta San Tomaso e s’incamminava verso il Montello, percorrendo la campagna trevigiana, dopo sei chilometri, scorgeva il bel campanile di mattoni di Merlengo, piccolo borgo contadino di circa 550 abitanti. All’inizio del borgo, che circondava la nuova chiesa parrocchiale, proprio al centro dell’incrocio, i fedeli avevano eretto un capitello per accogliere i viandanti con un segno cristiano (la sua costruzione è testimoniata dai registri dell’archivio parrocchiale – 1753 giugno). Il capitello era tappa obbligata delle Rogazioni, della processione del Corpus Domini, la processione del Venerdì Santo, luogo di appuntamento per le famiglie e i ragazzi in occasione del Fioretto nel mese di maggio La tradizione del Fioretto risale a tempi antichissimi, infatti, il mese di maggio, in diversi paesi europei è sempre stato caratterizzato da manifestazioni pagane, feste danzanti e giochi floreali inneggianti al rifiorire della Primavera. I Romani festeggiavano Flora, dea dei fiori e della Primavera che proteggeva l’agricoltura, la giovinezza e le api. I Floralia o Ludi Florales erano le feste romane celebrate dal 28 aprile al 3 maggio. Anche oggi in Toscana il 1º giorno di maggio si festeggia il Calendimaggio inneggiando alla Natura in fiore e alla bellezza femminile, in Umbria, ad Assisi, allegre compagnie di giovani salutano il ritorno della Primavera cantando “le maggiolate” e le serenate d’amore. Nella tradizione cristiana, a partire dal secolo XIII, maggio è il mese dedicato alla Madonna per esprimerle devozione ed omaggio d’amore, in suo onore infatti si offrono piccoli sacrifici quotidiani con i quali vengono mortificati i propri difetti e compiute piccole opere di bontà e di carità. Un tempo nell’ultima solenne funzione serale del mese di maggio si svolgeva, in onore di Maria, la processione conclusiva, che percorreva un breve tratto di strada nelle adiacenze della chiesa parrocchiale e nelle borgate si allestiva un altarino con l’immagine della Madonna ornato di fiori e luci dinanzi al quale si riunivano le famiglie. Questo rito nel nostro territorio è tuttora vivo e particolarmente sentito, tant’è che, ancora oggi, durante il mese di maggio, i fedeli, riuniti in piccoli gruppi, si riuniscono in preghiera presso i vari capitelli disseminati sul territorio comunale. .
Tra la prima e la seconda guerra mondiale il capitello era diroccato ed ostacolava le nuove esigenze della viabilità, perciò venne abbattuto. Nel 1940, all’inizio della seconda guerra mondiale, il parroco don Pietro Filippetto e la popolazione di Merlengo fecero voto solenne di ricostruire il capitello se il Signore li avesse preservati dai dolorosi eventi della guerra.
Nel dopoguerra le offerte raccolte per la ricostruzione del capitello vennero invece destinate alla costruzione del nuovo Asilo parrocchiale in sostituzione di quello ospitato in villa Gosetti-Bellato.
Nel maggio 2005 il parroco don Alessandro Dal Ben ricordò ai fedeli l’impegno di adempiere il voto e di mantenere la parola data al Signore, fu così che, grazie ad una colletta alla quale parteciparono 175 famiglie, i volontari del paese realizzarono l’opera (nel 2006- 2007) sul terreno donato dalle famiglie Scalco e Pivato.
Alcuni materiali (pietre del pavimento, gradino in marmo, tegole, …) provengono dalla chiesa di Merlengo restaurata nel 2004-2005 per la solenne dedicazione. La prima pietra, recuperata durante i lavori di restauro della chiesa parrocchiale (2004-2005) venne posta durante la processione del Venerdì Santo del 2006.
La pittura rappresenta il crocifisso ligneo del XV restaurato e conservato in sacrestia a Merlengo, e la Vergine Maria si ispira a quella della tela del Gian Domenico Tiepolo “il miracolo di Sant’Osvaldo”, del 1750 conservata nella chiesa di Merlengo.
I volti dei quattro angioletti rappresentano delle persone viventi a Merlengo. In basso il dipinto rappresenta le mura della città di Treviso con la porta San Tomaso in una stampa del XVII secolo.
Le due vetrate sono state ideate e offerte dai ragazzi della Cresima e della Prima Comunione, rappresentano lo Spirito Santo e l’Eucaristia. Il capitello venne benedetto dal parroco don Alessandro Dal Ben il 14 settembre 2007 Festa dell’Esaltazione della Santa Croce e anno della Dedicazione della chiesa e del nuovo altare durante una solenne celebrazione e processione.
La squadra del Palio del “CAPITEL” ha in questo luogo il suo punto di riferimento spirituale prima della manifestazione del palio dei Mezzadri.
Per ulteriori approfondimenti si veda: A.A.V.V., Merlengo. Storia…, cit., pp. 495-517, pp. 353-354, pp. 338-341.
Note:
geom. Maurizio Sartori
Muratori
Bruno Baseggio, Giorgio Bianchin, Derio Visentin, Giuseppe Piovesan, Giuseppe Morandin
Dipinto
Moreno Favero
Pittura e Marmorino
Renato Feltrin. Cancello in ferro battuto con la croce dorata, stemma dei Cavalieri di Malta, opera di Claudio Rottin da Pezzan di Carbonera.
Nel XVIII secolo il viandante che usciva dalla città di Treviso per porta San Tomaso e s’incamminava verso il Montello, percorrendo la campagna trevigiana, dopo sei chilometri, scorgeva il bel campanile di mattoni di Merlengo, piccolo borgo contadino di circa 550 abitanti. All’inizio del borgo, che circondava la nuova chiesa parrocchiale, proprio al centro dell’incrocio, i fedeli avevano eretto un capitello per accogliere i viandanti con un segno cristiano (la sua costruzione è testimoniata dai registri dell’archivio parrocchiale – 1753 giugno). Il capitello era tappa obbligata delle Rogazioni, della processione del Corpus Domini, la processione del Venerdì Santo, luogo di appuntamento per le famiglie e i ragazzi in occasione del Fioretto nel mese di maggio La tradizione del Fioretto risale a tempi antichissimi, infatti, il mese di maggio, in diversi paesi europei è sempre stato caratterizzato da manifestazioni pagane, feste danzanti e giochi floreali inneggianti al rifiorire della Primavera. I Romani festeggiavano Flora, dea dei fiori e della Primavera che proteggeva l’agricoltura, la giovinezza e le api. I Floralia o Ludi Florales erano le feste romane celebrate dal 28 aprile al 3 maggio. Anche oggi in Toscana il 1º giorno di maggio si festeggia il Calendimaggio inneggiando alla Natura in fiore e alla bellezza femminile, in Umbria, ad Assisi, allegre compagnie di giovani salutano il ritorno della Primavera cantando “le maggiolate” e le serenate d’amore. Nella tradizione cristiana, a partire dal secolo XIII, maggio è il mese dedicato alla Madonna per esprimerle devozione ed omaggio d’amore, in suo onore infatti si offrono piccoli sacrifici quotidiani con i quali vengono mortificati i propri difetti e compiute piccole opere di bontà e di carità. Un tempo nell’ultima solenne funzione serale del mese di maggio si svolgeva, in onore di Maria, la processione conclusiva, che percorreva un breve tratto di strada nelle adiacenze della chiesa parrocchiale e nelle borgate si allestiva un altarino con l’immagine della Madonna ornato di fiori e luci dinanzi al quale si riunivano le famiglie. Questo rito nel nostro territorio è tuttora vivo e particolarmente sentito, tant’è che, ancora oggi, durante il mese di maggio, i fedeli, riuniti in piccoli gruppi, si riuniscono in preghiera presso i vari capitelli disseminati sul territorio comunale. .
Tra la prima e la seconda guerra mondiale il capitello era diroccato ed ostacolava le nuove esigenze della viabilità, perciò venne abbattuto. Nel 1940, all’inizio della seconda guerra mondiale, il parroco don Pietro Filippetto e la popolazione di Merlengo fecero voto solenne di ricostruire il capitello se il Signore li avesse preservati dai dolorosi eventi della guerra.
Nel dopoguerra le offerte raccolte per la ricostruzione del capitello vennero invece destinate alla costruzione del nuovo Asilo parrocchiale in sostituzione di quello ospitato in villa Gosetti-Bellato.
Nel maggio 2005 il parroco don Alessandro Dal Ben ricordò ai fedeli l’impegno di adempiere il voto e di mantenere la parola data al Signore, fu così che, grazie ad una colletta alla quale parteciparono 175 famiglie, i volontari del paese realizzarono l’opera (nel 2006- 2007) sul terreno donato dalle famiglie Scalco e Pivato.
Alcuni materiali (pietre del pavimento, gradino in marmo, tegole, …) provengono dalla chiesa di Merlengo restaurata nel 2004-2005 per la solenne dedicazione. La prima pietra, recuperata durante i lavori di restauro della chiesa parrocchiale (2004-2005) venne posta durante la processione del Venerdì Santo del 2006.
La pittura rappresenta il crocifisso ligneo del XV restaurato e conservato in sacrestia a Merlengo, e la Vergine Maria si ispira a quella della tela del Gian Domenico Tiepolo “il miracolo di Sant’Osvaldo”, del 1750 conservata nella chiesa di Merlengo.
I volti dei quattro angioletti rappresentano delle persone viventi a Merlengo. In basso il dipinto rappresenta le mura della città di Treviso con la porta San Tomaso in una stampa del XVII secolo.
Le due vetrate sono state ideate e offerte dai ragazzi della Cresima e della Prima Comunione, rappresentano lo Spirito Santo e l’Eucaristia. Il capitello venne benedetto dal parroco don Alessandro Dal Ben il 14 settembre 2007 Festa dell’Esaltazione della Santa Croce e anno della Dedicazione della chiesa e del nuovo altare durante una solenne celebrazione e processione.
La squadra del Palio del “CAPITEL” ha in questo luogo il suo punto di riferimento spirituale prima della manifestazione del palio dei Mezzadri.
Per ulteriori approfondimenti si veda: A.A.V.V., Merlengo. Storia…, cit., pp. 495-517, pp. 353-354, pp. 338-341.
Note:
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