Tracce di Dio nel Paesaggio dell'Uomo

105. Antica Chiesa Di San Vito

Strada Postumia, incrocio “Al Baston”, Merlengo

Segnalata dal Gruppo “Milo Burlini” come Luogo di valore presso la Fondazione Benetton nel 2011.

Chiesa di origine altomedievale, San Vito si presenta attualmente con un aspetto rinascimentale, integrato da modifiche prodotte nel corso degli interventi di restauro e di ristrutturazione seguiti nel tempo. Sopra l’ingresso si intravedono appena i resti di un grande stemma affrescato, probabilmente dei Corner o meglio della Commenda Corner che ne era giuspatrona.

Gli antichi resti lapidei, sia di epoca romana che altomedievale conservati all’interno, fanno ipotizzare che, già prima dell’avvento del Cristianesimo, in questo luogo sorgesse un’ara pagana o comunque si trattasse di un luogo di sosta lungo il cammino della lunga strada Postumia che, fin dal 148 a.C., congiungeva Genova ad Aquileia.

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Di particolare interesse l’affresco di fattura popolana del XVII secolo che si trova sulla parete nord della chiesetta: esso rappresenta i Santi Patroni Vito, Modesto, Crescenzia e Lucia con in alto la Madonna e il Bambino contornati da cherubini e sullo sfondo una luminosa veduta delle campagne tra Postioma e Merlengo, con la strada Postumia, le case, le ville venete, le chiese e tratti di paesaggio agrario.

Il parroco di Merlengo, sollecitato dalla popolazione che tanto ama questo luogo di culto, celebra la messa alcune volte l’anno e in particolare il 24 settembre viene ricordata la festività di Maria “Madonna della Mercede” con una solenne celebrazione liturgica accompagnata dal canto gregoriano.

Attualmente l’intenso traffico della strada Postumia sta accelerando il degrado e minando la staticità del più antico monumento storicoarchitettonico e di culto cristiano del territorio, rendendone pericoloso anche l’accesso. Per questo sia l’Amministrazione Comunale che Provinciale sono state più volte sollecitate affinchè si trovi una soluzione per la conservazione di questo antichissimo luogo di culto “eredità e memoria di secoli di devozione delle popolazioni locali”.

Per ulteriori approfondimenti si veda: A.A.V.V., Merlengo. Storia…, cit., pp. 495-517, 138-148.

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