Tracce di Dio nel Paesaggio dell'Uomo

1. Capitello San Francesco di Paola e San Bernardino da Siena

Incrocio tra via Santandrà e via Caotorta

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Capitello San Francesco di Paola

COMMITTENTI
Armando Picciol, Agostino Borghetto, Sante Santon, Giorgio Faccin, Giuseppe Sartor in qualità di residenti e Sante Piovesan in qualità di proprietario e donatore del terreno

ANNO DI COSTRUZIONE
1986 - benedetto dal Parroco don Angelo Trevisan

CURATO DA
Angelina De Rossi, vedova di Sante Piovesan

Quello che oggi possiamo vedere all’imbocco della via Caotorta, di fronte all’osteria da Picciol, non è altro che la ricostruzione di un vecchio capitello che si trovava all’incrocio tra via Caotorta e via Santandrà. Demolito alla metà degli anni ’60 del ‘900 per far spazio ad una più ampia viabilità, le mappe antiche ci testimoniano che risaliva probabilmente al 1750-60; di esso purtroppo non esistono foto, solo testimonianze degli anziani di Ponzano che ricordano la vecchia costruzione, esistente da varie generazioni. Difronte ad esso, si fermavano le rogazioni Le rogazioni erano processioni propiziatorie con le quali si implorava la benedizione del Signore per la famiglia e il lavoro dei campi, un tempo unica occupazione e fonte di reddito. Si svolgevano, in tutte le parrocchie, per tre giorni, prima dell’Ascensione, quaranta giorni dopo Pasqua. e le processioni, tra le quali quelle più importanti del Corpus Domini e del Venerdì Santo e della Madonna del Rosario.

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Capitello San Bernardino da Siena

Dopo la sua demolizione, per vent’anni, del capitello non se ne parlò più fino al 1985, quando si formò un Comitato promotore per la sua ricostruzione. Fu così che, avute le dovute autorizzazioni, in pochi mesi potè essere ricostruito il nuovo capitello che fu inaugurato domenica 22 giugno 1986. Nella serata del giorno precedente venne installato al suo interno anche il dipinto su tela, appena restaurato da Elena Scabia, documentato fin dal 1609, con San Francesco di Paola e San Bernardino. La tela rappresenta, in alto, la Madonna che tiene il Bambin Gesù seduto sul braccio sinistro, entrambi poggiano sulle nubi dalle quali sbucano quattro teste di angioletti.

Sotto due grandi figure in primo piano dominano il quadro: a sinistra, incappucciato, San Francesco di Paola con il caratteristico monogramma a raggiera “CHARITAS” fissato sul bastone impugnato con entrambe le mani, a destra con il capo scoperto, San Bernardino da Siena, il quale, con la mano destra, presenta incorniciato il suo emblema “IHS”, Gesù in lingua greca. Entrambi indossano sandali con un’alta suola in legno, il terreno è sassoso, sullo sfondo si intravede un paesaggio di montagna. Il dipinto fu eseguito da due pittori differenti: la parte superiore da un artista di scuola veneta, mentre i due Santi da un artista di scuola toscana.

Per ulteriori approfondimenti si veda: A.A.V.V., Merlengo. Storia di una comunità e della sua chiesa, Editrice San Liberale, Treviso 2007, pp. 226-229. Con la testimonianza di Ferruccio Badesso, classe 1912. Sante Rossetto, Le stagioni perdute, 2005 Piazza editore, pp. 94-98.

 

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