Dal Diario Di Guerra Di Giuseppe Santon
Introduzione
A cura di Laura Gracis
Il diario di Giuseppe Santon s’inserisce, a pieno titolo, nel vasto complesso di testimonianze scritte nel corso della prima Guerra Mondiale che viene comunemente definito IL ROMANZO POPOLARE ITALIANO della Grande Guerra.
Infatti l’immane tragedia stimolò, paradossalmente nell’Italia semianalfabeta di allora, una ricca produzione di lettere, cartoline e diari, tanto che, se questi scritti fossero messi l’uno accanto all’altro, coprirebbero duemila chilometri, più o meno la distanza esistente tra Roma ed Oslo.
Un fiume di notizie e di sentimenti, che scorre parallelamente ai documenti ufficiali e che, con la sua umile scrittura, costituisce un vero e proprio romanzo corale della gente comune.
Nel diario di Giuseppe troviamo preziose testimonianze sulla cattura da parte degli Austroungarici sul fronte trentino, sul lungo viaggio prima di arrivare in Ungheria, sulle durissime condizioni di vita nei vari luoghi di detenzione e in particolare a Mauthausen, non ancora lager nazista, e infine sulla permanenza in Ungheria come prigioniero.
Quello che emerge dalle pagine del suo diario è una ridda di sensazioni e di sentimenti drammatici vissuti con coraggio e compostezza esemplari: la fatica per le lunghe marce in mezzo alla neve alta con lo zaino affardellato, la paura di essere visto dal nemico, il terrore durante i bombardamenti, le lunghe attese sotto il sole cocente , la paura di morire di fame e di freddo, lo schifo per un cibo più adatto agli animali che agli uomini, lo sfinimento per il lavoro forzato…
Distante più di mille chilometri da casa, in una terra sconosciuta, la vita è devastata, nonostante questo, Giuseppe riesce lo stesso a registrare, anche se approssimativamente, le notizie sugli eventi bellici che arrivano in Ungheria in maniera fortunosa: la presa di Gorizia, le battaglie dell’Isonzo, la Rivoluzione Russa, l’entrata in guerra degli Stati Uniti, la strage sul fronte italiano. Si rende conto infine che le notizie arrivano filtrate dai nemici e che quindi vanno recepite con una certa cautela.
Nonostante la situazione sia disperata, non vengono mai meno in Giuseppe la fede, il senso del dovere, la preoccupazione per i propri cari e traspare tutto l’amore verso la cara Patria e il forte risentimento verso il nemico “dal cuore barbaro”.
Queste pagine dunque, che si aggiungono alle migliaia provenienti da altri soldati italiani che ebbero la sventura di vivere quei tragici eventi, lasciano una traccia profonda nella memoria collettiva e con la loro forza vanno ad arricchire il patrimonio storico del nostro Comune.
Per questo motivo ringrazio la famiglia Santon di aver messo a disposizione il diario di guerra del loro congiunto , facendo così un prezioso regalo alla Comunità ponzanese.