Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi
VILLA MARIA
Via Roma - Paderno
Si ritiene che questa villa sia stata costruita verso la fine del 1700 sul terreno d’un preesistente fabbricato. Essa conserva stucchi e fiorami di bellissima fattura.
Dal catasto napoleonico risulta essere stata di proprietà di Gianmaria de Giuliani, nome che figura nell’archivio parrocchiale di Paderno nel 1806 in un atto di morte della sorella, in vari atti di battesimo ed inoltre, nel 1832, tra i Deputati Comunali per la frazione di Paderno.
Tale de Giuliani era figlio di Francesco e di Elisabetta Mùller e sarebbe stato originario di Innsbruck. Sposò Chiara Contarini, della quale rimase vedovo. I beni passarono al figlio Benedetto che il 7 luglio 1857 vendette parte dei terreni a Andrea Fumagalli e la villa a Lorenzo Nadali. La figlia di quest’ultimo, Orsola, amministratrice della proprietà paterna, vendette la villa a Massimo Coletti, sposato a Caterina Vallenzasca. La figlia Maria Coletti, nata nel 1864 a Pieve di Cadere sposò il dott. Mario Liberali a cui portò in dote la villa, detta, in memoria della proprietaria, «Villa Maria», appellativo che tuttora è conservato. Alla sua morte, avvenuta .l’I luglio 1899, la proprietà venne ereditata dal marito con-atto del 27 dicembre 1900 e per successione^ passò poi al figlio VittorioBuona parte delle notizie sono state attinte da un manoscritto dell’arch. dott. Paolo Furlanetto: «Indagini cartografiche e catastali relative a Villa Maria di Paderno di Ponzano» del 4-12-1980..
A seguito del ripiegamento delle nostre armate dell’Isonzo avvenuto dopo l’infausto evento di Caporetto (24 ottobre-10 novembre 1917) nella guerra 1915-1918, di cui già abbiamo parlato, vennero spostati, analogamente, anche gli enti militari addetti ai servizi logistici e all’assistenza sanitaria delle truppe. Nel quadro di questi provvedimenti villa Maria ospitò un ospedale da campo sino alla conclusione del conflitto.
I corpi dei militari che decedevano in detto ospedale venivano tumulati nel cimitero parrocchiale di Paderno. Parte delle salme vennero esumate dopo la guerra a richiesta dei parenti.
In occasione del bombardamento tristemente famoso di Treviso del 7 aprile 1944, diverse famiglie trevigiane trovarono ospitalità in detta villa.
Note:
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