Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi
LA BENEDIZIONE DELLA DONNA DOPO IL PARTO
Una puerpera, nei tempi decorsi, poteva uscire di casa solo quaranta giorni dopo il parto e dopo aver effettuato un rito presso la chiesa parrocchialeQuesta era una consuetudine poco rispettata nell’epoca di cui parliamo, specie nelle famiglie contadine, nelle quali mancava un vero sentimento di carità, e le cui puerpere, non di rado, riprendevano le fatiche campestri poco dopo il parto, come. si è già accennato nell’argomento «La vita delle nuore».
Circolava nei nostri paesi la credenza che portasse iettatura o scarogna una donna che uscisse di casa prima dei quaranta giorni, cioè prima della benedizione sopra citata.. Ivi si recava, con il capo coperto da un grande fazzoletto o velo nero, accompagnata da altra donna della famiglia o del vicinato.
Alla porta della chiesa veniva accolta dal sacerdote, che le porgeva il lembo della stola; quindi essa lo seguiva tenendo in mano una candela accesa. Entrambi, recitando il salmo 23 di Davide, raggiungevano l’altare della Madonna. Qui venivano elevate dal sacerdote altre preghiere e la cerimonia si concludeva con la benedizione della madre mediante l’aspersione dell’acqua santa.
La puerpera, secondo le possibilità, presentava al sacerdote una offerta in denaro od in natura (un paio di colombi novelli od alcune uova).
Il rito si riallacciava alla legge di Mosè che obbligava le madri a presentarsi al Tempio quaranta giorni dopo la nascita di figli maschi, dopo sessanta se femmine, per una purificazione legale con l’offerta di un sacrificio. Anche la Madonna osservò queste disposizioni mosaiche, recandosi al Tempio di Gerusalemme per la purificazione e presentarvi il figlio Gesù.
Nella liturgia cattolica questa cerimonia aveva lo scopo non tanto di purificazione, ma di rendimento di grazie al Signore per la felice maternità.
Note:
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