Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi

DON DANILO BOVO

Figura di autentico sacerdote.

La sua presenza in questo paese è stata fugace ma sufficiente a,farlo conoscere in profondità dal popolo che lo stimava e lo amava. Piace qui riportare uno stralcio del commovente articolo pubblicato su «La Vita del Popolo» subito dopo la sua morte.

«Come una lampada che ha consumato tutto il suo olio nell’attesa del Signore, don Danilo si è spento sorridendo mentre i suoi occhi ormai vedevano la luce di Dio. Pochi giorni prima davanti al suo Vescovo e ad altri sacerdoti, consapevole della prossima fine, aveva fatto la sua solenne professione di fede: “Credo intensamente nel Cristo mio Signore e voglio morire in seno alla Chiesa cattolica della quale mi professo figlio ubbidiente e devoto. Al Papa, alla Chiesa di Dio, per la salvezza dei fratelli offro gioiosamente la mia vita”. Vescovo e sacerdoti presenti a stento riuscirono a trattenere le lacrime, mentre don Danilo li fissava col suo sguardo sereno e dolcissimo. Poi gli ultimi giorni, quelli della passione e dell’agonia del Getsemani, perché il sacrificio fosse completo come quello di Gesù, don Danilo non aveva più sangue, stentava a vedere, a sentire, a parlare, non aveva più fiato. Quando ormai la sua fine si annunciava imminente, volle essere trasportato nella sua canonica di Merlengo ^dall’Ospedale di Valdobbiadene dov’era stato a lungo ricoverato nel corso della grave malattia. E’ spirato lungo il tragitto ed è stato subito rivestito dei paramenti sacri e collocato nel grande salone della canonica trasformato in camera ardente dove i fedeli di Merlengo e di molte altre parrocchie hanno sostato a lungo in preghiera e in un affettuoso muto colloquioDon Danilo Bovo morì di leucemia il 5 settembre 1977..

Cinquant’anni appena compiuti, tutti spesi al servizio di Dio e delle anime, l’ultimo addirittura sublimato dalla sofferenza accettata serenamente in piena conformità al volere di Dio.

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Don Danilo BOVO

Don Danilo era nato a Maerne il 6 febbraio 1927. Prima in famiglia e poi in seminario, sviluppò intensamente le caratteristiche peculiari della sua cospicua personalità umana e sacerdotale: bontà, delicatezza di coscienza, pietà distinta e solida, gentilezza di modi, eccezionale apertura verso il mondo giovanile, profondo rispetto per l’uomo, totale donazione alla Chiesa e alle anime.

Ordinato sacerdote dal vescovo mons. Mantiero, don Danilo ha offerto il suo ministero sacerdotale a diverse comunità, prima a Maerne, suo paese natale, poi a Fontane, a Torreselle, a Sant’Ambrogio di Grion e Dosson. Dovunque ha lasciato una traccia profonda, il segno della sua spiritualità autentica avvertita specialmente dai giovani di cui fu l’amico e il confidente più apprezzato. Queste sue doti particolari di educatore indussero i superiori ad affidargli l’assistenza spirituale degli studenti del Collegio Pio X e del patronato di Castelfranco».

Parecchie altre esperienze arricchirono la spiritualità di questo pio sacerdote

«Dal ‘74 età parroco di Merlengo dove si era subito fatto apprezzare per il suo equilibrio, la bontà d’animo, il nuovo stile pastorale rispettoso della persona, attento alle istanze del mondo giovanile, ammiratore entusiasta del nuovo volto della Chiesa-popolo di Dio proposto dai luminosi documenti conciliari che don Danilo apprezzava profondamente. E così sono fiorite a Merlengo iniziative nuove e promettenti, che non vedevano mai il parroco in prima fila, anche se in realtà ne era l’anima e la guida…

Poi improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, la malattia grave e incurabile. E’ stato il capitolo più fulgido dell’autobiografia sacerdotale scritta da don Danilo con lo stile inconfondibile del dolore gioiosamente accettato per amore di Cristo e dei fratelli. E’ la prova più convincente della grande fede di un prete…».

Le sue esequie sono state un trionfo per la grande presenza di credenti e di sacerdoti. Commovente il profilo tracciato da monsignor Vescovo che ha concelebrato il rito funebre in Merlengo.

Il popolo di Merlengo non dimenticherà mai don Danilo, il cui nome è ricordato anche in una nuova via a lui intitolata.


Note:

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