Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi
LA VENDEMMIA
L'autunno, stagione tanto cara ai poeti ed ai pittori per i tramonti smaglianti, per gli alberi e le siepi dai colori vivaci, per i giochi di luce indescrivibili, è l'epoca della vendemmia, la quale viene di solito praticata verso la fine di settembre e durante il mese di ottobre.
Negli anni trascorsi adulti e ragazzi vi partecipavano numerosi e con entusiasmo, specie se il raccolto risultava abbondante.
I vendemmiatori si davano da fare, opportunamente distribuiti sui vari filari di viti, con il capo coperto da un cappello. Muniti di forbici lavoravano con visibile euforia parlando del più e del meno, narrandosi barzellette o scambiandosi arguti mòtti di spirito che suscitavano l'ilarità dei presenti. Gli anziani amavano ricordare i loro tempi, il periodo trascorso da militare ed altre circostanze della loro vita. Taluni improvvisavano cori, cantando le vecchic «villette» strapaesane o qualche altra canzone orecchiabile.
La vendemmia presentava anche un'occasione per i giovani d'ambo i sessi per avvicinarsi, per scambiare più o meno timidamente la parola e far trapelare eventuali sentimenti di simpatia.
Intanto si riempivano i cesti, le cassette di legno e i bigónsi (bigonci). L'uva raccolta veniva sistemata sui carri piatti e condotta a casa, sotto el barco (tettoia) o sotto il porticato, al riparo da ogni eventuale avversità, dove veniva infine pigiata (folar l'uà).
Quest'ultima operazione era affidata ai maschi, che pigiavano l'uva a gambe nude, con i pantaloni rimboccati sopra i ginocchi.
Il sistema millenario della vendemmia è tuttora attuale; pressocchè nulla è mutato: le mani sono sempre l'elemento indispensabile e il progresso tecnologico non è ancora riuscito a sostituirlo con un mezzo meccanico validoPer la verità una macchina vendemmiatrice è stata realizzata, ma richiede che le viti siano sistemate a tettoia e non a filari, come invece lo sono nella maggior parte dei nostri vigneti..
La pigiatura tradizionale ha invece subito un netto miglioramento essendo stata sostituita da quella meccanica, ben più agevole e veloce.
Dopo il necessario periodo di fermentazione seguivano le operazioni del primo travaso in cui venivano eliminate le vinacce (sarpe) e portate alle distillerie per ottenere la grappa oppure trattenute in casa per produrre il vinello (pimpinèa o vin pìcolo), bevanda utilizzata in famiglia che bastava praticamente per tutto l'inverno.
Inutile parlare della competizione che esisteva tra i contadini per ottenere il vino migliore e delle relative precauzioni prese per la conservazione e per la cura meticolosa delle botti, fatte da artigiani bottai, allo scopo di annientare le muffe ed eliminare altre insidie che potevano compromettere la bontà della delicata bevanda.
Negli anni trascorsi adulti e ragazzi vi partecipavano numerosi e con entusiasmo, specie se il raccolto risultava abbondante.
I vendemmiatori si davano da fare, opportunamente distribuiti sui vari filari di viti, con il capo coperto da un cappello. Muniti di forbici lavoravano con visibile euforia parlando del più e del meno, narrandosi barzellette o scambiandosi arguti mòtti di spirito che suscitavano l'ilarità dei presenti. Gli anziani amavano ricordare i loro tempi, il periodo trascorso da militare ed altre circostanze della loro vita. Taluni improvvisavano cori, cantando le vecchic «villette» strapaesane o qualche altra canzone orecchiabile.
La vendemmia presentava anche un'occasione per i giovani d'ambo i sessi per avvicinarsi, per scambiare più o meno timidamente la parola e far trapelare eventuali sentimenti di simpatia.
Intanto si riempivano i cesti, le cassette di legno e i bigónsi (bigonci). L'uva raccolta veniva sistemata sui carri piatti e condotta a casa, sotto el barco (tettoia) o sotto il porticato, al riparo da ogni eventuale avversità, dove veniva infine pigiata (folar l'uà).
Quest'ultima operazione era affidata ai maschi, che pigiavano l'uva a gambe nude, con i pantaloni rimboccati sopra i ginocchi.
Il sistema millenario della vendemmia è tuttora attuale; pressocchè nulla è mutato: le mani sono sempre l'elemento indispensabile e il progresso tecnologico non è ancora riuscito a sostituirlo con un mezzo meccanico validoPer la verità una macchina vendemmiatrice è stata realizzata, ma richiede che le viti siano sistemate a tettoia e non a filari, come invece lo sono nella maggior parte dei nostri vigneti..
La pigiatura tradizionale ha invece subito un netto miglioramento essendo stata sostituita da quella meccanica, ben più agevole e veloce.
Dopo il necessario periodo di fermentazione seguivano le operazioni del primo travaso in cui venivano eliminate le vinacce (sarpe) e portate alle distillerie per ottenere la grappa oppure trattenute in casa per produrre il vinello (pimpinèa o vin pìcolo), bevanda utilizzata in famiglia che bastava praticamente per tutto l'inverno.
Inutile parlare della competizione che esisteva tra i contadini per ottenere il vino migliore e delle relative precauzioni prese per la conservazione e per la cura meticolosa delle botti, fatte da artigiani bottai, allo scopo di annientare le muffe ed eliminare altre insidie che potevano compromettere la bontà della delicata bevanda.
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