Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi

Persone da ricordare

GIOVANNI BATTISTA CICOGNA

L’opera umana più  bella è  di essere utile al prossimo SOFOCLE, Edipo Re

Fu l’ultimo discendente della nobile famiglia dei Cicogna, perché, non avendo contratto matrimonio, con la sua morte si estinse il casato.

Dai documenti disponibili presso l’Archivio Municipale di Ponzano è stato possibile reperire scarse notizie sugli antenati Cicogna. E’ stata di aiuto la consultazione dell’Enciclopedia Storico-Nobiliare ItalianaV.  SPRETI, Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana, Forni Editore, Bologna. e di altre opere similari.

Degli antichi Cicogna ricordiamo Pasquale, che fu Podestà di Treviso nel 1564 e che il 18 agosto 1585 fu elevato alla suprema dignità della Repubblica Veneta. Nacque il 27 maggio 1509, figlio di Gabriele e di Maria Manolesso, e morì il 2 aprile 1595. Lo scrittore Andrea Da Mosto lo definisce «uomo d’animo pio e generoso» e d’altro canto avverte che fu valoroso in guerraA. DA MOSTO, I Dogi di Venezia, 1960, pp. 305-311.. Divenne celebre infatti per le sue imprese quale comandante delle forze navali dell’Arcipelago della Laguna e per i provvedimenti presi allorché, durante il suo dogado, Venezia fu colpita dal flagello della fame. Nel corso del suo mandato venne eretto il ponte di Rialto, che prova la munificenza del governo e lo stato di perfezione al quale erano giunte in quei tempi le scienze e le arti meccaniche, e venne portata a termine la chiesa del Redentore.

Marco Cicogna, fratello del precedente, si coprì di gloria nel sanguinoso conflitto delle Curzolari (1571, Battaglia di Lepanto).

Il N.H. Girolamo Cicogna, padre del benefattore Giovanni Battista, partecipò alla difesa di Marghera nel 1849 con il grado di caporale e capo-pezzo d’artiglieria; in tale occasione si distinse per coraggio ed ardimento. Nel Comune di Ponzano ricoprì la carica di Deputato Comunale dal 1850 al 1856, cioè durante la dominazione austriacaV. capitolo:  «Autorità Comunali di Ponzano Veneto» e relativo alegato nr. 5..

La famiglia Cicogna venne nobilitata il 4 febbraio 1381 in ricompensa dei servizi che un altro Marco Cicogna aveva reso alla Repubblica impegnata nella guerra di Chioggia (1379 ~ 1380). Successivamente ebbe la conferma della patrizia nobiltà con la S.R.A. dell’11 novembre 1817, riconosciuta con D.M. del 1891. Passiamo ora a parlare di Giovanni Battista Cicogna.

Egli nacque a Treviso il 2 marzo 1877 dal cav. Girolamo già Intendente di Finanza e dalla signora Adele Fontebasso della nota famiglia trevigiana. Terminò i suoi giorni in Paderno il 13 maggio 1948, assistito dal dott. Ernesto GastaldoLa morte fu causata da «Arteriosclerosi cerebrale (sindrome di Adams-Stokes),  sincopatia»:  questa la diagnosi del medico dott. Castaido. e dopo aver ricevuto i conforti della Fede alla vigilia del trapasso. Le sue spoglie ebbero riposo nel cimitero parrocchiale di Paderno fino al 10 maggio 1976, allorché, per interessamento del sindaco Dino Bonesso, furono traslate presso l’Oratorio di san Gaetano Thiene di villa Cicogna.

E’ qui utile tracciare l’attività svolta da Giovanni Battista Cicogna.

«Umanista di temperamento, seguì corsi giuridici e letterarii nelle Università di Padova e di Bologna, dove amava rievocare di essere stato allievo del Carducci. Laureatosi in giurisprudenza, si dedicò giovanissimo allo studio del diritto romano, pubblicando il suo primo libro a venticinque anni. Successivamente conseguiva la libera docenza in storia del diritto romano (1904), per iniziare il suo tirocinio didattico all’Università di Padova come professore incaricato della stessa materia, mentre la sua produzione scientifica ne confermava sempre più efficacemente le qualità di serio e profondo studioso, tanto che ben presto (1908) egli riusciva a raggiungere per concorso la cattedra d’istituzioni a Ferrara, dove rimase poi fino al 1930 come ordinario di diritto romano e dove tenne per vari anni la presidenza di quella Facoltà giuridica, dirigendo altresì la nuova Scuola di scienze sociali e sindacali. Eletto deputato per la XXIV Legislatura (1913)Il prof. Cicogna militò nel partito popolare italiano, analogo alla attuale democrazia cristiana. egli ottenne la rinnovazione del mandato parlamentare nelle due legislature susseguenti, fino a che la irrevocabile minaccia del regime fascista non lo indusse a tirarsi in disparte per evitare ogni compromesso; ed alla Camera egli profuse la sua più vigile opera politica sia nella difesa degl’interessi particolari del proprio collegio, quanto e soprattutto nella tutela dell’interesse sommo della Patria. Combattente della prima guerra mondiale, venne insignito della croce al merito di guerraG.B. Cicogna ricevette altre onorificenze:

— 14-1-1917: nominato Commendatore della Corona d’Italia;
— 25-7-1918:  nominato Ufficiale dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro;
— 25-7-1921:  nominato Grand’Ufficiale della Corona d’Italia;
— 20-9-1922:  nominato Grand’Ufficiale dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro.
Inoltre ricordiamo che dal 27 dicembre 1909 al 24 febbraio 1912 ricoprì la carica di Sindaco di Ponzano Veneto.. Ma con l’attività di deputato e di combattènte mal poteva conciliarsi quella dello studioso e del professore: non solo infatti egli rinunciò dal 1913 all’insegnamento patavino, fino ad allora conservato ininterrottamente per incarico, ma una lunga parentesi di silenzio, durata quasi vent’anni, ebbe inizio da quel momento nella sua vita di scrittore. Unico legame con gli studi, esteriormente apprezzabile, restarono fino al 1924 le sue lezioni romanistiche all’Università di Ferrara. Più tardi, il gusto dell’insegnamento lo riprese, spingendolo ad accettare incarichi di pandette e di esegesi all’Università di Modena, oltre che ad estendere la sua operosità didattica nell’Ateneo di Ferrara, ove fu anche professore incaricato di diritto internazionale. Tuttavia fu soltanto col trasferimento a Siena, nella cui Università egli doveva chiudere la sua carriera, che il professor Cicogna si dedicò di nuovo ai prediletti studi, sia pure in una singolare posizione di isolamento, dovuta forse al suo carattere schivo ed indipendente, che lo faceva vivere in solitudine e lo induceva a leggere solo ciò che gli andava a genio, senza riguardo per il valore delle opinioni altrui. Anche a Siena fu preside per quattro anni della Facoltà di Giurisprudenza (1943-1947); e, divenuto rettore ad interini dell’Ateneo senese in un periodo assai difficile della vita nazionale, ossia durante i primi mesi del governo militare alleato in Toscana (1944), egli seppe dar prova di raro equilibrio e di encomiabile dignità.

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Prof. Giovanni Battista CICOGNA


Collocato fuori ruolo alla fine dell’anno accademico 1946-1947, Giovanni Cicogna si era ritirato nella quiete della sua villa di Paderno, a Ponzano Veneto; e qui egli ha lavorato fino all’ultimo, nonostante le sue precarie condizioni di salute, sorretto sempre dalla viva ed inesausta speranza di ritornare periodicamente a Siena per tenervi qualche ciclo di conferenze o di esercitazioni, ma soprattutto per ritrovarsi, di tanto in tanto, fra i suoi studenti ed i suoi colleghi (. . .).

Che dire infine dell’uomo, a prescindere dal suo amore per la cultura e per gli studi, da lui tanto appassionatamente coltivati? La sua schiettezza ed il suo cuore generoso erano le sue più alte qualità morali. Alieno da ogni pompa e da ogni convenzionalismo, egli non tollerava in alcun modo l’insincerità, che si nasconde troppo di frequente sotto i fulgidi veli dell’apparenza. Modestissimo nel suo tenore di vita, egli non deludeva mai chi bussava alla sua porta: la sua persona ed i suoi beni materiali erano sempre, per questo aspetto, a servizio di tutti e di ciascuno, tanto è vero che egli ha suggellato la sua vita con un atto di solidarietà sociale, istituendo erede di tutte le sue sostanze il comune di Ponzano Veneto, al quale egli era e si era sempre sentito legato dalle tradizioni della sua famiglia»Studi senesi nel Circolo Giuridico della Università, voi.  LXI,  anno   1949   (voi. XXXVI   della   II   serie),  Siena, Biblioteca   del   Circolo   Giuridico:  «Ricordando   Giovanni Cicogna, di Arnaldo Biscardi» (pp. I-XII).. In questo Comune infatti il professore amava trascorrere le vacanze, nella sua residenza di Paderno. Ricordano gli anziani le sue non infrequenti uscite dalla villa avita, durante le quale tutto osservava rendendosi consapevole della precaria situazione del popolo.

Egli amava indugiare presso il «lavaggio» di Merlengo ove si compiaceva rivolgere la parola alle lavandaie inginocchiate sul lampórLampòr: attrezzo di legno usato per lavare i panni lungo i fossati o gli specchi d’acqua. intente al loro faticoso lavoro; osservava le donne che, strette dalla necessità, raccoglievano pazientemente i ramoscelli secchi lungo le siepi, quelle altre che rincasavano con il pesante sacco d’erba sulle spalle, grondanti di sudore; non sfuggivano alla sua attenzione i contadini spossati dalle fatiche campestri e dagli stenti, gli operai che rientravano a piedi dal lontano luogo di lavoro sfiatati ed esausti. Tutta questa gente, miseramente vestita, malnutrita, provata da oscuri sacrifici e rinunce, abitante in case ch’erano tuguri, colpiva la mente del professore, uomo sensibile e pensoso. Pure i bambini, male acconciati e denutriti, attiravano in particolare il suo sguardoE’ ancora vivo il ricordo per il suo contegno durante la prima guerra mondiale per esser rimasto a Ponzano Veneto, nonostante la vicinanza del fronte, profondendo assistenza ma- teriale e morale alla popolazione. (ARNALDO BISCARDI, Ricordando il prof.  Cicogna,  Quotidiano «La nazione»,  Cronaca di Siena del 15-6-1948). In particolare, ancora forti sono nella memoria dei suoi ex fittavoli la benevolenza e la generosità con cui venivano da lui trattati.. Queste crude realtà sono state probabilmente il motivo’ per cui egli si è persuaso ad offrire al Comune la possibilità di risolvere in buona parte lo spinoso problema della vita del popolo che da secoli si trascinava insoluto.

Egli, fiducioso nella saggia utilizzazione del suo cospicuo lascito, non esitò a prendere tale importantissima decisione, in mancanza della quale le sorti delle tre frazioni sarebbero rimaste a lungo sul tappeto senza la speranza d’un decisivo e sollecito spiraglio di sollievo. I fenomeni penosi della disoccupazione e dell’emigrazione finalmente sarebbero stati risolti, come poi i fatti confermarono.

La generazione che ha goduto e quelle che godranno i benefici della donazione Cicogna serberanno indelebile ricordo: è questo un atto di doverosa gratitudineV. testo della lapide affìssa nella saletta d’entrata della Sede Municipale trascritto nel capitolo «Le ville del nostro Comune - Villa Cicogna»..

L’eredità Cicogna

Nella seduta dal Consiglio Comunale del 3 luglio 1948 venne accettata l’eredità del- l’on. prof. Giovanni Battista Cicogna costituita da terreni e fabbricati.

Questo è l’elenco dei beni donati dal detto Cicogna al Comune di Ponzano:

— una villa con annessa chiesetta, la rimessa, una casa antica ubicata alle spalle della villa predetta e inoltre i seguenti appezzamenti di terreno:
— nel comune di Ponzano       ha 88.02.70
— nel comune di Villorba       ha   8.26.50
— nel comune di S. Biagio di Callarta       ha   0.33.35
— nel comune di Treviso ha   0.87.10
            totale ha 97.49.65

II 13 maggio 1948, data della scomparsa del prof. Cicogna, il prezzo effettivo di stima della eredità è stato valutato in lire 24 mi- lioni 680 mila. Il 22 aprile 1949, con Delibera del Con- siglio predetto si decise di sistemare la villa onde poterla usare come sede Municipale, nonché di adibire una rimessa ad uso ambulatorio per il medico condotto, per il veterinario e per la levatrice (spesa prevista L. 1.500.000). Con successiva Delibera dell’11 giugno 1949 venne donata all’Università di Trieste la biblioteca già appartenente al prof. Cicogna. Il 27 agosto dello stesso anno fu richiesto ed ottenuto dal Comune un mutuo di lire 3.000.000 per affrontare altre spese di sistemazione della villa e quelle inerenti alle pratiche di eredità. In seguito, una quota parte dei beni terrieri venne alienata per favorire l’insediamento e lo sviluppo dell’industria e dell’artigianato.


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