Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi

Vita della famiglia

IL CAPO-FAMIGLIA

Vigeva nel passato la mentalità patriarcale per cui la famiglia stava in tutto sottomessa al suo capo. Anche il rapporto tra quest’ultimo ed i figli nonché tra lui e gli altri componenti era ben preciso: nessuna libertà o confidenza, nessuna transigenza, disciplina assoluta.

Il capo-famiglia amministrava il patrimonio, vigilava, dirigeva i lavori e disponeva per le varie mansioni. Era temuto e rispettato come persona superiore, quasi mitizzato, ed il suo operato insindacabile. Ogni persona che si inseriva; nel nucleo familiare doveva assoggettarsi alle sue direttive.

Aveva come collaboratrice la moglie, che sorvegliava tutte le faccende domestiche, custodiva le chiavi dei locali di propria competenza, disponeva per il mangiare, per il governo degli animali da cortile e per altre eventuali necessità.

A tavola il capo aveva il posto d’onore, mentre gli altri si sistemavano secondo una riconosciuta gerarchla. Le donne e i ragazzi si mettevano a mangiare in qualche angolo, seduti su una sóca (ceppo) o su un rustico scranno di legno, sui gradini d’una scala, su una pietra, con la ciotola tra le ginocchia. Chi aveva maggiore responsabilità nel lavoro godeva anche di un migliore trattamento a tavola.

Malgrado l’apparente armonia non si creda che in ogni famiglia, nel passato, tutto procedesse a meraviglia e nella massima serenità.

Certi capi famiglia si davano all’alcool, ridestando in sé istinti atavici; altri, favoriti da buone risorse, si abbandonavano alla passionalità incontrollata in relazioni equivoche con donne di malaffare. Quelli che soffrivano per tali deviazioni erano i familiari che subivano bistrattamenti ed umiliazioni. Inoltre da tali realtà derivavano spesso’ conseguenze spiacevoli ed inattese. Ma il dispotismo, caratteristico di quell’epoca, imponeva il silenzio. Certi figlioli, rendendosi consapevoli della condotta deleteria del padre capo-famiglia, maturavano in cuore e covavano il sentimento della ribellione, sentimento che veniva prontamente soffocato dal padre con la solita risposta: «El paron son mi!» (Il padrone sono io!).

Talora accadeva che certi capi-famiglia, di costumi e moralità insospettati, in buona fede, cadessero nei raggiri di elementi più astuti ed ingannatori, commettendo errori fatali che potevano compromettere tutte le loro sostanze. Non di rado la famiglia veniva a trovarsi all’improvviso nella povertà ed era perciò costretta, per risollevarsi economicamente, a compiere duri sacrifici, che potevano durare anche degli anni.

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