Così lo descrive don Antonio Dal Colle: «Elegante per disegno ed esecuzione era invece l’oratorio Caotorta, dedicato al Rosario, di fattura del secolo XVII, miseramente lasciato cadere dai nobili proprietari insieme alla villa, ora divenuta proprietà rustica dei contadini De Marchi. In questo oratorio fino dal 1832 erano state fondate 3 messe settimanali, che celebravansi dal cappellano, poi diminuirono fino a che nel 1907 erano ridotte a dodici all’anno»^{D. A. DAL COLLE, op. cit., p. 39. 15. L’oratorio Caotorta venne ultimato nel 1782 e la data 1780 citata sul frontone è relativa all’inizio dei lavori. Traduzione dell’iscrizione: «Dedicato alla Vergine Madre di Dio sotto il titolo del Santissimo Rosario. Anno della Redenzione 1780 mese di giugno».}.

Sul frontone dell’oratorio era inciso su pietra viva l’iscrizione sacra «Deiparae Virgini Titulo Sanctissimi Rosarii Dicatum Anno Salutis MDCCLXXX Mens. Junii»^{D.A. DAL COLLE, op. cit., p. 39.}.

«L’Oratorio venne demolito nel 1914, non potendo la fabbriceria sostenere le spese di restauro, come le era stato proposto» 15bls. I resti della muratura, compreso il frontone sopraccitato, vennero acquistati dagli abitanti della «Barrucchella» per la loro chiesetta. Il piccolo altare venne donato dai Caotorta all’Oratorio del Beato Enrico di Biancade.

Rammenta don Dal Colle che nel giorno di S. Antonio vi si celebrava con grande solennità. Infatti in detta festa, che cade il 13 giugno d’ogni anno, la processione dei devoti del Santo partiva dall’oratorio dei Gobbato portando la statua del Taumaturgo per recarsi a quello del Rosario ove sostava per la S. Messa. Nel pomeriggio si celebravano le funzioni, alla fine delle quali, sempre processionalmente, la statua veniva riportata all’oratorio Gobbato.

Il terreno in cui sorgeva questo piccolo oratorio è coltivato ad orto. Conclude il Dal Colle: «Così mutano le fortune quaggiù, e con esse i nomi e le cose».