Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi
DON PIETRO FILIPPETTO
Sacerdote di ottimi requisiti, tutti orientati alla elevazione spirituale d’un popolo fondamentalmente religioso com’è per tradizione quello di Merlengo.
Ebbe i natali a Villanova d’Istrana (Treviso) il 6 settembre 1885 ed ivi spuntò nel suo cuore la vocazione al sacerdozio, vocazione aiutata ed incoraggiata dall’amorevole assistenza d’un sacerdote condiscepolo di San Pio X.La sua ordinazione avvenne in Montebelluna il 26 luglio 1908 da parte di S.E. Mons. A.G. Longhin.
Dopo essere stato a Treviso cappellano di S. Stefano e di S. Agnese, quindi direttore del Patronato Femminile Carolina Polacco, fu coadiutore a S. Dona di Piave. Venne in Merlengo nel marzo 1920 come vicario spirituale e successivamente ebbe la nomina a parroco.
Don Filippetto svolse il suo ministero confortato dalla stima e dall’affetto dei fedeli i quali approvarono sempre la sua saggia e solerte opera. Realizzò con gravi e continui sacrifici della popolazione importanti opere parrocchiali quali: l’attivazione dell’Asilo Infantile presso la villa Gosetti nel 1921; l’installazione dell’orologio nel campanile (1924); l’ampliamento della chiesa con la costruzione delle due navate laterali (1930-1931); l’erezione della nuova casa canonica (1933); l’installazione del nuovo organo, la commissione d’un ostensorio in argento all’artista cav. Antonio Gentilin di Traviso, il restauro della pala di San Bartolomeo da parte della pittrice Rachele Tognana, il tutto nel 1937; l’ampliamento del cimitero parrocchiale di via Colombera (1954); l’elettrificazione delle campane (1960); l’adornamento della chiesa delle statue lignee della Madonna del Carmine, di San Sebastiano, di Sant’Agnese e di due angeli (1920). Ebbe cura di San Vito. Diede grande impulso all’Azione Cattolica.
Fu un parroco dunque ben degno dei suoi attivi predecessori che nel passato emersero per realizzazione di opere e per l’alto livello di vita spirituale. Don Pietro Filippetto offerse generosamente tutte le sue energie per il bene delle anime, per il maggior decoro della sua chiesa e per lo sviluppo morale e sociale della parrocchia.
Il popolo di Merlengo, che aveva riconosciuto in lui l’anima dell’apostolo, del pastore zelante, lo ricorda sempre con grande stima e venerazione.
Umile, ardente di fede, visse e concluse i suoi giorni nella povertà lasciando memoria fervida negli affezionati parrocchiani dopo aver svolto la sua missione per ben 46 anni. Morì di edema polmonare la notte del 13 agosto 1966.
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