Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi

POZZI ED ACQUEDOTTO COMUNALE

L’acqua, giustamente definita anche nei documenti dell’Archivio Municipale «il prezioso liquido», è sempre stata l’elemento-chiave per la vita sulla terra. Malgrado ciò furono necessari dei, millenni perché nei paesi civili fosse raccolta ed equamente distribuita.

Nel nostro Comune solamente nella primavera del 1966, abbastanza recentemente perciò, il problema si è potuto considerare risolto. La popolazione aveva sofferto a lungo nell’avvicendarsi dei secoli per la penuria d’acqua, anche perché l’interessamento delle autorità in merito a ciò si è sempre manifestato con estremo ritardo come si può rilevare dai documenti d’Archivio.

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Pozzetto caratteristico di villa Cicogna

La prima denuncia risale ali’8 ottobre 1898 in cui l’Ufficiale Sanitario Comunale, dottor Loschi, informava il Sindaco della situazione del pozzo pubblico di borgo Ruga (Paderno) e dell’altro prossimo all’osteria Michelon a Merlengo: «in causa d’ogni genere di immondizie, che vi gettarono dentro, le loro acque sono torbide e quindi facilmente inquinate, per cui è necessario subito provvedere a tale inconveniente. Per il momento io sono d’avviso di far chiudere subito i due pozzi;si penserà poi cosa si dovrà fare in seguito a tali sconcezze. Di più Le faccio noto che havvi qualche lagno, perché in prossimità del pozzo, che è situato vicino all’abitazione del fornaio di Paderno, si trova un porcile ed un letamaio. Il lagno è giusto, e perciò bisognerà cercare di rimediare anche a tale inconveniente».

Non ci sono documenti che possano precisare l’antichità dei pozzi pubblici esistenti nelle tre frazioni.

Gli abitanti si sono serviti anche dell’acqua corrente dei fossi, del canale della Brentella e del torrente Giavera.

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Il pozzo di villa Serena

Ecco ciò che compare in un documento, che rispondeva ad un questionario della R. Prefettura, sottoscritto dalla Giunta Comunale in data 12-9-1900:

«1° II Comune di Ponzano è costituito dalle tre frazioni di Ponzano, Paderno e Merlengo. Nella frazione di Ponzano vi sono dei pozzi per uso domestico, ve ne sono pure in Paderno e Merlengo ma in misura più limitata. Non esistono sorgenti. I pozzi nella stagione estiva scarseggiano d’acqua e taluno rimane all’asciutto.

2° Tutti gli abitanti del Comune si servono dell’acqua del Brentella per uso abbeveraggio d’animali e per uso domestico, dove mancano i pozzi e dove l’acqua dei pozzi è scarsa.

3° L’acqua del Brentella scorrente in questo Comune, nei momenti di magra, è di circa 60 litri al minuto secondo la quale va ripartita in oltre 80 rivoli per cui nessuno ne gode, malgrado che il Comune nei periodi estivi introiti una quantità dupla di quella del periodo invernale.

4° La distanza della presa nel Piave sarà di circa quaranta chilometri»In quegli anni i pozzi pubblici erano:  in Ponzano fino al 1909 nessuno, come precisato sopra; in Paderno due, di cui uno in Borgo Ruga ed il secondo, come detto a pagina precedente, vicino al fornaio; in Merlengo due, di cui uno al bivio dell’osteria Visentin (ex Baseggetto) e l’altro prossimo all’osteria Michelon, in via Calcina. Gli abitanti costretti a prelevare l’acqua nei pozzi delle famiglie contadine ricambiavano il grande favore prestando la loro opera nelle occasioni dei grossi lavori agricoli e nel caso di impreviste necessità.

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Vecchia pompa a volano, da tempo eliminata, che esisteva in sostituzione di un antico pozzo, all’incrocio di via Capitello con via Chiesa a Merlengo

Situazione ben poco felice quindi.

In data 9 giugno 1907 venne proposto di costruire un pozzo tubolare al centro di Ponzano che servisse anche per la scuola. In seguito ad approvazione (anno 1909), il pozzo fu costruito nel cortile di detta scuola.

Nella seduta del Consiglio del 14 marzo 1915 fu discusso ancora il problema dell’acqua potabile.

Il Sindaco Co. Folco-Zambelli riferisce di aver avuto un colloquio con il Medico Provinciale onde debellare i frequenti casi di tifo, spesso aventi esito letale, causati dai pozzi inquinati e addirittura dall’acqua del Brentella, e propone la costruzione di pozzi con pompe centrifughe, suggerimento che non viene accolto.

Nel 1921 una terribile siccità gravò in tutto il trevigiano asciugando pozzi, fossi, Giavera e Brentella.

In tale anno i contadini, con carri e botti capaci, si recavano giornalmente alle provvidenziali sorgenti del Pegorìl. e delle fontanelle di San Pelaio onde provvedere a tale penuria.

Anche le famiglie degli operai erano costrette a procurarsi la quantità d’acqua indispensabile per gli usi domestici.

Il 5 marzo 1922 il Consiglio Comunale decise di provvedere all’espurgo dei pozzi pubblici realizzando altresì la costruzione dei nuovi pozzi Norton, pubblici e privati, e la riparazione di quelli inefficienti o comunque difettosi. Verso il 1925 prese avvio la costruzione delle pompe a mano (mt. 15 di profondità) al posto di quelle a getto continuo, che richiedevano una penetrazione di circa 30/35 metri.

Nel 1955 iniziò la discussione per la programmazione ed il progetto di un acquedotto comunale che risolvesse una volta per tutte il secolare problema della mancanza d’acqua potabile.

Il Consigliere Comunale Enrico Ignazio Gobbato prese a cuore l’argomento e negli anni 1956-1957 insistette per ottenere dal Ministro dei LL.PP. on.le Romita un contributo statale sulla spesa prevista di lire 65 milioni. La pratica fu portata a buon fine dopo un successivo interessamento del sindaco cav. Luigi Martini presso l’allora ministro dei LL.PP. on.le Zaccagnini.

Espletate le pratiche burocratiche e portato a termine il progetto, iniziarono le trattative con le ditte per la costruzione dell’acquedotto.

I lavori presero il via nel 1963 con la perforazione di due pozzi in località «Al Bastòn», lavori che proseguirono alacremente fino al 1974, fornendo così l’acqua a 1.632 famiglie.

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Serbatoio pensile dell’acquedotto comunale di Ponzano (località «Al baston» - Merlengo)



Seguirono altri lavori di completamento della rete idrica comunale, approvati con Delibera nr. 80 del 20 ottobre 1975, che vennero ultimati nel 1979.

Attualmente il fabbisogno d’acqua potabile copre le necessità della popolazione e delle varie attività industrialiV.  Allegato nr.  7:  «Realizzazione   acquedotto   comunale»..

V’è, infine, da aggiungere che l’acquedotto di Ponzano soddisfa anche le necessità di una quarantina di famiglie residenti nel comune di Treviso, in località Santa Bona Nuova e quelle di altri sei utenti residenti nel Comune di Paese, nella frazione di Postioma.

Alla fine del 1979 gli utenti assommavano a 1.785 ed alla fine del 1980 a 1.900.

L’incremento incessante della popolazione richiederà probabilmente negli anni futuri nuove risorse d’acqua e pertanto un potenziamento della attuale rete di distribuzione.

Un ricordo: gli acquedotti militari a Merlengo ed a Ponzano

Nel periodo della prima guerra mondiale, e precisamente nella terribile circostanza del ripiegamento del nostro esercito dal fronte delPlsonzo alla linea del Piave, vennero approntati nelle retrovie tutti i servizi logistici, riordinate le truppe ed organizzati i mezzi di difesa per contrastare una temuta avanzata nemica. Anche il territorio del nostro Comune fu impegnato durante tale emergenza: nelle frazioni di Merlengo e Ponzano si realizzarono infatti due acquedotti militari.

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Pompa a stantuffo

Gli anziani dei due paesi non ricordano l’esatta ubicazione della presa d’acqua per entrambi gli acquedotti. Un dato però sembra certo e cioè che le tubature provenissero da nord. E’ anche molto verosimile che i militari sfruttassero in un primo tempo i pozzi pubblici e privati, le sorgenti del Pegorìl e delle fontanelle di San Pelaio, queste ultime piuttosto fuori mano, servendosi per il trasporto dell’acqua di botti metalliche o di legno.

A Merlengo l’acquedotto attraversava la campagna dei Panziera ed il prato dei Marchi. La tubatura raggiungeva due serbatoi sopraelevati sistemati a fianco della canonica vecchia. Si rammenta che a nord del paese era accampato il 73° Reggimento Fanteria, scome ricordato nelle «Memorie storiche di Merlengo».

A Ponzano altri due capaci serbatoi poco discosti dall’ex osteria Miotto, sul bivio di via Santandrà con via Fontane, servivano a rifornire un reggimento di fanteria attendato alle spalle di predetto esercizio pubblico e gli altri militari dei comandi ospitati presso le vicine ville i cui pozzi si dimostravano insufficienti per le eccezionali necessità della situazione.

A villa Minelli (ora Benetton) avevano sede, come si accenna nel paragrafo che descrive la medesimaV. Gap. «Le ville del nostro Comune» Villa Minelli., diversi importanti servizi che necessitavano d’una grande quantità d’acqua; basti pensare, ad esempio, al grande macello militare in essa ospitato e molto attivo. Concluso il grande conflitto i due acquedotti vennero disabilitati.


Note:

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