A Spasso per le Antiche Osterie di Ponzano
Osteria Borsato “Da Bacheta”
Via Camalò – Località Baruchella
La storica osteria Borsato, con annesso casoin, in località Baruchella, meglio conosciuta come “da Bacheta”, fu fondata negli anni ’20 del ’900 da Giuseppe Bepi Borsato proveniente da Camalò.
Il suo nome deriva probabilmente da quel caratteristico bastoncino che serviva per prendere le misure tra bocce e boccino durante le partite. Il locale infatti era dotato di ben tre piste di bocce e una di borea che si trovavano, parallele alla via Camalò, dove oggi sorge il nuovo esercizio.
Negli anni osteria e casoin furono portati avanti prima da IseoBorsato Iseo compare nella Guida Economica della Provincia di Treviso 1957 alle voci “Alimentari e Trattorie - Osterie”. e Giustina Borsato e poi dai figli Mariano, Annita, Ugo, Elisa e Luciano. La gestione dei Borsato cessò alla fine degli anni ’80 e poi venne data in affitto.
Giustina De Stefani in Borsato, che aveva fatto pratica come cuoca presso la famiglia Agostini di Cusignana, era molto apprezzata per la sua cucina casalinga, per le specialità del risotto coi fegatini, il pollo con la polenta e i piatti tipici della cacciagione come la lepre e il fagiano alla cacciatora.
L’osteria poteva ospitare fino ad un massimo di 60 persone per pranzi in occasione di matrimoni ; il primo, agli inizi degli anni ’50, fu quello di Albino Zanatta Merican.
Nel locale si ballava, si giocava a calcio balilla e si poteva guardare la TV, da poco arrivata in paese, il tutto, naturalmente, sorseggiando Merlot, Tocai e Clinton.
In osteria si organizzavano persino corsi di preparazione agli esami per prendere la patente e corsi di taglio e cucito.
Vi era poi la rivendita di sali e tabacchi: prima degli anni ’50 si vendevano soprattutto sigari toscani, tabacco per pipa e tabacco da naso per gli anziani, più tardi si diffusero maggiormente le sigarette.
Nella tabaccheria non mancava mai il chinino, distribuito capillarmente dal regime fascista per combattere la malaria e pesato, al bisogno, con un apposito bilancino perfettamente conservato ancora
oggi dai Borsato.
La corrente elettrica arrivò in Baruchella tra il 1950 e il 1955, pertanto, prima di allora si usavano le candele o le lampade a petrolio.
Anche l’acqua non era cosa scontata, tant’è che fino al 1951 la trattoria si riforniva presso il pozzo, risalente alla fine del ’500, dietro la casa colonica dei Martini Bunisioi nell’ex fondo Aproino.
In seguito, grazie al contributo e alla manodopera dei privati, nel 1952 venne costruita una fontana in prossimità dell’osteria, che servì tutto il borgo fino ai primi anni ’60 quando la località fu raggiunta dall’acquedotto comunale. Numerosi gli avventori dell’osteria che, tra un bicchiere e l’altro, s’intrattenevano giocando a scopa, a briscola, tresette, bestia e trionfo.
Erano clienti abituali don Remigio, don Osvaldo e don Marco, il dott. Gastaldo, il dott. Pilla e il messo comunale Marcello Moro, ma anche gli stradini Emilio Povegliano Supancic e Francesco Zanatta Ijo Pance.
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