Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi

ALTRE ATTIVITÀ INVERNALI

La stagione invernale offriva qualche piccola fonte di guadagno. In quegli anni cadeva frequente ed abbondante la neve la quale finiva quasi sempre per rendere inagibili le strade e le vie della città. Per i disoccupati si presentava allora una modesta opportunità di lavoro. Si alzavano di buon mattino e, equipaggiati di badile o pala, raggiungevano con notevole difficoltà Traviso allo scopo appunto di liberare le vie dalla neve e renderle transitabili. Il punto di conoentramento era noto e gli stradini, appositamente interessati dall’Amministrazione Comunale, assumevano sollecitamente operai provvisori; con disposizioni sbrigative organizzavano le squadre dando il «via» allo spalamento della neve.

Alcuni contadini prossimi alle mura della città intervenivano con lo spazzaneve (tràina), con carri e buoi, per liberare le strade.

Tutti ricevevano la ricompensa per l’opera prestata.

Altra notevole attività invernale era costituita dal recupero e dalla vendita del ghiaccio naturale, che, nella zona trevigiana, abbondava.

Centri di raccolta del ghiaccio, detti giassère, esistevano in Treviso e fuori Treviso. Il magazzino più capiente aveva sede sotto le mura di Porta Santi Quaranta, lato Fra Giocondo; un altro si trovava nelle immediate vicinanze di Porta Altinia ed un terzo tra il Ponte Garibaldi e Porta Carlo Alberto (Viale Jacopo Tasso). Anche a Melma (l’attuale Silea) esisteva un altro importante magazzino nel quale veniva raccolto il ghiaccio prelevato dal Sile. Questo grande magazzino costituiva la scorta per la città.

La risorsa del ghiaccio naturale era sfruttata da quasi tutte le frazioni più o meno prossime al capoluogo, comprese le nostre.

Il ghiaccio prelevato dai capaci fossati, dal Lavaggio, dalle peschiere, dai rivoli della Brentella, ma specialmente dal letto del torrente Giavera, veniva asportato in grande quantità e condotto su carri piatti, munì ti di sponde alle giassère di Treviso.

Tale rustica attività durò sino all’inverno 1920-1921, data in cui la Società Veneta Industrie Frigoriferi (S.V.I.F.) costruì un edificio, di moderna concezione, attrezzato per la produzione del ghiaccio artificiale, eliminando così l’incetta di quello naturale che presentava inconvenienti igienici e di conservazioneAi primissimi tempi della sua attività, la S.V.I.F. disponeva di mezzi trainati da cavalli per la distribuzione del ghiaccio al domicilio degli utenti della città e degli immediati dintorni.

Allorquando la tecnologia industriale produsse i moderni frigoriferi ed i congelatori, l’attività della S.V.I.F. subì una drastica riduzione.

E’ bene rammentare che sin dalle epoche antiche il ghiaccio è sempre stato estremamente necessario. Basti ricordare le richieste degli ospedali, delle macellerie, dei pescivendoli, delle latterie, degli esercizi pubblici, dei produttori di gelati e dei privati in genere..


Note:

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