Abbecedario Ponzanese
GLI SCOLARI RACCONTANO.….
Testi raccolti e redatti da Laura Gracis (corsivi a cura di Alfio Centin )
Ricorda Lino Rossi, scolaro a Ponzano negli anni ’40:
“ La Maestra Olga Candiotto era un’insegnante didatticamente molto valida, era di mentalità moderna e si faceva rispettare….. Ricordo che prima di entrare in classe, ci metteva in fila nel corridoio, una volta entrati, ci faceva disporre a fianco al nostro banco e poi ci diceva con tono deciso alzando il braccio: “ Attenti! Saluto al Duce !! Seduti ! “
“ Indimenticabile la sua tecnica per farci riconoscere il suono gl :
“ L’altro giorno sono stata in una casa in campagna e lì ho visto tanti coniglietti…. Voi sapete vero come sono fatti i coniglietti?!! Bene, proviamo a disegnarli: hanno un’orecchietta su e una giù, proprio come le letterine g e l messe assieme!”
“ Estremamente poetica la favoletta sull’arrivo della Primavera:
“ Dopo il freddo sopraggiunge un venticello che avvolge le gemme, le schiude e da esse sbocciano tanti petali colorati … E’ arrivata la Primavera!! “
Nell’archivio del Provveditorato di Treviso, attuale CSA , si legge:
Olga Candiotto nata a Treviso il 15.1.1890 e qui deceduta a soli 57 anni il 15.12.1947. Inizia la sua carriera ad Arcade e a Ponzano, come provvisoria, nel 1909 e 1910. E’ di ruolo a Ponzano dal 1911 al 1946. Nel 1930 sposa Benedetto Fontanive. La Commissione Provinciale di Epurazione non rileva nulla a carico dell’ Insegnante che si era iscritta al PNF il 18.11.1935.
Candida Biasetto, assieme a tutti i compagni di scuola di allora, ricorda con grande affetto la Maestra Gina Tomaselli
“ Era una maestra buona e molto materna, aveva modi gentili e attenzioni per tutti i bambini, ma in particolare per quelli che sapeva di condizioni famigliari povere, verso di essi dimostrava anche grande generosità , infatti eravamo all’epoca della 2^ guerra mondiale e la vita in campagna era molto dura. “
“La maestra Tomaselli non si è mai sposata ed ha dedicato la sua vita alla scuola e all’educazione dei nipoti rimasti orfani in tenera età “
Nell’archivio del Provveditorato nella sua cartella personale si legge:
Nata a Montebelluna nel 1890, cessa la carriera d’insegnante nel 1951 dopo quarant’anni di lavoro. Provvisoria a Susegana-Colfosco nel 1909 e a Ponzano-Paderno nel 1910, diventa titolare a Ponzano-Paderno dove rimane fino al 1928 quando è trasferita a domanda a Ponzano capoluogo. Intanto, dal 1921 al 1928 era stata a Paese dove, oltre ad insegnare, copriva il posto di incaricata alla Direzione Didattica avendo il diploma di Direttrice Didattica.
Ritornata all’insegnamento a Ponzano, chiede l’1.2.1939 di essere tenuta presente per incarichi di direzione nelle scuole rurali, ma il Provveditore Giuseppe Valsesia risponde che il Ministero ha già provveduto escludendo in linea di massima le donne ( si dice che il Provveditore Valsesia appartenesse all’OVRA, i servizi segreti del regime fascista ).
Il 13.8.1938 la Maestra chiede il nulla osta per ottenere il passaporto per recarsi a Stafa di Zurigo per motivi di studio da metà agosto alla prima settimana di settembre. Valsesia concede.
L’Ispettore Isotto Boccazzi rilascia il suo giudizio sulla maestra nell’a.s. 1922-1923, quand’era insegnante e contemporaneamente incaricata alla Direzione Didattica a Paese:
“La Maestra Gina Tomaselli si dedica alla scuola con grande passione. Ha l’incarico della Direzione che adempie con zelo e diligenza ottima. Ha istituito il Museo didattico e la biblioteca.
Sa dare alla scuola un’impronta tutta sua. La sua capacità è quella di un’ insegnante che conosce con perfezione il metodo “.
I giudizi riportati sono sempre positivi: Valente sotto il Regime e Ottimo dopo il 1945.
La Commissione Provinciale di Epurazione, accertato che era iscritta al PNF, ma non al PFR, non rileva nulla a suo carico e la riammette all’insegnamento.
Bruno Fornari, scolaro a Paderno negli anni ’50, ricorda così il “suo “ Maestro
“Il Maestro Costantino Dalla Toffola era una persona che incuteva fiducia e rispetto, perchè tutti in paese sapevano che faceva del bene, infatti, in tempi in cui regnava un’estrema povertà, cercava di aiutare gli alunni più poveri e s’interessava della situazione economica delle loro famiglie “
“Per invogliarci allo studio, aveva escogitato un metodo del tutto particolare: quello dei regalini….
Ci sottoponeva a delle interrogazioni volanti, chi rispondeva esattamente e con una certa proprietà, veniva premiato con un bigliettino, una specie di buono, chi riusciva ad accumularne 10, riceveva in regalo una penna, una gomma, un quaderno o altro del genere. Io che ero abbastanza bravo, riuscii ad ottenere, con questo sistema, una vera e propria cancelleria!!”
“Nella mia classe c’erano diversi ragazzi “ pluridecorati “ – “ veterani “ che avevano anche 5-6 anni più di me! Si può immaginare quindi quale fosse l’attenzione che prestavano durante le lezioni!! Il Maestro con questi scolari aveva una mira infallibile! Infatti quando non stavano attenti li raggiungeva sulla testa con il cancellino o con una gomma facendoli ritornare a più miti consigli…..
Un episodio indimenticabile accadde quella volta che il Maestro, più infuriato che mai per l’ennesima distrazione, si tolse uno scarpone e lo scagliò addosso al mio vicino di banco.
Ma questa volta la mira non era proprio perfetta e lo scarpone sarebbe inesorabilmente piombato su di me, così, all’ultimo istante, abbassai la testa e lo scarpone arrivò giusto giusto addosso al vetro del finestrone che andò in mille pezzi!!”
“Il Ricevimento Genitori avveniva in modo del tutto singolare, infatti il Maestro lo si poteva trovare, assieme ai notabili del paese, all’osteria da Ettore Pretotto, attuale Braco, e lì se un genitore voleva parlare del proprio figlio, poteva conferire, magari durante una partita a carte…. “
“Al Maestro Costantino Dalla Toffola devo molto della mia formazione culturale.
Infatti, portava i libri da casa e li metteva a disposizione per la biblioteca di classe, così ho potuto iniziare a leggere libri , cosa che non avrei mai potuto fare visto che, come nella maggior parte delle famiglie del paese, non esistevano libri al di fuori del Vangelo, delle Massime Eterne o del Sussidiario “
Dall’Archivio del CSA di Treviso:
Dalla Toffola Costantino Silvio nato a Ponzano il 3.7.1918, in pensione dal 1.11.1971, è deceduto il 28.3.1998. Sposato con Marchetto Anna Maria, insegnante, ha quattro figli: Elodia, Luisa, Giacomo,Germana.
Abilitato nel 1938, è insegnante non di ruolo dal 29.11.1938 al 19.4.1939; è in ruolo dal 1.10.1939 al 31.10.1971 a Merlengo-Campagna fino al 30 .9. 1949 e poi dal 1°.10.1949 a Paderno.
Rinvia il servizio militare due volte, nel 1939, perchè iscritto alla Facoltà di Lingue Straniere e nel 1941 perchè iscritto alla Facoltà di Magistero.
Non sfuggirà comunque a due campagne di guerra nel 1943 e nel 1944 come sottotenente.
Il Direttore Seminara nel 1970 lo valuta così:
Ottimo per le sue qualità, per l’impegno didattico sensibile anche all’aggiornamento, per la validità della sua presenza educativa a livello delle più diverse istituzioni.
Liliana Zanatta Zamuner ricorda così Antonio Zanatta, suo padre e maestro
Il papà era soprannominato Toni Gaeossa , questo nome lo aveva ereditato dal nonno Arcangelo, infatti quando il nonno andava a trovare la nonna, sua futura moglie, doveva attraversare un canale che divideva la frazione di Paderno da quella di Merlengo e aveva bisogno delle galosce. Un giorno i ragazzi di Merlengo, gelosi del fatto che un ragazzo di Paderno invadesse la loro “zona di caccia “, lo rincorsero e il nonno per correre più velocemente fu costretto ad abbandonare le preziose gaeosse. Da quella volta quel ramo della famiglia Zanatta fu noto come Gaeossa. “
“La nostra casa era un via vai di ragazzi, perchè mio padre, generoso com’era con tutti, non esitava a dare ripetizioni gratis ; ricordo che insegnava l’italiano ai figli degli emigrati che ritornavano in paese e si prodigava perchè potessero frequentare la nostra scuola “
“In sella alla sua inseparabile bicicletta, mi portava in giro per il paese; la sosta obbligata era presso l’osteria da Ettore Pretotto dove incontrava il collega Tino Dalla Toffola, Marcello Moro ed altri.
Ero felice perchè il papà in questa occasione mi dava un biscotto “
“Il papà, assieme ai suoi colleghi, beveva a scuola il caffè corretto, così di pomeriggio mi mandava a prendere la grappa da Gildo Geromin che la produceva in casa; ricordo che il contenitore era una ex bottiglietta di sciroppo !! “
“Come maestro era molto severo anche con noi figli che siamo stati tutti suoi scolari. Non ammetteva favoritismi, tanto che, in occasione del concorso letterario indetto dalla Cassa Rurale, non volle assolutamente che io partecipassi. Io mi ribellai e fu proprio il Maestro Dalla Toffola ad aiutarmi: mi iscrisse, contro il volere di mio padre , al concorso che poi vinsi. “
“Nella maggior parte dei casi, portava gli occhiali normalmente, ma quando li abbassava sul naso e guardava fisso noi scolari, sapevi che era arrabbiato e che era in arrivo una bella sgridata…..”
Loredana Gagno, scolara negli anni ’70, ricorda così il Maestro Antonio Zanatta
“Ho avuto il Maestro Zanatta in 3^, rivedo in lui la persona autorevole e severa, che non esitava, con gli alunni più turbolenti a ricorrere, secondo l’uso del tempo, a qualche scappellotto o ai castighi dietro alla lavagna. Ma nessuno osava contestarlo, perchè il Maestro aveva sempre ragione!
“Quando l’ho conosciuto io, era già molto malato, perciò la sua figura è per me avvolta in un alone di malinconia, infatti durante le lezioni si vedeva chiaramente che soffriva tormentato da atroci dolori “
“A noi scolari, rigorosamente divisi, i maschi da una parte e le femmine dall’altra, raccontava aneddoti che si riferivano alla guerra in Tripolitania e Cirenaica, alla quale aveva partecipato negli anni del Fascismo.
Mi sono rimasti impressi gli episodi di fame e di sete che ci narrava ; ci esortava a non sprecare il cibo e l’acqua e per rendere più pregnanti questi suoi insegnamenti, ci raccontava di quando in Africa utilizzava i cammelli per il trasporto e riciclava la loro urina per poter bere o quando metteva ad asciugare la camicia sporca di sudore sopra i formicai, così le formiche si cibavano del grasso della camicia e le davano una parvenza di pulito!!”
Dall’Archivio del CSA:
Zanatta Antonio nasce a Ponzano il 3.2. 1911 e vi muore il 16.5.1976 all’età di 65 anni.
Frequenta il Liceo Classico in un Istituto religioso di Trento ed ha come compagno di classe Albino Luciani, il futuro Papa Giovanni Paolo I, al quale rimarrà sempre legato.
E’ Aviere e Sergente Maggiore nelle truppe coloniali della Tripolitania e Cirenaica dal 1932 al 1937, poi dal 1937 al 1945. Sbandato dopo l’8 settembre 1943, partecipa a tre campagne di guerra nel ’40, ’41, ’42. Riceve la Croce di Guerra.
Il 2.2 1944 ottiene il diploma di abilitazione magistrale a Capua e il 30.4.1949 sposa Maria Allegro da cui ha 4 figli: Dino, Mario, Liliana,Bruno.
Il Direttore Didattico Antonino Seminara lo valuta così nel 1970:
Ottimo per il lavoro svolto, per il rendimento dato, per il comportamento sempre corretto e per l’onesto impegno sempre rivelato.
E negli anni successivi il Direttore Manfrè sottolinea:
….il paterno affetto con cui il maestro guida gli alunni.
Remigio Zanatta, scolaro negli anni ’40 ricorda così la Maestra
“In 1^2^e3^ elementare ho avuto la Maestra Bice Caretta, era un’insegnante molto severa, ricordo ancora i suoi castighi dietro la lavagna, qualche scappellotto e le bacchettate sulle mani!!
Era molto alta e magra e con gli occhiali sul naso ci guardava in modo austero.”
“La scuola di Paderno aveva due aule e l’orario delle lezioni era sia al mattino che al pomeriggio. In classe ci si scaldava con la stufa a legna che veniva accesa al mattino presto dalle bidelle. Anche nella Casa del Fascio, dove ho frequentato la 4^ e la 5^, c’era una stufa, lì non ho avuto la Maestra Bice, ma una Maestra che veniva dal Meridione.
In tempo di guerra le lezioni erano irregolari, infatti, quando sentivamo gli aerei bassi, la Maestra Bice ci portava correndo in un posto che noi chiamavamo “ Al Masso “, trovavamo rifugio in casa Trentin, in una cucina che assomigliava più a un pollaio, infatti quando arrivavamo noi mandavamo fuori le galline…”
“All’epoca della Maestra Bice, abitavo nel Borgo Ruga dove saremo stati “ una banda “ di 50 e più ragazzini, portavamo a scuola la cartella di cartone fatta in casa, due quaderni e una matita, ci vestivamo con i pantaloni corti sia in estate che in inverno, avevamo poi della calze di cotone lunghe fino al ginocchio tenute su dall’elastico, ai piedi portavamo d’inverno le gaeosse con la suola di legno e di gomma. Perchè non si consumasse il legno le suole venivano rinforzate da chiodi detti “broche” che ci facevano scivolare! D’estate le gaeosse venivano sostituite da sandali sempre con la suola di legno. “
Nell’ Archivio del CSA troviamo queste notizie:
Caretta Bice nata a Castelbelforte ( Mantova ) nel 1881, va in pensione nel 1949.
Nel 1898 frequenta le lezioni presso la Stazione Bacologica Sperimentale di Padova dove le viene rilasciato l’attestato di frequenza. Nel 1900 ottiene il diploma di Maestra del Giardino d’Infanzia a Padova e inizia la sua carriera come provvisoria ad Arquà Petrarca. Nel 1902 è Maestra a Ponzano-Merlengo e dal 1920 a Ponzano-Paderno fino al 1949. E’ stata valutata Valente e poi Ottima. Iscritta al PNF dal 1932, ma non al PFR, nulla emerge a suo carico secondo la Commissione Provinciale di Epurazione.
Pilla ricorda così la Maestra Germana Moro Lise
“Ho avuto la Maestra Germana in 1^2^ e 3^, si andava a scuola dove adesso c’è il fruttivendolo in piazza Aldo Moro. Era una maestra autorevole, verso la quale avevamo tutti grande rispetto.
Nonostante avesse degli atteggiamenti abbastanza rigidi, sapeva essere comprensiva, infatti quando mi ammalai di broncopolmonite, al mio rientro in classe dopo una lunga assenza, mi aiutò molto e con fiducia e pazienza mi rimise in pari con il programma“.
Giuseppe Badesso
“L’episodio che mi è rimasto più impresso sulla Maestra Germana è quello relativo al “ controllo della pulizia dei piedi “. Quando si avvicinava il caldo e quindi c’era, diciamo così, un maggiore ristagno d’aria, la Maestra, inesorabile, effettuava la famigerata ispezione.
Quello che Lei riteneva un intervento di educazione all’Igiene, altamente pedagogico, in realtà per noi costituiva un momento di grande vergogna. Io che provenivo da una famiglia di contadini e quindi mi alzavo alle sei e lavoravo nei campi fino alle otto, prima di andare a scuola, non avevo certo il tempo per lavarmi i piedi come facevano magari i compagni che appartenevano a famiglie più ricche! Sicchè, per me, i mesi di aprile, maggio e giugno erano, sotto questo aspetto, una vera e propria tortura! Poi finalmente arrivava il 21 giugno, S. Luigi, giorno nel quale si andava a messa e venivano consegnate le pagelle! “
Nell’Archivio del CSA, ex Provveditorato si legge:
Germana Moro Lise nata a Meano di S. Giustina Bellunese nel 1908, è pensionata dal 1958.
Inizia la sua carriera in una scuola sussidiaria a Feltre dal 1929 al 1930.
Continua poi a Sospirolo,Verzegnis S. Stefano, S. Tomaso Piaia, Alleghe Capoluogo, S. Giustina Cergnoi, Formegan, Meano. Nel 1942 sposa Marcello Moro, impiegato nel Comune di Ponzano e abitante a Paderno. La Maestra è trasferita a Ponzano-Campagna nel 1942 e poi a Paderno nel 1947, dove rimane fino al pensionamento.
Il giudizio dei Direttori è sempre stato Ottimo dal 1947. Iscritta al PNF fin dal 1927, la Commissione Provinciale di Epurazione non ha rilevato nulla a suo carico.