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Uno Studio Che Fa Rivivere Ciò Che Era Dimenticato

  • 08, 28, 2022 \\\
  • Recensione libro

    Bello è bello, documentato ancor di più, affascinante nello scovare tra le commoventi foto d’altri tempi, robusto di oltre seicento pagine complete di bibliografia e, per completare tra un elogio e l’altro, stampato come sanno fare (cioè bene) le Grafiche Antiga.



    Il volume “Famiglie storiche di Ponzano Veneto”, opera di Laura Gracis, Alessandro Bianchin e Luigino Righetto, atteso da tempo ma anche lui coinvolto nelle vicende Covid e presentato solo recentemente, è una di quelle opere “municipaliste”, dette anche di microstoria, in cui convivono ricerca archivistica e raccolta della tradizione orale.
    Se gli archivi consultati (di Stato, parrocchiali e comunali) restano sempre a disposizione, altrettanto non è per l’altra grande branca della scienza storica. Perchè chi ha vissuto, e quindi ricorda, gli eventi e gli avvenimenti prima o poi se li porta con sé là da dove nessuno è mai tornato.
    Meritorio, e non di poco, è il lavoro svolto dai tre autori che, certosinamente per usare un aggettivo adeguato, hanno individuato oltre novanta famiglie del Comune, hanno saputo, con gli interessati, far balzare da cassetti forse dimenticati e trascurati centinaia di foto che fanno commuovere con la muta testimonianza di storia trascorsa.
    Ogni cognome, per quel che è stato possibile, è analizzato nel suo valore etimologico, cui è aggiunta la frazione comunale con qualche nota dei componenti più in vista, i matrimoni, l’estremo addio e altre peculiarità tanto da formarne un minialbero genealogico.
    Storia che non sempre è stata gioiosa, ma spesso fatta di dolori, sofferenze e guerre.
    E, anche da questi documenti visivi, dovremmo meditare sui nostri decenni vissuti senza tragici bellicismi.
    Come, invece, i nostri progenitori perché non poche sono le immagini dei coscritti in divisa (allora ogni giovane se ne faceva un vanto).
    E, ancora, le foto dei lavori campestri o artigianali. Immagini di tempi svaniti che non torneranno più, ma che a coloro che là hanno le proprie radici sanno suscitare ricordi che riescono quasi a spuntare qualche commozione liquida dagli occhi. Immagini che fanno scaturire valanghe di ricordi.
    Non può non essere commovente, a noi figli e protagonisti della società del benessere, sfogliare quelle carte ingiallite con volti aridi e scavati di fatica, trascinata quotidianamente in una fede cristiana convinta, con vestiti tappezzati di rattoppi, piccoli abiti rattoppati con gli avanzi dei fratelli maggiori, ragazze da marito che dovevano accontentarsi di una “dota” (allora non poteva mancare) alla buona, e, per finire, i patriarchi accovacciati sulla sedia da cui ancora potevano insegnare i segreti del mestiere e della vita.
    È stato scritto, giustamente e con un sapore luterano, che la famiglia d’antan era una piccola Chiesa.
    Lì si insegnavano i primi rudimenti cristiani, là non mancavano mai le candele benedette con qualche immagine devozionale.
    Ora, da circa un secolo, la famiglia ha preso altre strade. Il che non significa che siano peggiori (ma nemmeno migliori).
    Là vivevano più nuclei nella grande casa che era un piccolo mondo quasi autosufficiente.
    Poi la rivoluzione silenziosa e la famiglia ha imboccato altre destinazioni. Tra cui la vita da single che forma un nucleo solitario.
    Da qui nacquero i mini-appartamenti nei caseggiati alveari.
    In una parola la società moderna quale abbiamo creato nel bene e nell’immancabile male.
    Un testo di storia locale che va apprezzato per molti aspetti di cui vorrei sottolineare la acribia metodologica e l’impegno nella ricerca.

    Volume a futura memoria di cui ogni ricercatore municipale dovrà tener conto.

    Uno studio finalmente e davvero divulgativo (aggettivo che oggi va troppo confusamente e sconclusionatamente di moda) che ha saputo far vivere e rivivere ciò che era dimenticato.
    Da lì, da quelle immagini e storie deriviamo un po’ tutti.
    Senza scordare come accadeva durante il trionfo dei condottieri romani padroni del mondo cui lo schiavo rammentava “memento mori”.

    Anche tu entrerai nella storia.
    Con la morte.

    42 TREVISO 30 NEWS | 07-08 | 2022 | di Sante Rossetto