Le Rondini di Ponzano Veneto

Il diritto di voto esteso ai residenti all’estero

La normativa, salvo alcuni richiami su leggi anagrafiche e circolari Ministeriali o dell’ ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), rimase quasi immutata fino alla fine degli anni Ottanta del XX secolo.

Grazie ad una forte spinta dal basso e all’interessamento in particolare di alcune forze politiche che pensavano di trarre beneficio in termini di voti dagli italiani all’estero, la legge sull’ A.I.R.E. era stata preparata per creare il supporto necessario al riconoscimento del diritto di voto agli Italiani all’estero che arrivò solo in seguito all’approvazione di due leggi di revisione costituzionale. Esse sono la legge costituzionale 17 gennaio 2000, n. 1, di modifica dell’art. 48 della Costituzione e la legge costituzionale 23 gennaio 2001, n. 1, di modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione.

Con queste norme è stato attribuito ai cittadini italiani residenti all’estero il diritto di eleggere, nell’ambito di una circoscrizione Estero, sei senatori e dodici deputati.

La revisione costituzionale impose al Parlamento l’emanazione della legge 27 dicembre 2001, n. 459, detta anche legge Tremaglia, per la regolamentazione dell’estensione del voto degli Italiani all’estero in occasione di elezioni politiche, di referendum popolari e di elezioni europee.

La norma ebbe un forte impatto nelle elezioni politiche del 2006, che assegnarono la vittoria al Senato al centro sinistra, grazie ai voti degli elettori residenti all’estero.

Fu quella l’ occasione per alimentare pubblici dibattiti che portarono finalmente in luce l’interesse per i problemi degli Italiani all’estero.

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