A Spasso per le Antiche Osterie di Ponzano
Antica Osteria “Al Cacciatore” (“Da Pissiol”)
Via Partigiani 6
Questa antica osteria iniziò l’attività nel 1947 e fu gestita da due dei figli di Luigi PicciolPicciol Enrico compare nella Guida Economica della Provincia di Treviso 1957 nell’elenco delle Trattorie e osterie e in quello del commercio ambulante. (fu Fioravante) che, come attesta una lastra in marmo conservata da Fernarda Pretotto Picciol, era commerciante di bovini e cereali.
I due figli si chiamavano Fioravante Ante e Enrico Rico, il terzo figlio Luigi jr., detto Toni, si occupò invece della campagna. La cucina fu seguita prima da Angelina Corò, moglie di Luigi senior, e più tardi da Rita De Marchi moglie di Luigi Jr.
L’osteria era la meta preferita della borghesia di Treviso che raggiungeva Ponzano per gustare i piatti caratteristici preparati da Angelina e da Rita: trippe, piedini di maiale, pasta e fagioli, cotechino, pollo in umido con patate, verdure cotte, bollito misto, sopresa de casada.
Nelle sere d’estate, veniva preparato, nel cortile dell’osteria, sotto il grande gelso, un tavolo rotondo con altri tavoli e lì veniva servita la cena. Si poteva poi anche giocare alle bocce e alla borea.
Alla domenica diverse ragazze del paese facevano le cameriere nella trattoria e siccome gironzolavano parecchi giovanotti, a qualcuna capitò di trovarsi il fidanzato. Molte le persone importanti che facevano sosta al Cacciatore: Guiscardo, Loris e Franco Casellato, il geometra Caner, l’avvocato Pavan, il dottor Dal Pozzo, il Signor Borra e Lao Mantelli, noti commercianti nel campo della pelletteria; presso l’osteria si fermava per rifocillarsi anche la Nesta Menina con il suo carretto. Nel giugno 1970 «Il Gazzettino» pubblicò, nell’ambito della rubrica PRANZO A SORPRESA, sondaggi sull’ospitalità degli ambienti pubblici della Marca, un articolo sulla trattoria al Cacciatore, nel quale, tra le altre cose, si diceva:
“Ci siamo recati all’osteria ‘al Cacciatore’ di Angelina Pizziol. Si tratta di una vecchia bettola di campagna (la stradina non è neanche asfaltata e solo di recente è stata illuminata) che, all’ombra di un enorme gelso, da decenni offre ai passanti un posto di sosta e ristoro. L’ambiente è tipicamente agreste e familiare, la cucina è condotta personalmente da nonna Angelina, il menu è semplice, basato su piatti genuini locali: uova, sopresa, salsicce, carne ai ferri e polli da cortile”.
L’articolo continuava descrivendo le specialità gustate in quell’occasione:
frittata con 8 uova con sopresa e cipolla, la cosiddetta FORTAJA GROPOLOSA, assaggio di pollo in umido (quattro trancetti), contorno di fagioli lessi, pane di casada, polenta abbrustolita, un litro di vino rosso sfuso, due grappini. Conto totale di £ 1650.
Al menu fu attribuito un punteggio di 77/110, punteggio che teneva conto della qualità, della genuinità del cibo e dei fattori che contribuivano a rendere accogliente un ambiente. L’osteria, così come veniva descritta nell’articolo de «Il Gazzettino», rimase attiva fino al 1975, quando venne chiusa per dar vita poi, nei primi anni ’80, ad un nuovo locale tra via Santandrà e via Caotorta sempre a Ponzano.
Il nuovo esercizio, gestito dal figlio di Luigi Jr. e Rita De Marchi, Armando Picciol da tutti chiamato Luigino, si caratterizzò subito in quanto ospitava, oltre a quella abituale, anche una clientela appassionata di sport. Infatti Luigino, tifoso sia di calcio che di ciclismo fondò, con sede nell’osteria, lo Juventus Club, uno dei più famosi in Italia grazie al premio “Spiga d’Oro” assegnato a campioni bianconeri, come Cabrini, Del Piero e Buffon e l’U.C. Ponzano che attiravano in varie occasioni sportivi provenienti da tutta Italia.
Furono infatti ospiti del locale Francesco Moser, Giovanni Trapattoni, la moglie di Gaetano Scirea e tanti altri.
Da Luigino, tutti gli anni, il 25 aprile, si svolgeva l’annuale pranzo dell’U.C. Ponzano e la terza settimana di settembre il ritrovo con pranzo in occasione del Trofeo Bianchin.
Dopo la morte di Luigino nel 2011, l’osteria ha cessato l’attività, mantenendo comunque il servizio di bar curato con grande dedizione dalla vedova Fernanda PretottoDella famiglia di macellai che compare nella Guida di Treviso e Provincia. Biennio 1926-1927 sotto il nome di Pretotto Silvio e Nicola. e dal figlio Daniele.
(Dai ricordi di Bruno Picciol e di Fernanda Pretotto Picciol).
Note:
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