Le Rondini di Ponzano Veneto

Pasquale Borsato ricorda gli zii e i fratelli

Borsato Pasquale è nato a Ponzano Veneto nel 1936 e vive da sempre in località Barrucchella a Paderno, ricorda i suoi tanti parenti emigrati.

Io ho lavorato a Ginevra in Svizzera per quasi due anni e mezzo all'inizio degli anni sessanta, come sarto tagliatore per confezioni.
Non intendo però parlare della mia breve esperienza all'estero ma vorrei raccontare le vicende dei miei tanti parenti, che spinti dalla povertà dei nostri paesi nella prima metà del secolo scorso, hanno lasciato l'Italia per cercare fortuna all'estero.
La famiglia di mio padre, di origini contadine come la maggior parte della popolazione di inizio novecento, abitava a Camalò di Povegliano in Borgo Sant'Antonio ed era conosciuta come “Borsati Beneti”.
Oltre a mio padre Abele detto “Joanin”, nella famiglia del nonno c'erano lo zio Iseo conosciuto come “Iseo Bacheta” e quattro zie.
Mi raccontava mio padre, il maggiore dei fratelli nato nel 1893 che nel 1907 a soli 14 anni era emigrato con mio nonno Giuseppe classe 1866.
Il nonno era già stato in Canada a fine ottocento e vi tornava per la seconda volta.
Mio nonno e mio padre partirono da Genova con un piroscafo che impiegò quasi un mese per compiere la traversata dell'Atlantico. Al loro arrivo in Canada furono ospitati in una baracca di isolamento per essere sottoposti a visite mediche di controllo e vi rimasero fino a quando non fu loro assegnato un posto di lavoro.
Lasciata la baracca, dopo due giorni e due notti interminabili di viaggio su un vecchio treno con i sedili in legno, giunsero nel mezzo di una foresta dove cominciarono subito il duro lavoro di boscaioli, abbattendo piante anche secolari, per far posto ad passaggio di una ferrovia.
Per decisione della famiglia, mio nonno Giuseppe dopo due anni tornò a casa. Avevano bisogno di denaro per uscire dalla grande famiglia.
Con i soldi guadagnati in Canada riuscì ad acquistare “l'ostaria e a botega de casoin” in Barrucchella.
Mio padre, abbandonato il lavoro di boscaiolo e rimasto solo, nonostante la giovane età, si era trasferito a Sudbury per lavorare come costruttore di case prefabbricate in legno.
Nel 1920 Joanin Bacheta rimpatria e va ad abitare nella casa in Barrucchella.
Dopo averla sistemata e ampliata si sposa con Zanatta Stella.
Fra i miei parenti, sono andati in Canada anche gli zii Pietro Zanatta, nato nel 1886 e Carolina nata nel 1892, fratelli di mia mamma Stella.
Carolina e Pietro chiamato Pit, emigrano alla fine degli anni venti.
Mentre Pietro muore in Canada dopo la pensione, zia Carolina torna in Italia nel 1967.
Al loro arrivo in Canada si stabiliscono a Coniston vicino alla città di Sudbury nella provincia dell'Ontario.
Mentre Carolina accudisce la casa, Pietro trova subito lavoro nelle fonderie che lavorano il nikel, estratto dalle vicine miniere.
Dopo la seconda guerra mondiale zio Pit viene informato della grave situazione economica dell'Italia e, considerate le buone prospettive di lavoro nella città adottiva, chiama e ospita a casa sua i nipoti Lino e Mario, figli di Abele, e gli altri due nipoti Angelo e Gino che vivono tuttora in Canada.
Mio fratello Lino, nato nel 1925, emigra in Canada nel 1953.
L'altro mio fratello Mario invece, nato nel 1929, emigra in Canada nel 1951 e vi rimane per sempre.
Al suo arrivo a Coniston, Mario si preoccupa di informare i genitori della sua nuova sistemazione presso lo zio Pit e lo fa attraverso alcune foto.
Accompagna le lettere inviate alla madre con una serie di foto a ricordo di un giorno di festa e di un bell' incontro con i parenti.
Sul retro scrive alcune annotazioni per illustrare i contenuti delle foto.
Mario manda altre foto e una con l'interno della casa degli zii.
Fa notare sul retro che nella cucina oltre al tavolo c'è la lavatrice, l'acqua corrente e la stufa a gasolio.
Erano tutte comodità che allora nella sua casa in Barrucchella erano solo un sogno.

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1951 Coniston Canada - Mario Borsato nel cortile di casa

Con un'altra nota sul retro di una foto, richiama l'attenzione sulle foglie delle “patate nostrane che sono ancora da cavar su”.

Non manda solo foto di amici e parenti ma anche di esterni che danno l'idea del luogo dove vive. Si fa ritrarre a fianco di uno steccato che divide il cortile di casa sua dalla ferrovia con sullo sfondo cumuli di terra da setacciare e le strutture del nickel center di Coniston, dove lavora.
Fa notare il paesaggio ben diverso da quello che era abituato a vedere quando al mattino a Paderno apriva le finestre della sua camera.
Dagli elementi visivi delle foto e dalle brevi note scritte sul retro, traspare il forte legame con l’Italia, l'affetto che lo unisce a zii e cugini e il ricordo di usi e costumi lasciati ma non dimenticati.
L'ultima foto spedita qualche anno dopo, lo ritrae davanti alla sua casa in compagnia di alcuni amici. La posa rilassata, il sorriso e la scritta che l'accompagna fanno capire che Mario si è sistemato e ha stretto nuovi legami di amicizia anche lontano da casa.

Mario a Coniston è tornato a scuola, ha trovato un buon lavoro e nel 1963, a seguito del matrimonio con Eunice Perrault, è diventato cittadino canadese. Ha percorso una buona carriera lavorativa ed è stato molto attivo anche nella vita sociale del suo nuovo paese.
Era tanto conosciuto e ben voluto che, andato in pensione, un giornale locale ha scritto un articolo nel quale ha ripercorso le tappe principali del suo vissuto in Canada.

Il testo che segue è la traduzione del testo in inglese dell'articolo citato:

“Mario Borsato, nato in Italia, non lontano da Venezia, fu portato in Canada nel 1951 da un parente e dopo due settimane già lavorava nella fonderia Coniston. Ora Mario è pensionato ed è convinto che qui è vissuto bene ed è molto riconoscente per quello che ha ottenuto.
Dopo Coniston è passato alla fonderia Copper Cliff dove ha lavorato con il gruppo della manutenzione e poi, per circa nove anni, nel laboratorio di targhe metalliche. Nel 1968 è entrato a far parte del gruppo di progettazione e ha lavorato per Robbie Robertson.
Dal 1975 e fino alla pensione ha lavorato come disegnatore senior.
Gli piaceva lavorare e ora rende omaggio a tutte le persone con cui ha lavorato. “Erano i migliori” ha dichiarato Mario, “e mi piacerebbe nominarli tutti, ma sono troppi”...
Mario è il fondatore del Nickel Centre Credit Union ed è anche un membro attivo del Sudbury cycling Club. Fa parte anche del club Caruso. Altri suoi interessi sono la buona compagnia, la lettura e godersi il tempo libero.
Negli ultimi 20 anni i Borsato (Mario e la moglie Eunice Perrault) sono vissuti vicino all'ospedale e continueranno a viver lì quando non saranno in viaggio.
In buona salute e con molti interessi in comune, sono una coppia felice e faranno buon uso della loro nuova libertà.”


Mario è morto in Canada nel 2003.