Le Rondini di Ponzano Veneto

Dedica

A mia nonna Anna Dal Bello, chiamata “Neta”.
Era vedova di guerra con quattro figli, il maggiore di sette anni.
Lei, così piccola e fragile, mi ha donato tanta forza e ricchezza d’animo.
Le tante amarezze non le hanno tolto l’amore per la vita e il prossimo.
Povera fino all’indigenza, è ricordata come persona generosa e altruista.

Da bambina aveva visto passare le carrozze dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Mi ha descritto con realismo la vita grama delle nostre campagne di fine ottocento. Da Lei meglio che da un libro di storia ho appreso lo stato di sottomissione ai ricchi e ai potenti a cui erano costretti i poveri contadini. Ricordava con amarezza le umiliazioni subite dai tronfi burocrati, forti solo del colore delle loro camice, quando, dopo aver immolato alla patria la vita di suo marito, spinta dal bisogno, andava a chiedere lavoro alle autorità per i suoi figli orfani.

E’ morta a 86 anni lucida e fiera, ringraziando il Signore di tutto quello che aveva avuto dalla vita.
Un bell’esempio per noi e i nostri giovani.
Fra le tante cose ricordo i riassunti precisi e critici degli articoli di giornale che leggeva senza occhiali e la filastrocca ripetuta tante volte:

Co San Marco comandava
Se disnava e se senava;
soto Franza, brava gente,
se disnava solamente;
soto casa de Lorena
no se disna e no se sena;
soto casa de Savoia
de magnar te ga voja G.de Stefano e G.A.Palladini, Storia di Venezia 1797-1997, Venezia, Supernova, 1997. vol. II, p. 276

Nel ricordo suo e di tanti migranti mi sono dedicato a questo lavoro.
Ciao, Nonna
Luigino


Note:

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