Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi

Le superstizioni

PREMESSA

La superstizione, notoriamente originata dal paganesimo, è una infondata ed irrazionale credenza in cose preterna turali o comunque in fatti extra-normali, come i sortilegi, la magia, gli incantesimi, il malocchio, la scalogna (volgarmente scarogna) o iettatura, il malaugurio, i malefici, ecc.

Forse l’uomo, nei tempi in cui la scienza non aveva ancora compiuto passi decisivi, né divulgati i risultati delle sue ricerche e delle sue cognizioni, sbizzarriva eccessivamente la propria fantasia oltrepassando così i limiti della realtà e sconfinando in credenze inverosimili, in convinzioni prive di un fondamento logico.

Le superstizioni confermano in misura più o meno pronunciata l’esistenza dello spirito del male ed in base a questo presupposto esse possono suddividersi in due grandi classi: quelle grandi, che prevedono i rapporti con il demonio o spirito del male, e quelle che riguardano la jettatura comune, riferita a cose o persone.

Lasciamo da parte le grandi superstizioni, che nei nostri paesi non esistevano e delle quali comunque mancano notizie, per parlare invece delle piccole, come ad esempio il regalare uno spillo od un coltello ad un amico, calzare il piede destro prima di quello sinistro, incrociare le forchette o le mani quando quattro persone si salutano, rompere uno specchio, rinvenire due oggetti messi in forma di croce, versare olio o sale sulla mensa, incontrare per primo una donna il mattino di Capodanno, ricevere da una donna gli auguri a Capodanno, ecc. Altri atteggiamenti superstiziosi erano, e sono tuttora, il ritenere di cattivo auspicio che una donna il primo dell’anno entri nella altrui casa, incrociare un gatto nero per la strada, attribuire proprietà mistiche a certi numeri dispari, pensare che porti fortuna trovare un quadrifoglio e che fare le corna con le dita della mano od usare i cornetti ed il ferro di cavallo sia un valido espediente contro la jettatura.

Significative erano inoltre le esclamazioni rivolte ad una persona fortunata nel gioco o nella caccia: «Te ga a striga!» oppure «Te ga a bissa in scarsèa!».

L’elenco potrebbe continuare dato che ogni paese aveva le sue strane ed originali credenze.

Purtroppo le superstizioni sono sempre state diffuse ovunque e nemmeno al giorno d’oggi sono del tutto scomparse. Forse, come detto, si tratta di eredità dei tempi antichi, ravvivatesi e moltiplicatesi nell’epoca medioevale e giunte sino a noi, mantenute in vita esclusivamente dall’emotività della gente e, probabilmente, anche dal vuoto spirituale di certe frange del popolo.

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