Ponzano Paderno Merlengo - ieri e oggi

IL CARNEVALE

Nella ricorrenza del Carnevale aveva luogo nelle tre frazioni qualche rustica mascherata usando carri agricoli. Ragazzi e giovanotti mascherati giravano per le strade entrando nelle case da dove proveniva odor di fritelle e di crostai (galani).

La vera festa delle maschere, invece, debitamente autorizzata e sorvegliata dalla polizia, si effettuava in Treviso ed era molto attesa dal popolo, come lo è tuttora. Dalle nostre frazioni partivano carri piatti trainati da cavalli o mucche e carretti tirati da asini, tutti carichi di gioventù esultante. Un anziano guidava gli animali e vigilava perché nulla accadesse di spiacevole. Giunti in città, animali e carri venivano messi a custodia presso gli stalli.

Le comitive raggiungevano ed affollavano le vie della città ove sarebbe avvenuto il passaggio della mascherata principale. Ogni gruppo si teneva molto unito giacché non tutti i componenti avevano sufficiente familiarità con le vie cittadine.

Una ricorrenza simile, per chi giungeva dalla campagna, costituiva motivo di vera e grande allegria: getti di coriandoli e di stelle filanti in grande quantità; viavai capriccioso di maschere isolate od in gruppetti; canti e suoni. Però quello che più entusiasmava il pubblico era il passaggio dei carri allegorici. Detti carri sfilavano per le vie principali ingaggiando battaglie con i cittadini che dalle finestre lanciavano le loro provocazioni. Naturalmente si scatenavano fitte sassaiole a base di confetti e caramelle. Indescrivibile l’arrembaggio dei ragazzi che fra spintoni e gomitate raccoglievano i dolciumi in mezzo ai coriandoli ed alle stelle filanti. E’ ben immaginabile quanta ilarità suscitassero questi trambusti.

Alla fine della sfilata i paesani tornavano a casa sui loro carri cantando ad alta voce, lungo il tragitto, le violòte strapaesane palesando una festosità inconsueta.

In famiglia trovarono pronte le frìtoe ed i galàni o crostai, che le donne di casa avevano preparato. Non mancava infine un bocàl de vin che accresceva ulteriormente l’euforia collettiva.

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