Dal Diario Di Guerra Di Giuseppe Badesso

Partenza Per Il Fronte Francese Con Le TAIF

Gennaio 1918

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La Partenza
Il 15 gennaio 1918 alle ore 12 siamo alla stazione di Verona Porta Nuova dove parenti, amici, vicini dei soldati sono venuti per vedere la partenza dell’artiglieria per la Francia..

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Appena siamo saliti la gente ha cominciato a salutarci, qualche padre e fratello dei soldati piange.
Si sente gridare “addio artiglieri” e ci salutano con i fazzoletti mentre il treno lento lento si allontana.
Sul treno regna il silenzio e ogni soldato piange pensando alla famiglia e alla Patria.
Si passa Milano, poi nella notte Torino e il mattino seguente ci troviamo in vista delle alte Alpi innevate, dei torrenti carichi di ghiaccio. Il treno entra nella galleria per Modane.
Dopo un po’ arriviamo a Chambery dove fanno scendere tutti i soldati dal treno per il vettovagliamento.

Arrivo in Francia

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Dopo aver attraversato la città, ci portano in una caserma per il rancio.
Mentre attraversiamo Chambery la gente ci saluta dalle case con il fazzoletto e dei ragazzetti ci corrono dietro chiedendo una stella “Una stella italien”.
Ripartiamo alle ore 14 per destinazione ignota, il freddo è grande, l’iniezione che ci hanno fatto a Verona comincia a fare effetto e non ci possiamo nemmeno muovere, perché comincia la febbre.
Viaggiamo per una giornata intera senza sapere la nostra destinazione fino a quando il treno si ferma e salgono

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due soldati francesi che ci informano che il nostro treno è diretto a Verdun, restiamo attoniti e accorati, dato che lì infuriano grandi combattimenti.

Arrivo di destinazione

Il 20 gennaio, arrivati nei pressi di Verdun, sentiamo un colpo di cannone che ci avvisa dell’arrivo di aerei nemici. Dopo qualche ora, al chiarore della luna, ci fanno salire su una collina dove ci sono delle baracche.
Il mattino seguente alle 10

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si sente uno scoppio con sassi e terra contro le baracche.
Il nemico tira nelle vicinanze. Si vede lontano un’immensa nube e si sente un gran fragore.
Quanto dolore in quei giorni! Aereoplani che gettano bombe, il rombo di grossi proiettili, quanta confusione!
“Guardando il cello pareva che le stelle si annebiassero ai nostri occhi per il fremere della nostra vita.
Il splendore della luna che dominava quelle terre di vali e colline gli antierei cettavano in aria colpi di difesa agli aereoplani nemici che sempre si perseguitava”.
Ma un’altra cosa tormentava il nostro corpo

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la fame, il rancio francese non sazia il nostro corpo, il pane leggero e poco, la carne metà della razione italiana, senza pasta, poco vino, sostituisco con marmellata. Molti soldati cercano nelle cucine francesi qualche pezzo di pane, qualcuno cammina nel bosco cercando ghiande per saziarsi.
Alcuni soldati si ammutinano gridando vogliamo andare sul fronte italiano a morire, piuttosto che avere fame in Francia. Allora hanno sostituito il rancio con quello italiano.

Servizio militare

Grande è la fatica, perché dobbiamo camminare sulla neve, abbiamo gli impermeabili, ma non si può resistere per il gran freddo, abbiamo pochi indumenti invernali e patisco tanto sotto la neve, il ghiaccio, la pioggia e le tormente gelide che imboccano quelle valli.