Dal Diario Di Guerra Di Giuseppe Badesso

Le Battaglie Di Verdun E Della Somme

1916. L’antefatto

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Fronte Occidentale

Da un punto di vista strategico, durante il 1915 le armate tedesche erano rimaste sulla difensiva in Occidente: la Germania si accontentava di tenere il terreno conquistato in Francia e Belgio mentre concentrava le proprie attenzioni a Oriente, dove inviò il grosso delle truppe.

Questa strategia si capovolge nel 1916 quando le Potenze Centrali mantengono la difensiva a est e cercano di far uscire la Francia dalla guerra. Nel febbraio 1916 sia la Germania, sia la Francia stilano ciascuna un piano per trionfare sul fronte occidentale.

Il capo di stato maggiore tedesco Erich von Falkenhayn prevede di attirare l›esercito francese in una grande battaglia di logoramento attorno alla piazzaforte di Verdun.

Verdun, la cittadina francese più fortificata, costituiva il fulcro della difesa francese, poiché saldava il settore settentrionale con quello meridionale del fronte.

Inoltre, davanti a Verdun i tedeschi avrebbero facilmente occultato i pezzi d’artiglieria, le riserve di munizioni e le truppe destinate all’attacco nelle vaste distese boschive.

Infine, per Verdun, la strada proveniente da Bar-le-Duc costituiva l’unica via di comunicazione con le retrovie e poteva essere sottoposta incessantemente ad un bombardamento concentrato. Falkenhayn sapeva inoltre che quei luoghi avevano un grande valore ideale, oltre che strategico, perché erano stati fortificati da Vaubann sotto Luigi XIV, il Re Sole; quelle fortezze, arrendendosi ai Prussiani nel 1792, avevano scatenato la furia rivoluzionaria di Parigi; nel 1870 i Tedeschi non erano riusciti a conquistarle. A Verdun, insomma, batteva il cuore della Francia e per nessuna ragione la Francia stessa l’avrebbe lasciata al nemico, a costo di dissanguarsi.

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Offensiva Tedesca  

In effetti questa spaventosa battaglia divenne una sacra leggenda nazionale in Francia, sinonimo di forza, eroismo e sofferenza, i cui effetti e ricordi perdurano ancora oggi; fu la più lunga battaglia di ogni tempo, coinvolse quasi i tre quarti delle armate francesi, e benché nella storia, e nella stessa prima guerra mondiale, ci siano state battaglie anche più cruente, Verdun detiene probabilmente il non invidiabile primato di campo di battaglia con la maggior densità di morti per metro quadro.

Il fatto d’armi che più si avvicina a Verdun fu la battaglia di Stalingrado nella seconda guerra mondiale, spesso considerata una «Verdun russa», ma, mentre a Stalingrado l’esercito tedesco tentò la conquista di una città strategicamente importante, a Verdun lo scopo dell’offensiva di Falkenhayn fu quello di “dissanguare goccia a goccia” l’esercito francese.

Da parte anglo-francese invece si mira a disarticolare con un’offensiva estiva le linee tedesche sulla Somme, distruggendone le difese con una “guerra d’attrito”. A partire dal 1º luglio 1916, la battaglia si combatte nel settore lungo circa sessanta chilometri tra Lassigny a sud ed Hébuterne a nord, settore tagliato in due dal fiume Somme, nella Francia settentrionale.

L’offensiva si svolse con un massiccio attacco di fanteria che avrebbe dovuto creare, secondo i piani alleati, le condizioni favorevoli per una rapida avanzata della cavalleria e, forse, per la vittoria definitiva.

La battaglia, voluta fortemente dalla Francia per alleggerire l’enorme e insostenibile pressione tedesca a Verdun, dimostrò allo stesso tempo la caparbietà e l’impreparazione tattica e strategica con cui lo Stato Maggiore britannico affrontò la prima grande offensiva delle forze alleate.

Solo nel primo giorno di avanzata, la British Expeditionary Force (BEF) subì oltre cinquantanovemila perdite e ventimila caduti: nonostante una settimana di bombardamento di preparazione e lo scoppio di dieci enormi mine poco prima dell’inizio dell’avanzata anglo-francese, i tedeschi ressero molto bene l’attacco protetti nei loro rifugi sotterranei (“stollen”), e quando ne uscirono si trovarono davanti un’enorme massa di uomini che avanzavano lentamente nella terra di nessuno a passo di marcia, prestandosi quindi ad essere un facile bersaglio.

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Verdun

Con l’autunno la pioggia trasformò il campo di battaglia e le trincee in un immenso pantano che rese impossibile ogni ulteriore velleità bellica; il 19 novembre si spense l’ultima fase della battaglia, e nemmeno l’apparizione sul campo di battaglia dei primi esemplari di carro armato, nel settembre 1916, provocò una svolta a favore degli anglo-francesi.

Queste due grandi e sanguinosissime battaglie combattute in Francia intorno alla fortezza di Verdun e sulla Somme non servirono a far avanzare di un metro le linee dei contendenti.

Le due battaglie permisero agli anglo-francesi di riconquistare circa 110 chilometri quadrati e cinquantuno villaggi; i tedeschi arretrarono di circa 7/8 chilometri e soffrirono oltre 800.000 vittime.

Da un punto di vista puramente tattico si trattò quindi di una sconfitta tedesca, ma il guadagno alleato fu molto esiguo a fronte di oltre 1.200.000 perdite e all’enorme dispendio di risorse.

Il mediocre risultato tattico e strategico causò la destituzione del generale Joffre, sostituito dal generale Robert Nivelle.

Le stragi di Verdun e della Somme comunque non cambiarono le strategie inconcludenti dello Stato Maggiore francese, che avrebbe ripetuto i medesimi errori nel 1917 provocando ammutinamenti e ribellioni in parte dell’esercito.

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