Dal Diario Di Guerra Di Giuseppe Badesso

Addestramento A Verona

Da Giugno A Dicembre 1917

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Memorie di vita militare

Nel anno 1914 scattenavassi per l’insaziato furore del Imperi centrali la grande guerra di Europa: gettando il ferro rovvente senza pretesto alcuno sguainando le spade sanguinando l’eroico Belgio
XXX
Nel 1917, in giovane età, devo partire, perché richiamato alle armi la classe 1899 per dovere e necessità della Nazione. Dopo la visita e la destinazione ai vari corpi, il 14 giugno soldati e ufficiali ci ritroviamo alla stazione per prendere il treno che ci porterà a Verona.
Arriviamo di notte, una notte stellata, in silenzio e senza luce attraversiamo la città fino ad arrivare ad una caserma tutta circondata da mura e fabbricati senza luce, questo per non essere visti dagli aerei nemici che spesso bombardano.

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Veniamo condotti in una camerata senza vetri che serve da palestra, tutti i letti sono preparati con due assicelle, un pagliericcio e una coperta.
Un ufficiale ci assegna il posto e poi ci dice: “adagiatevi e dormite”. Che lettuccio hanno preparato? Non è più la mamma che ci prepara da dormire, ma in un po’ di paglia dobbiamo riposare. Dormiamo vestiti e così sono passati 6 mesi.
L’addestramento è faticoso, tra cavalli e cannoni, perché abbiamo poche ore di riposo e talvolta dobbiamo fare qualche passeggiata con i cannoni e i cavalli anche in piena notte.
Il maneggio a cavallo era faticoso, perché il sudore usciva da ogni parte del corpo. L’addestramento al pezzo era accanito.

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L’addestramento al goniometro era difficile e così all’alfabeto Morse.
Un giorno, mentre veniva dispensato il rancio, arriva un colonnello a cavallo, il trombettiere suona l’adunata e noi tutti corriamo con le gavette in mano nel cortile.
Il Colonnello dice: “figlioli carissimi, per ordine del comando reggimentale, preparate i vostri affardellamenti e partiamo”.
Il riso che avevamo nella gavetta fece un salto, e ognuno andò con cuore battente al suo posto per affardellare il corredo. Si sente suonare l’adunata, di corsa tutti in riga in un momento, il Comandante della batteria con le lacrime agli occhi fa la morale alla sua batteria.

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“La morale”

“Miei soldati giovani del 99 mai io trovai tanta bontà e tanta ubbidienza, presso soldati, pieni di istruzione, siamo giunti all’ora di servire alla patria. Raccomando a voi miei soldati con fede come ora avete servito mantenetevi fin dove sarà l’estremo dovere. Io per trasferimento e dal mio cuore mai vi dimenticherò. Ancorato e lagrimando vi saluto, adio figliuoli miei”.
Poi ci viene dato l’ordine di attaccare i cavalli ai pezzi e quindi partenza per il reggimento tutti in fila con cannoni e carreggio. Dopo pochi giorni viene fatto il sorteggio per il fronte italiano o per quello francese.


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Nella spedizione

Vengo assegnato al fronte francese, sono disperato e vado dal tenente per chiedere di essere assegnato al fronte italiano, ma lui mi consiglia di lasciare le cose come stanno, infatti il fronte francese può essere la mia fortuna! Se partirai per il fronte italiano non sia l’ultima tua vita.